Non importa tanto il colore del gatto, quanto il fatto che prenda il topo. Si potrebbe riassumere così lo spirito che ha animato la partecipata conferenza di oggi, 6 giugno, sul centro di Malattie Infettive al Vietri di Larino, organizzata dalla rivista ‘La Fonte’. Un incontro (che si è tenuto nel cortile dell’ex palazzo vescovile) ‘sponsorizzato’ dalla Diocesi di Termoli-Larino e che ha visto la partecipazione di tanti tra sindaci, amministratori ed esponenti politici, non solo del Basso Molise.
“Nessuna volontà campanilistica” hanno ribadito in tanti, in primis i ‘relatori’ al tavolo ovvero i sindaci di Larino e Termoli e il vescovo don Gianfranco De Luca, moderati dall’onorevole Famiano Crucianelli. L’incipit della riunione lo ha dato don Antonio Di Lalla, direttore del periodico: “Questo non è un incontro contro qualcuno ma per lo sviluppo del territorio”.
Ed è stato questo il leitmotiv della mattinata: la scelta di fare del nosocomio frentano un centro per le Malattie Infettive a rilevanza interregionale è stata salutata dalle varie parti come un’opportunità per il Basso Molise, per la regione tutta e per l’intero territorio confinante. “Oggi stiamo decidendo qualcosa di importante per il futuro del nostro territorio – così Puchetti che ha sottolineato come – siamo in una posizione strategica, nel bel mezzo del corridoio adriatico”. È questa una delle argomentazioni portate a favore di quella che Crucianelli ha definito una “scelta lungimirante del Commissario ad acta Giustini”.
Ma si è discusso molto anche della ‘naturale predisposizione’ dell’ospedale larinese sia per ragione tecniche che territoriali. Investire sul Vietri significherebbe riequilibrare diseguaglianze dell’assetto sanitario regionale che hanno di fatto messo in un angolo il Basso Molise. “Non sarebbe una cattedrale nel deserto” ma la sinergia con l’ospedale termolese andrebbe a creare un polo d’eccellenza. Così Giuseppe Puchetti, sindaco di Larino, così Francesco Roberti, sindaco di Termoli e presidente della Provincia di Campobasso, ma così anche esponenti politici di altra provenienza territoriale. “Anche la parte occidentale del Molise è d’accordo”, ha sintetizzato il consigliere Vittorio Nola.
La sensazione è quella di essere alla vigilia di un momento storico, di una potenziale svolta per un cambio di paradigma nell’organizzazione della sanità regionale. “È importante che il Molise sia inserito nella rete Covid nazionale, la nostra regione non dev’essere Cenerentola ma protagonista di questa evoluzione”.
Per il primo cittadino di Larino questa “è una battaglia per il territorio e per migliorare il livello qualitativo della sanità molisana”. La ‘controprova’, a detta di Puchetti, è proprio l’avallo del Commissario Giustini “che è una persona terza, non espressione di questo territorio” e che dunque avrebbe ponderato la scelta per ragioni puramente tecniche e non già politiche. L’investimento sul centro specializzato a Larino andrebbe a valorizzare lo stesso ospedale di Termoli e la sinergia tra i due poli ospedalieri potrebbe essere una carta vincente. Ne è convinto anche il sindaco Roberti che nel suo intervento ha ricordato come troppo poco si sia investito nell’area bassomolisana ma questo è il momento adatto per invertire la rotta. “Per me è un discorso di giustizia sociale”. Poi il monito: “Non è più tempo di dibattere, bisogna passare alla parte fattiva e mi auguro che la parte politica lo abbia già fatto perché il 17 giugno è vicino”.
La Asrem dovrà infatti presentare entro quella data un Piano per il Vietri centro Covid al Ministero della Salute. Documentazione sulla quale – come hanno rilevato sia Michele Iorio che il segretario dem Facciolla che il consigliere pentastellato Nola, intervenuti all’incontro – si stanno adombrando misteri e manovre ostative. L’imputato è il Dg Asrem Oreste Florenzano: “Non può prendere decisioni che spettano alla politica”. La parola ‘boicottaggio’ non viene fuori ma è evidentemente sottotraccia. Si ‘accusa’ il direttore generale di andare contro quella che è stata una decisione non solo del Commissario Giustini ma di “tutto il Consiglio regionale che si è detto favorevole all’unanimità, il che non è una cosa da poco”, come ha sottolineato Iorio ricordando l’iter sin qui tracciato. Dello stesso avviso il consigliere regionale del Pd che già ieri aveva sollevato dubbi sull’operato dell’Asrem oltre che del Governatore.
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Tutti dalla stessa parte, dunque. “Questa battaglia non ha colori ma è trasversale” e a sostenere il dialogo ‘bipartisan’ è lo stesso vescovo della Diocesi che ha esortato al dialogo e all’unità i vari sindaci in vista di un obiettivo comune: il bene del territorio e dei cittadini. E di sindaci ed amministratori ve n’erano diversi in platea tra cui Portocannone, Guglionesi, Casacalenda, Montecilfone, San Martino in Pensilis e Petacciato. Così come i consiglieri regionali Micaela Fanelli (Pd), Patrizia Manzo e Valerio Fontana (M5s) oltre a tanti tra cittadini e rappresentanti di associazioni.
Oltre le dichiarazioni politiche d’intenti, si è sceso anche nel concreto sottolineando la fattibilità – oltre che tecnica per le caratteristiche strutturali dell’ospedale Vietri – anche ‘ragioneristica’. Dopo anni di tagli, l’emergenza Covid sta delineando la concreta possibilità di una riorganizzazione della sanità, nazionale e regionale. Il momento è giusto anche perché i fondi ora ci sarebbero. Il Decreto Rilancio del Governo li ha previsti e non usufruirne sarebbe un’occasione persa, forse per sempre.
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A fare un focus sul punto per primo il consigliere Nola: “Non esiste il problema ‘soldi’ perché già prima dell’emergenza erano stati stanziati dei fondi per l’edilizia sanitaria e ora ci sono quelli per l’emergenza Covid”. Risorse per rimpinguare il personale e per creare posti ex novo di terapia intensiva. Chiaro sul punto anche Facciolla: “Il piano di Giustini per il Vietri ha la capacità di reggersi economicamente, invece la scelta di investire 25 milioni di euro nel centro hub di Campobasso sarebbe un errore valutativo che non possiamo assolutamente permetterci”.
Bocciata l’idea della ‘torre’ del Cardarelli, che per Nola creerebbe difficoltà legate anche alla sismicità della struttura. Le altre ragioni per il ‘no’ sono state ricordate dall’ex Governatore Iorio e hanno a che fare con l’esigenza di separare i percorsi Covid da quelli non Covid. “Il Cardarelli ha vissuto momenti tragici, Larino sarebbe una scelta risolutiva che permetterebbe di mettere la parola fine a questa disfunzione”. Gli fa eco il moderatore Crucianelli: “Rischiamo di avere più morti di tumore per mancate cure che per il Covid in sé”.
A poche ore dal presidio davanti al Vietri, organizzato per il pomeriggio odierno dal Forum Sanità Basso Molise, la prova generale di unità è stata fatta. “Dimostriamo maturità politica, non perdiamo quest’occasione”.
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