Consiglio regionale

Scoppia il caso Marone: “Ha votato contro Toma alle Regionali”. Il sindaco di Termoli frena su Centro Covid al Vietri

Nel Consiglio regionale monotematico la dissidente ex leghista sbotta: "Toma nomina un assessore che ha votato contro il centrodestra". Facciolla, segretario Pd, conferma e avverte: "Michele Marone, una nomina che non vuole nessuno". Diventa chiaro l'accordo tra Toma e la maggioranza di Termoli, il cui sindaco con una nota stampa smorza l'entusiasmo manifestato qualche giorno fa sul Vietri centro Covid: "prima garanzie per gli altri presidi ospedalieri".

Michele Marone, neo assessore di Termoli in Regione, “inchiodato” al sostegno che avrebbe dato ai 5 Stelle alle ultime elezioni regionali, preferendo i pentastellati al “suo” centrodestra e non votando per Donato Toma. E’ stato davvero così? Per Aida Romagnuolo, eletta con la Lega ma successivamente espulsa dal partito, protagonista di un inizio Consiglio regionale monotematico sul Vietri centro Covid col “botto”, l’affermazione sarebbe stata fatta direttamente da Donato Toma.

“E’ normale, cittadini molisani, che io, Aida Romagnuolo, vengo eletta in un partito come la Lega, risulto la prima eletta, ma a fare l’assessore ci va chi ha rifiutato di candidarsi come Mazzuto, o peggio, chi ci ha votato contro come Marone?”

Questo l’incipit dell’intervento della consigliera, dissidente e autrice con altri 5 colleghi del documento col quale si diffidava il Governatore a nominare un esterno in quota Lega (partito che nella maggioranza consiliare non può più contare su nessuno). Documento che Toma ha ignorato la settimana scorsa quando, subito dopo averlo ricevuto, ha nominato Michele Marone, attuale presidente del Consiglio comunale di Termoli, membro esterno della Giunta, con delega al Lavoro e al Sociale.

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“Toma garantì e garantisce la presenza in Giunta prima a Mazzuto – prosegue Aida Romagnuolo – che è stato impallinato alcuni mesi fa, per poi nominare il consigliere comunale Marone, proprio quello che osteggiò il centrodestra e che sembrerebbe abbia votato e fatto votare il M5S. E questo, senza la presenza della Lega in Consiglio Regionale”.

Aida Romagnuolo

Lo stesso concetto è stato ribadito, in un’altra forma, dal consigliere e segretario regionale Pd Vittorino Facciolla: “Michele Marone è un amico, lo conosco da tanti anni ma non l’ho chiamato per fargli gli auguri per questo nuovo incarico. E per una sola ragione: la sua, indipendentemente dalle sue competenze, è una nomina che nessuno vuole”.

Aggiunge Facciolla: “Marone è stato fiero protagonista di una campagna regionale contro questo governo e questo presidente. Avrebbe potuto rifiutare l’incarico. Ora si ritrova con 17 voti contro, e i primi 6 saranno i firmatari del documento con il quale il Presidente è stato diffidato a nominare un esterno della Lega in Giunta”.

Vittorio facciolla

E’ evidente l’accordo sotteso tra il Governatore e la maggioranza nel Comune di Termoli, presieduta dal sindaco Francesco Roberti. Che proprio mentre annuncia il no all’ipotesi di Larino Centro Covid e centro ricerche di Malattie Infettive invia un comunicato stampa che indebolisce, e di parecchio, il professato entusiasmo da parte del sindaco nella conferenza stampa per sostenere il progetto del nosocomio frentano solo 9 giorni fa.

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Oggi si registra una sorta di dietrofront del sindaco Francesco Roberti che finora era parso favorevole al Centro Covid nel nosocomio frentano. Proprio mentre in Consiglio regionale si sta per votare la mozione delle minoranze a favore della proposta di Larino, il primo cittadino di Termoli smorza un po’ i toni (i suoi, ndr) e dichiara in una nota stampa: “Sono favorevole al centro Covid di Larino, prima però occorre la riorganizzazione degli ospedali molisani e di quello di Termoli”.

Una dichiarazione che segue alla firma, assieme ad altri 117 sindaci, del documento pro-Vietri nonché alla conferenza stampa – al fianco del sindaco di Larino Pino Puchetti – organizzata dalla Diocesi e dalla rivista La  Fonte, fortemente favorevoli all’investimento in Basso Molise anche per riequilibrare – da un punto di vista territoriale – la sanità molisana.

Da rilevare come i fondi stanziati dal Governo per i centri Covid sono a sé stanti rispetto alla programmazione sanitaria regionale. E dunque, per intenderci, un ospedale inserito nella rete nazionale Covid non andrebbe a togliere risorse al servizio sanitario regionale e dunque agli altri ospedali, come pure qualcuno pare voler far intendere.

Il sindaco Roberti però ha voluto precisare che “Non abbiamo nessuna preclusione affinchè Larino diventi un centro di riferimento per le malattie infettive e per il Covid-19, tuttavia prima occorre sistemare gli ospedali molisani con i fondi che abbiamo già a disposizione. Poi se dal Governo arriveranno fondi da stanziare per rilanciare Larino non avremo nessuna difficoltà ad appoggiare questa iniziativa. Bisognerà però verificare se saranno sostenibili i successivi costi di gestione”.

Sui successivi costi di gestione si era espresso anche il presidente Toma che, dopo l’iniziale voto in Consiglio regionale (era il 6 aprile) a favore del Vietri, ovvero la proposta fatta propria dal Commissario ad acta Angelo Giustini, di recente aveva ‘virato’ sul Cardarelli.

 

Posizioni simili, dunque, e che probabilmente fanno parte di una strategia politica di centrodestra condivisa. Il sindaco della città adriatica ha voluto dunque oggi ribadire i problemi ‘annosi’ della sanità basso molisana e dell’ospedale termolese in particolare. “Un primo segnale potrebbe arrivare proprio dal commissario alla Sanità Angelo Giustini nel dare precise indicazioni sul ritiro del ricorso che pende sul Punto Nascite dell’ospedale San Timoteo.

Bisogna andare per gradi – ha concluso Roberti –, è un momento fondamentale per la Sanità. Tenere alta l’attenzione sul Covid senza però dimenticare le difficoltà dei nostri ospedali. Solo avendo dei presidi idonei alle esigenze della popolazione, potremo dedicarci in seguito a una struttura che riesca ad accogliere tutti coloro che avranno bisogno di assistenza specifica perché entrati in contatto con il virus”.

Se la nota di chiarimento sia la conseguenza di una indicazione arrivata dall’alto, non si sa. Ma appare un retroscena altamente plausibile, tanto che la stessa nota di Roberti è stata citata da Toma a giustificazione del suo dissenso verso l’opzione di Larino centro Covid. “Anche il sindaco di Termoli – ha dichiarato – proprio in questi minuti, ha inviato un comunicato stampa per dire che prima di fare Larino Centro Covid occorre dare garanzie agli ospedali esistenti, Termoli in primis”. Finora però l’adeguamento del Vietri (che dovrebbe essere finanziato con fondi specifici e fuori dal budget di routine) non era mai stato messo in relazione con la tutela e il potenziamento degli altri ospedali.

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