In Box

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Le parti sociali devono esser protagoniste nella fase progettuale della ripresa

È ormai da tempo che la UIL chiede di avviare un confronto per condividere e convergere le parti sociali economiche politiche ed istituzionali per la creazione di un patto per il rilancio economico del Molise. Se non ora quando passare dal farò al fare? Non si può continuare a sperare nel futuro senza programmarlo ora. La crisi economica, purtroppo, rischia di essere ancor peggio di quella sanitaria e siamo ancora in attesa di conoscere come la politica regionale pensa di rilanciare il territorio, su quali asset di sviluppo intende spendere le tante risorse che possono arrivare anche in Molise: serve una vera programmazione, servono idee chiare e progetti utili e realizzabili. Non servono elemosine o soldi da distribuire a pioggia, ma un vero cambio di passo. I sussidi non possono diventare una politica economica di base, perché a un certo punto non sono erogabili per esaurimento dei fondi e… che succederà in quel momento?

Così come si trova il tempo per incontrare i leader politici, con cui si tratta un posto in giunta, riteniamo si possa fare lo stesso per discutere di un piano strategico che guardi al futuro del Molise con chi da tempo prova a parlarne, ma senza esito.

Immaginiamo gli impegni quotidiani del Governatore, ma restiamo fermi sull’idea che senza una condivisione con chi rappresenta lavoratori e aziende non si possono impostare misure efficaci per un vero rilancio.

Assistiamo alla pubblicazione di bandi, sicuramente utili nel contenuto, (nonostante una procedura in cui vince la velocità di un click e non il merito della proposta) ma che restano operazioni spot e che speriamo siano almeno rapide riguardo l’erogazione dei fondi.

Tuttavia, non possiamo farci trovare impreparati rispetto all’impiego delle tante risorse europee che arriveranno, ma solo se ci saranno piani adeguati di investimento. La crisi sta mordendo la carne viva del Molise!

Centinaia di attività non ce la faranno a ripartire se non opportunamente protette, molte già non riapriranno più. Dove si è potuto, si è intervenuto con gli ammortizzatori sociali, seppur con una lentezza disonorevole nell’erogazione delle somme. Mentre combattiamo la povertà che avanza, dobbiamo produrre ricchezza, servono investimenti, cioè cantieri pubblici e privati: serve il Lavoro.

Adesso c’è da occuparsi del tessuto economico, nella sua interezza. Dal piccolo artigiano alla grande azienda turistica che non vedrà la luce se non sostenuta.

Non è una nostra idea isolata: lanciammo settimane fa questo allarme come sindacati davanti la sede della Giunta regionale, a cui fece eco il mondo del commercio, dell’artigianato. E proprio un paio di giorni fa, anche i vertici regionali di Confindustria hanno sollecitato la medesima cosa: un confronto urgente con rappresentanti di lavoratori e imprese per elaborare una strategia condivisa per la ripartenza.

Siamo pronti a dare il nostro contributo sull’utilizzo delle risorse, ma c’è l’urgenza di programmarne la spesa con qualità. Siano esse europee, statali e o regionali.

Non è più tempo di viaggi in solitaria e di decisioni calate dall’alto. Conosciamo le esigenze del territorio, avendone ulteriormente tastato fragilità e debolezza in queste settimane.

Da oggi, serve un vero cambio di passo, una strategia condivisa per investimenti in innovazione e sostenibilità ambientale, in infrastrutture e opere realmente strategiche per farci uscire dall’isolamento e a ridurre le diseguaglianze sociali, attraverso politiche economiche, sociali e fiscali di grande impatto.

Non possiamo più attendere i classici tempi della politica: il mondo economico e produttivo pretende ascolto, pianificazione e soluzioni.

 

Tecla Boccardo – Uil Molise

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