La fase 3 dell'economia

Industriali accusano Toma: “Turismo dimenticato, un errore erogare soldi a pioggia. Così l’economia non riparte”

Confidustria boccia le misure messe in campo dalla Giunta regionale guidata da Donato Toma che ha lanciato il programma 'Start Molise' e ha ideato il 'click day' per accedere ai fondi stanziati per superare l'emergenza covid. Per il presidente degli industriali Longobardi "governare da soli è un errore: risorse polverizzate e destinate solo alle micro imprese. Le medie aziende sono state completamente trascurate".

Nel giorno in cui l’Istat certifica i numeri drammatici dell’occupazione dopo il lockdown e la perdita di 400mila posti di lavoro in tutta Italia, anche in Molise la fase 3 non è iniziata nel migliore dei modi. Le varie categorie produttive sono scontente. E ora non nascondono il proprio malcontento neppure gli industriali molisani che bocciano le misure messe in campo dal governo regionale guidato da Donato Toma. Insufficiente quello che è stato definito il programma ‘Start Molise’, un piano da 58 milioni di euro che nelle intenzioni della Giunta regionale è il ‘bazooka’ per far ripartire l’economia.

Bocciato pure il ‘click day‘ ideato per erogare i finanziamenti previsti nei bandi regionali: in base a questo meccanismo, accede ai soldi chi riesce a inviare per primo la domanda alla piattaforma informatica elaborata dalla Regione Molise. Quindi chi è più veloce – magari perchè ha anche strumenti e conoscenze tecnologiche migliori – riesce a raggiungere l’obiettivo.

Mentre il covid sta mietendo ‘vittime’ anche tra le aziende rischiando di impoverire ancora di più il tessuto produttivo regionale, il presidente di Confindustria Molise Vincenzo Longobardi si fa portavoce delle preoccupazioni dei titolari delle medie imprese.

“Mi aspettavo – scrive nella lunga nota diramata oggi pomeriggio (4 giugno) alla stampa – da parte di chi governa questa regione, il riconoscimento del valore e del ruolo delle organizzazioni più rappresentative dell’impresa e dei lavoratori e la condivisione con queste fin dall’insediamento dell’attuale Governo regionale delle linee di sviluppo di questa Regione. Non è stato così neanche nella fase della diffusione della pandemia, durante la quale non siamo stati ascoltati nemmeno per condividere i problemi delle nostre aziende.

La delegittimazione del nostro ruolo, ampiamente testimoniata dal volerci convocare solo a partecipare a riunioni assembleari insieme a una pluralità di sigle poco significative sul territorio comunque non rappresentative degli interessi degli imprenditori e dei lavoratori, oltre che offenderci per quello che storicamente rappresentiamo,ci preoccupa per la superficialità con la quale si intendono affrontare i temi dello sviluppo di questo territorio”.

Longobardi interviene nel dibattito proprio ora che “va progettato il futuro del Paese e delle Regioni con l’utilizzo dei nuovi interventi finanziari della Unione Europea e dei fondi strutturali per il prossimo ciclo di programmazione.

Noi riteniamo che governare da soli senza condividere con le parti sociali più rappresentative del territorio obiettivi e strategie, soprattutto in questa fase di ricostruzione del paese dopo una pandemia che ha avuto effetti disastrosi sul piano globale, sia un errore, a livello nazionale e a quello locale, del quale rischiamo di pagare le conseguenze sul piano economico e sociale”.

Per Confindustria è arrivato anche il momento di rivedere le competenze delle Regioni: in Molise il bilancio regionale è assorbito quasi tutto dalla sanità e dal trasporto pubblico. Per gli altri settori quindi restano le briciole.

“Nei giorni di maggiore stress del nostro sistema sanitario nazionale, si è tornato a parlare di competenze regionali, dello Stato centrale, dei conflitti tra enti e del rapporto pubblico-privato. Torniamo a ribadire – argomenta il capo degli industriali molisani – che il tema della riduzione delle competenze regionali, non nuovo per Confindustria Molise, deve tornare centrale nella riflessione politica a tutti i livelli, insieme al tema della crescita e ovviamente dell’occupazione.

E’ proprio per ribadire questi due obiettivi che nei prossimi giorni coinvolgeremo i rappresentanti dei lavoratori e delle organizzazioni imprenditoriali più rappresentative per stabilire insieme un percorso che imponga il rispetto del nostro ruolo e consegni alla valutazione dei cittadini molisani poche precise proposte per salvaguardare l’economia di questo territorio.

Se ci ricordiamo, infatti, da dove siamo partiti possiamo capire meglio dove siamo arrivati e perché oggi è fondamentale fare un “mea culpa” sulla mancata riforma del titolo V della Costituzione e sulla delega alle Regioni della competenza sulla Sanità. Delega che, negli anni, ha devastato la sanità pubblica e reso incerto il diritto alla salute di tutti i cittadini sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Lo smantellamento in questi anni della sanità pubblica ha mostrato tutta la sua precarietà nel momento in cui abbiamo dovuto far fronte agli effetti di una pandemia devastante dalla quale ci siamo difesi con strutture depotenziate. Tra l’altro la regionalizzazione della sanità, lungi dall’attenuare il costo complessivo della spesa pubblica, ha prodotto deficit di bilancio regionale pagati a caro prezzo dalle tasse di cittadini e imprese bloccando la produttività del Paese”.

 

Il capo degli industriali molisani entra poi nel merito delle misure varate dal governo Toma.

La prima contestazione riguarda il mancato ascolto: “Ci saremmo aspettati, lo ripeto, di essere coinvolti dal Governo regionale almeno per valutare le iniziative di sospensione delle attività delle imprese industriali e le strategie da affrontare nella fase della ripresa. Così non è stato”.

Secondo motivo di preoccupazione: “Abbiamo assistito a una polverizzazione eccessiva delle poche risorse disponibili, peraltro erogate con il metodo inaccettabile del “click” che sapeva più di un “gratta e vinci” che di una modalità tesa a gettare le basi per attenuare l’impatto dei settori e delle aziende più esposte alla crisi del mercato.

Così come non abbiamo condiviso per nulla il voler puntare tutto sulle piccolissime e le piccole imprese. Tutte le sovvenzioni erogate dalla Regione Molise in questo periodo sono state rivolte esclusivamente a queste, nel presupposto dichiarato che le piccole imprese rappresentano la vocazione del Molise. Ma quando poi dobbiamo ricercare occasioni di crescita dell’occupazione in questa Regione pensiamo che questa si possa ottenere attraverso lo sviluppo delle microimprese?”.

Le previsioni di Confidustria sono nerissime: “Trascurare completamente il sistema delle imprese di media grandezza, anche di un settore, come il Turismo, sul quale questo Governo Regionale ha tanto puntato fin dall’inizio della attuale legislatura è stato un gravissimo errore, del quale pagheremo, purtroppo, le conseguenze in termini di ritardi e di incertezza nella ripresa economica di tutte le attività perché non dando il giusto rilievo alle medie imprese si penalizzano le filiere produttive che rappresentano il valore produttivo del nostro Paese” ”.

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