Le argomentazioni del governatore Donato Toma – che si è detto scettico sulla realizzazione di un ospedale covid a Larino – non le ha comprese. Michele Iorio continua a difendere il progetto di realizzare di un nuovo presidio sanitario dedicato alla cura delle persone che contraggono il nuovo coronavirus nella città frentana. Una scelta sostenuta anche da 118 sindaci.
E così i progetti sulla riorganizzazione della sanità che deve farsi trovare pronta a fronteggiare la seconda ondata del contagio, prevista in autunno, diventano nuovo motivo di scontro politico.
Ieri sera – 11 giugno – l’ex presidente della Regione Molise ha replicato seccamente all’attuale capo della Giunta: “Capisco che il governatore del Molise ha una certa ritrosia ad accettare suggerimenti dalla mia persona, ma fa specie sentirgli dire che il centro Covid a Larino significa costruire un cattedrale nel deserto.
Dalle dichiarazioni di Donato Toma, è chiaro che il presidente non ha afferrato bene il concetto di “Istituto di malattie infettive interregionale”. E’ questo il progetto a lungo termine che dovrebbe interessare il Vietri di Larino.
In ogni caso io preferisco costruire cattedrali piuttosto che cimiteri. E se Toma per deserto intende la città di Larino, è altrettanto palese che non conosce né la storia né il territorio della regione che governa”.
Una presa di posizione forte, che si contrappone nettamente a quella di Donato Toma che ieri mattina in una videoconferenza con i giornalisti ha spiegato perchè a suo dire è meglio realizzare un padiglione autonomo nell’ex hospice del Cardarelli di Campobasso.
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