Se non è un plebiscito poco ci manca. 118 sindaci dei complessivi 136 comuni molisani hanno apposto il proprio nome e cognome per sostenere la proposta del Covid-hospital al Vietri di Larino. Un consenso quasi unanime e trasversale (sia geograficamente che politicamente) alla proposta ideata dal Commissario alla Sanità Giustini e che è ora ‘capeggiata’ dall’Amministrazione di Larino. La sensazione è che si tratti della ‘volata’ finale di una corsa che sembrerebbe già vinta.
Basta guardare la lunga lista di Comuni (e sindaci) in calce al documento (sotto riportati) del sindaco Pino Puchetti per capire quanto, da est ad ovest in regione, il progetto piaccia. Non è solo il Basso Molise a sponsorizzare il Vietri-centroCovid. Sono tanti i ‘campanili’ del Molise Centrale e finanche dell’Alto Molise a propendere per una scelta che di fatto è alternativa ad una ed una sola: quella del Cardarelli di Campobasso. Sono praticamente la totalità dei Comuni molisani e si fa prima ad enumerare quelli che mancano all’appello: sono meno di venti e tra questi spicca l’assenza di Isernia, Venafro e Pozzilli. Mancano poi Bojano ed Agnone ma il motivo è di altra natura: si tratta di Comuni commissariati al momento sprovvisti di sindaci.
Per il resto ci sono un po’ tutti, compreso il primo cittadino di Campobasso, Roberto Gravina, che da tempo sta sostenendo la ‘battaglia’ di molti primari del Cardarelli che chiedono con forza il ripristino della normale funzionalità dell’ospedale. Conditio sine qua non: la fine della promiscuità tra pazienti Covid e non Covid che, a detta di molti, starebbe pregiudicando l’ordinaria attività di molti reparti e dunque la salute di molti, troppi, pazienti.
Nel documento reso pubblico dal primo cittadino del centro frentano vengono ripercorsi tutti i motivi a favore della scelta del Vietri. In primis: “La sanità molisana ha subito negli ultimi decenni continui tagli alla rete ospedaliera che hanno penalizzato l’erogazione quali-quantitativa delle prestazioni, mettendo a repentaglio il rispetto dei livelli essenziali di assistenza. L’istituzione di un centro covid-19, esclusivamente dedicato a tale finalità nella regione Molise, rappresenterebbe senza dubbio un’inversione di tendenza per l’intero sistema sanitario regionale”; e ancora “L’utilizzo di un’unica struttura destinata ad entrambe le attività (il Cardarelli, ndr) ha generato delle problematiche organizzative in Molise, come in tutta Italia, tra l’altro, evidenziate nella circolare del Ministero della Salute del 4 marzo 2020 con la quale si sottolinea che l’ospedale misto risulta ingestibile e fortemente penalizzante per tutte le altre attività di cura dei pazienti e del personale ospedaliero”.
Dunque l’excursus sull’iter: la proposta di Puchetti sottoscritta da oltre 100 sindaci molisani per separare le strutture ospedaliere Covid e non; la mozione approvata (il 6 aprile) dal Consiglio regionale che impegnava il presidente Toma ad attivarsi per la nuova destinazione del nosocomio di Larino; la proposta in merito del Commissario Giustini inviata ai vertici Asrem e della Regione; la comunicazione – e il sostegno – del Ministero della Salute alla proposta Vietri-Covid hospital nonché centro interregionale per le Malattie infettive. E poi, come anticipato, il ‘benestare’ del sindaco del capoluogo e dei primari dell’ospedale Hub molisano. Questi ultimi in particolare evidenziavano “i potenziali rischi d’inquinamento di pazienti non-covid con quelli affetti dal covid, nonché la presenza di un unico reparto di rianimazione utilizzato per pazienti Covid con conseguente impossibilità di destinarlo ai pazienti con altre patologie”.
Poi una ‘sfilza’ di appoggi: oltre a quello dell’intero Consiglio comunale di Larino, sono arrivati quelli di onorevoli (come Antonio Federico ed Ortis del M5s); della Diocesi di Termoli-Larino con il vescovo De Luca che sul tema ha voluto una apposita conferenza stampa; di comitati ed associazioni nonché dei cittadini del territorio, che sabato 6 giugno sono scesi ‘in piazza’, o meglio davanti alla struttura frentana ‘declassata’ ormai a semplice ospedale di comunità.
La struttura, appunto. È anche questo che ha ‘convinto’ i sindaci al progetto: un edificio moderno, di recente costruzione ad elevati standard di sicurezza, anche sismici. E poi “la sua favorevole ubicazione geografica che dista pochi chilometri (circa 20 Km) dall’arteria autostradale A14, a pochi chilometri dall’importante arteria stradale S.S. 16 e ben collegata con le strade regionali S.S. 647 e S.S. 87”. Una struttura, inoltre, con una superficie di oltre 3mila metri quadrati, con circa 150 posti letto dotati di ossigenoterapia e aspiratori predisposti, con 6 sale operatorie di cui una funzionante. Una nota anche sui servizi presenti: “radiologia in assenza di TAC; punto prelievi; ambulatori di cardiologia, di endoscopia, per le ulcere, di chirurgia e oculistica; poliambulatorio specialistico; centro antidiabetico; dialisi”. C’è anche un altro aspetto che viene sottolineato: l’ospedale è “diviso in aree disponibili per oltre 1000 mq ciascuno, che a loro volta sono ulteriormente divisibili in 3 moduli autonomi” e con un ingresso separato dalle attività erogate dall’ospedale di comunità.
Ultimo, ma non ultimo, la presenza di una camera iperbarica, di riferimento interregionale, “che alla luce delle ultime ricerche, in assenza di vaccino, rappresenta attraverso l’ossigenoterapia iperbarica una valida cura per contrastare il virus covid-19”.
Vi abbiamo raccontato della lotta intestina in seno all’Asrem, l’unico vero ostacolo incontrato sin qui al progetto. Intanto oggi 9 giugno un altro passo è stato compiuto. Il 15 giugno il Consiglio regionale tornerà a discutere sul tema, in una seduta monotematica voluta dal Pd. La notizia è salutata con soddisfazione dal consigliere Vittorino Facciolla: “Siamo soddisfatti di questo importante risultato per due motivi: il primo è che da mesi (e siamo stati i primi) sosteniamo che realizzare l’ospedale Covid a Larino significa poter creare un importante centro interregionale per le malattie infettive che sarà sicuramente motore per l’economia del nostro territorio, il secondo motivo è che finalmente si torna a discutere in Consiglio regionale di temi fondamentali per tutti i cittadini molisani come quello della Sanità e si torna a farlo con una prospettiva programmatica e concreta”. Ha tutte le sembianze di una battaglia politica. A metà mese il responso.
Di seguito la lista completa dei firmatari:
Larino – Giuseppe Puchetti
Campobasso – Roberto Gravina
Termoli – Francesco Roberti
Acquaviva Collecroce – Francesco Trolio
Acquaviva D’Isernia – Francesca Petrocelli
Baranello – Marco Maio
Belmonte del Sannio – Anita Di Primio
Bonefro – Nicola Giovanni Montagano
Busso – Michele Palmieri
Campochiaro – Simona Valente
Campodipietra – Giuseppe Notartomaso
Campolieto – Annamaria Palmiero
Campomarino – Piero Donato Silvestri
Capracotta – Candido Paglione
Carpinone – Pasquale Colitti
Casacalenda – Sabrina Lallitto
Casalciprano – Eliseo Castelli
Castelbottaccio – Nicola Marrone
Castellino del Biferno – Enrico Fratangelo
Castelmauro – Flavio Boccardo
Castelpetroso – Michela Tamburri
Castelpizzuto – Carla Caranci
Castel San Vincenzo – Marisa Margiotta
Castropignano – Nicola Scapillati
Cercemaggiore – Gino Donnino Mascia
Cercepiccola – Michele Nardacchione
Cerro al Volturno – Remo Di Ianni
Chiauci – Alessandro Di Lonardo
Civitacampomarano – Paolo Manuele
Civitanova del Sannio – Roberta Ciampittiello
Colle D’Anchise – Carletto Di Paola
Colletorto – Cosimo Damiano Mele
Colli a Volturno – Emilio Incollingo
Duronia – Michelino D’Amico
Ferrazzano – Antonio Cerio
Filignano – Federica Cocozza
Forli del Sannio – Roberto Calabrese
Fossalto – Saverio Nonno
Frosolone – Felice Ianiro
Gambatesa – Carmelina Genovese
Gildone – Nicola Vecchiullo
Guardialfiera – Vincenzo Tozzi
Guardiaregia – Fabio Iuliano
Guglionesi – Mario Bellotti
Jelsi – Salvatore D’Amico
Limosano – Angela Amoroso
Lucito – Giovanni Marasca
Lupara – Pasqualino Morinelli
Macchia Valfortore – Gianfranco Paolucci
Macchia D’Isernia – Giovanni Martino
Macchiagodena – Felice Ciccone
Mafalda – Giacomo Matassa
Matrice – Arcangelo Lariccia
Mirabello – Angelo Miniello
Miranda – Marco Ferrante
Molise – Domenico Cirelli
Monacilioni – Michele Turro
Montagano – Giuseppe Tullo
Montaquila – Marciano Ricci
Montecilfone – Giorgio Manes
Montefalcone nel Sannio – Riccardo Vincifori
Montelongo – Nicolino Macchiagodena
Montemitro – Sergio Sammartino
Montenero di Bisaccia – Nicola Travaglini
Monteroduni – Custode Russo
Montorio nei Frentani – Nino Pellegrino Ponte
Morrone del Sannio – Antonio Domenico Colasurdo
Oratino – Roberto De Socio
Palata – Maria Di Lena
Pesche – Ido De Vincenzi
Pescopennataro – Carmen Carfagna
Petacciato – Roberto Di Pardo
Petrella Tifernina – Alessandro Amoroso
Pettoranello del Molise – Andrea Nini
Pietrabbondante – Antonio Di Pasquo
Pietracatella – Luciano Pasquale
Pietracupa – Camillo Santilli
Pizzone – Letizia Di Iorio
Portocannone – Giuseppe Caporicci
Provvidenti – Salvatore Fucito
Riccia – Pietro Testa
Ripabottoni – Orazio Civetta
Ripalimosani – Marco Giampaolo
Roccamandolfi – Giacomo Lombardi
Roccasicura – Fabio Milano
Roccavivara – Franco Antenucci
Rocchetta a Volturno – Teodoro Santilli
Rotello – Michele Miniello
Salcito – Giovanni Galli
San Biase – Isabella Di Florio
San Felice del Molise – Fausto Bellucci
San Giacomo degli Schiavoni – Costanzo Della Porta
San Giovanni in Galdo – Domenico Credico
San Giuliano del Sannio – Angelo Codagnone
San Giuliano di Puglia – Giuseppe Ferrante
San Martino in Pensilis – Giovanni Di Matteo
San Massimo – Alfonso Leggieri
San Pietro Avellana – Francesco Lombardi
San Polo Matese – Tonino Spina
Sant’Agapito – Giuseppe Di Pilla
Sant’Angelo del Pesco – Nunziatina Nucci
Sant’Angelo Limosano – William Ciarallo
Sant’Elena Sannita – Giuseppe Terriaca
Sant’Elia a Pianisi – Biagio Faiella
Santa Croce di Magliano – Alberto Florio
Santa Maria del Molise – Costantino Kniahynicki
Scapoli – Renato Sparacino
Sepino – Paolo Pasquale D’Anello
Sesto Campano – Luigi Paolone
Spinete – Michele Di Iorio
Tavenna – Paolo Cirulli
Torella del Sannio – Antonio Lombardi
Toro – Roberto Quercio
Trivento – Pasquale Corallo
Tufara – Gianni Di Iorio
Ururi – Raffaele Primiani
Vastogirardi – Luigino Rosato
Vinchiaturo – Luigi Valente
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