Campobasso

“Il Cardarelli non garantisce le cure ai pazienti No Covid”: i medici scrivono al commissario Giustini, che convoca il direttore Asrem

Con una nota riservata i primari e direttori di reparti di patologie tempo-dipendenti, chirurgia e oncologia, chiedono di ripristinare la funzionalità dell'ospedale che al momento non garantisce le cure come dovrebbe. Il commissario Giustini ha convocato un incontro in Asrem col personale e il direttore generale Florenzano. Una vicenda nella quale si inseriscono anche le denunce (per ora social) di familiari di persone decedute per situazioni scollegate dal Covid.

L’ospedale Cardarelli di Campobasso, di fatto unico “vero” ospedale molisano, non sta funzionando come dovrebbe e non garantisce le cure ai pazienti non Covid. A dirlo non è il solito cittadino scontento e col dente avvelenato contro una sanità che fa acqua. Lo sostengono i medici, i direttori di reparto dello stesso nosocomio monopolizzato per tre mesi da una emergenza sanitaria senza precedenti che ora però è stata (fortunatamente) riassorbita, tanto che nel reparto di Infettive non ci sono ricoverati e in Terapia Intensiva rimangono solo due pazienti con infezione da Sars-Cov 2 che hanno bisogno dell’ossigeno.

Perché questo ritardo nel ripartire a pieno regime con le altre patologie? E’ la domanda sottesa alla nota che direttori di unità operative e primari hanno inoltrato al Commissario alla sanità Angelo Giustini. Con una nota riservata, ma della quale è trapelato il contenuto, i medici chiedono di ripristinare l’originaria funzionalità del nosocomio del capoluogo quale Centro Hub Regionale “destinato alle patologie tempo-dipendenti, del trauma ed oncologiche affinchè si garantisca la necessaria assistenza sanitaria ai numerosi pazienti No Covid”.

Una forte ammissione di non funzionamento del Cardarelli in relazione a determinati campi di intervento che al contrario l’hub regionale deve garantire. Il commissario Giustini, ritenendo di dover chiarire la vicenda e individuare una soluzione (la struttura commissariale dispone dei poteri attuativi per il rispetto dei Piani Operativi sanitari) ha quindi convocato il Direttore Generale Oreste Florenzano e tutti i direttori di reparto per un incontro di chiarimento nella sede Asrem che si svolgerà in settimana.

Il commissario, interpellato dallo stesso personale in servizio, intende trovare una soluzione. Dall’altra parte infatti ci sono i pazienti, alcuni dei quali in attesa da mesi di essere sottoposti a interventi, a cicli di chemioterapia, a operazioni chirurgiche. Pazienti che, secondo quanto si apprende soprattutto da fonti dirette e dai loro familiari, non si sentono garantiti.

Quante persone sono morte in questi ultimi 3 mesi per motivi non legati all’infezione da Sars-cov-2 ma per colpa della sanità bloccata? Il lockdown e il lungo stop alle prestazioni sanitarie non urgenti potrebbe aver provocato un peggioramento delle loro condizioni di salute. Lo ha denunciato anche Repubblica qualche giorno fa, quando ha raccolto l’allarme dei medici: in tutta Italia sono stati persi tre mesi di cure, sono saltati 500mila interventi e 12 milioni di esami radiologici.

Anche nella nostra regione non va meglio.

Cure ‘negate’ e liste d’attesa intasate. Pazienti no Covid rivendicano la tutela della salute

Il Molise sta vivendo con grandi difficoltà il ritorno alla normalità: non si sa quando entrerà pienamente in funzione l’ospedale covid individuato dalle autorità sanitarie, il Vietri di Larino. E il più grande presidio della regione, il Cardarelli di Campobasso, è ancora un ospedale misto: percorsi per i malati che hanno contratto il virus (due sono ancora ricoverati in Terapia Intensiva) e percorsi per i pazienti che hanno bisogno di altre cure. In quest’ultimo caso, reparti e ambulatori (l’Unità operativa di Oncologia ad esempio) sono stati spostati quasi tutti nel padiglione più nuovo che sorge in prossimità dell’ingresso alla Facoltà di Medicina. E’ stata creata una ‘torre covid’ interna al blocco principale: l’area è completamente interdetta.

Oncologia spostata nell’ala nuova, sale operatorie e percorsi separati: il covid ha ‘trasformato’ il Cardarelli

Quanto funziona questa riorganizzazione? Per niente, dicono i familiari delle persone decedute in queste ultime settimane e che si erano rivolte al Cardarelli. Qualcuno lo ha denunciato pubblicamente sui social, riservandosi di rivolgersi anche alle autorità preposte.

Ad esempio Rino Ziccardi, storico esponente politico della sinistra campobassana, ha raccontato su Facebook la tragica vicenda della sorella deceduta nel giro di tre giorni dopo aver fatto la spola tra l’ospedale di Campobasso e quella di Isernia. Non aveva contratto il covid, ma aveva bisogno di un posto in Rianimazione, il reparto salvavita bloccato dall’attuale ricovero di due persone che hanno contratto il virus.

Eccolo il post pubblicato da Rino Ziccardi: “Domenica mattina 31 maggio mia sorella accusa crisi respiratorie, temperatura corporea bassa e continui tremori, chiamiamo il 118 e decidono di portarla al Cardarelli dove la intubano in rianimazione e prelevano, giustamente, un tampone per l’analisi Covid, dopo le ore necessarie per via telefonica siamo informati che non ha contratto la pandemia e che, essendo in un ospedale covid, era in fase di trasferimento in un ospedale limitrofo non covid. La Cattolica non ha posti di rianimazione disponibili mentre a Isernia ne hanno e quindi la trasferiscono in quell’ospedale intubata. Continua la rianimazione e, giustamente visti i sintomi, le ripetono il tampone a tutela anche dei familiari che gli sono stati vicini. Dopo sette ore dall’arrivo a Isernia, mia sorella muore la notte del 2 giugno e rimane in barella isolata in attesa dell’esito del tampone. La mattina sappiamo che anche questo tampone non certifica il Covid e la salma viene posta in camera mortuaria in attesa dei funerali. Qual è la logica di considerare l’ospedale hub più grande del Molise ospedale Covid? Perchè questo ospedale, tra i più attrezzati anche per altre patologie, ha curato pazienti Covid per mesi e distribuito pazienti no covid in altre strutture? Perchè l’esigenza di individuare un ospedale Covid è stato approvato dal governo, dal consiglio regionale dello stesso Presidente Toma, dall’unità di crisi, dallo stesso Commissario Giustini e dalla grande maggioranza dei sindaci dei comuni? E perchè i pazienti devono correre il rischio, insieme ai parenti, di contrarre il virus in un ospedale Covid che raccoglie malati di una vasta area?”.

Quello della Rianimazione è probabilmente il principale problema da affrontare. A metà maggio il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano aveva lanciato l’idea di realizzare dei moduli di Terapia Intensiva, strutture simili a quelle realizzate a Milano e a Napoli. “Non sono container ma prefabbricati specifici per le attività di terapia intensiva, già strutturati con attrezzature, utenze e presidi”, aveva dichiarato a Primonumero. I tempi della conclusione del progetto sono ancora incerti.

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