di Antonio Andriani
Per quant’infernasse, qui sulla terra
giungon due poeti,
storici strozzapreti,
di novo ‘n Italia;
provvisti di balia
Virgilio e l’Alighieri.
Un campione li guida nel viaggio,
tormentato da sabbie del deserto.
Provvede Pasquale, a dar loro coraggio,
nato qui, d’esti luoghi lui l’esperto.
Morta la notte, ‘l ciel s’è aperto
e mancano sparute ore
al Corpo del Signore.
L’arrivo ‘n Via Trento
sgombera lo sgomento,
spazio ai dolci pensieri!
L’alba ritarda! Dinanzi al Museo,
s’attaccano decisi ‘l campanello,
ma drento non approntano il corteo.
Lesto un barbuto, schiude lo cancello
a li stanchi cristiani, è il fratello
‘n mascherina, faccia
a distanza, non l’abbraccia,
e la voce fa gravosa:
“Pandemia!” Untuosa
pece sui volti neri
de’, perniciosi, diavoli all’attacco
del sindaco, e giù sputi su l’umani.
Urla tunzella ‘l commediante Ciacco
ch’infligge strazi e graffi disumani,
per costoro non ci sarà domani!
Gode ‘l satana, losco,
alle pene del tosco,
morente. A lor difesa,
chi entra nella contesa
a salvar quegli stranieri?
Con l’aguta della lancia, infilza
demoni e belzebù, anco lo drago
e, di netto, Lucifero nella milza.
Di cotal giustizia, non sembia pago
Santo Giorgio e li annega in un gran lago,
sudicio. Ei comanda
note allegre alla banda
e dice: “Scannette all’erte!”
Piazze non più diserte
e festanti di Misteri.
Andri130620 PARAFRASI = = la ballata, alla maniera di quelle di Guido Cavalcanti, è formata da quattro stanze di dieci versi ciascuna (endecasillabi e settenari), con schema della rima ABABBccddx; ripresa di sei versi corrispondenti alla sirma di ogni stanza, con schema Abbccx (l’ultimo verso di ogni stanza presenta sempre la stessa rima x), l’estensione è di 46 versi. Il titolo è un settenario. Versi destinati alla città dove son nato per fermare il tempo, quest’anno che i Misteri resteranno, tristemente, al palo.
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