Politiche sociali

Assessore esterno alla Lega, bordate dalla maggioranza contro Toma: “Zero fondi per sociale”

La consigliera regionale Filomena Calenda non si nasconde e spara a zero contro il presidente della Regione: "Il Molise tutto è stanco di assistere alle lotte intestine"

Al termine di una giornata convulsa dal punto di vista politico la prima bordata contro il presidente Donato Toma, che nel pomeriggio ha nominato Michele Marone quinto assessore esterno in quota Lega, arriva dalla dissidente Filomena Calenda, ex leghista e ora esponente del movimento Prima il Molise dopo l’espulsione dal partito.

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La consigliera regionale, una delle firmatarie del documento con cui metà della maggioranza aveva chiesto al governatore un maggiore coinvolgimento e praticamente calpestato dal capo della Giunta, spara a zero sul terreno delle politiche sociali. Guarda caso, proprio una delle competenze assegnate al neo assessore Michele Marone e prima in mano a Luigi Mazzuto, anche lui esponente del Carroccio.

Sono mesi che i molisani, ma soprattutto coloro i quali hanno per esigenze sociosanitarie bisogno di azioni e tempi concreti, aspettano una svolta per quanto attiene ai fondi destinati alla non autosufficienza. Ad oggi – denuncia Filomena Calenda – però tutto è rimasto allo stato embrionale di una promessa senza finale”.

La consigliera ricorda di aver chiesto al presidente Toma, in quanto titolare della delega alle politiche sociali, di attivarsi affinché venisse attuata la modifica della delibera di Giunta numero 79 del 6 marzo 2020 e l’aggiornamento degli allegati “Programma regionale per la non autosufficienza” e il “Disciplinare per la realizzazione del programma regionale per la non autosufficienza.

Ad oggi – insiste la Calenda – 2/3 degli aventi diritto ai fondi FNA appartiene alla fascia di popolazione over 65, e sono rimasti esclusi, a causa della SVAMA (Scheda per la Valutazione Multidimensionale dell’Anziano) utilizzata per stilare le graduatorie, coloro che si trovano in una situazione di disabilità dalla nascita, rispetto agli anziani per cui la non autosufficienza sopraggiunge in tarda età. Una grave penalizzazione a cui andrebbe posto rimedio.

Mi rammarica constatare che nulla è stato fatto, nonostante avessi ricevuto rassicurazioni dal presidente. Alla luce dell’urgenza con cui attivarsi, spero che tra le preoccupazioni di un allargamento di giunta e una sentenza del Tar (il riferimento è al ricorso di Antonio Tedeschi e Massimiliano Scarabeo che si discuterà domani, ndr), si possa trovare il tempo per azioni serie e rispettose dei bisogni reali dei molisani”.

Poi l’affondo finale: “Passeremo alla storia come amministratori più inclini alle beghe di palazzo che dediti a risollevare il Molise. In una fase di emergenza sanitaria, ma anche economica, la politica avrebbe dovuto spendere il proprio tempo per studiare strategie di ripresa e offrire soluzioni alle numerose criticità che quotidianamente si presentano sotto gli occhi di tutti, invece si assiste a nomine e stratagemmi a finalità politica che nulla hanno a che vedere con i molisani. Il Molise tutto è stanco di assistere alle lotte intestine, alle diatribe di una politica irrispettosa dei suoi elettori. Non mi ravvedo in queste logiche, non mi appassionano le telenovelas politiche, vado avanti cercando di dare risposte ai molisani, che sicuramente sapranno comprendere le difficoltà di chi grida da solo in un ginepraio di egoisti”.

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