Il ricordo

Tonino Molinari, l’uomo che portò in paradiso Campobasso e l’intera regione

Cinque anni fa ci lasciava il presidentissimo, uno straordinario personaggio, capace di portare i Lupi nell’élite del calcio nazionale e di far gonfiare il petto all’umile Molise. Grazie a lui la squadra rossoblù conquistò il blasone che ancora oggi le viene riconosciuto. Memorabili le imprese contro la Juventus, la Lazio, la Fiorentina, il pari contro il Milan. E un entusiasmo straripante in quegli anni d’oro.

Cinque anni fa se ne andava l’uomo che ha fatto conoscere più di ogni altro Campobasso all’Italia: Tonino Molinari. L’aria era tiepida, la primavera stava sbocciando. Il presidentissimo si spense nella sua casa romana all’età di 83 anni. Se ne andò in silenzio, in un giorno festivo. E infatti ai funerali del giorno dopo non c’era la folla oceanica che ci si aspettava e che doveva onorarlo: la chiesa di Sant’Antonio di Padova era piena ma non stracolma. Pochino per uno che ha riscritto il calcio nostrano ma anche il destino della regione Molise…

 

Rilevò i Lupi nell’estate del 1981. E fu subito… B. Che cavalcata, e che rimonta. La squadra allenata da Montefusco partì maluccio, si ritrovò addirittura nelle ultime posizioni. E allora via alla rivoluzione: in panchina il mitico Antonio Pasinato oltre a quattro rinforzi di rilievo: Biondi, Maragliulo, Biagetti e Ciappi. Il resto appartiene alla storia rossoblù, che visse la sua apoteosi con l’invasione di campo e il visibilio della tifoseria nell’ultima partita vinta contro la Reggina. Qualche giorno dopo, arrivò l’ufficialità della serie B. Che solo a pronunciarla ora mette i brividi addosso.

 

A tal proposito, c’è un aneddoto speciale, raccontato da Stefano Castellitto nel suo ‘Tutto il Campobasso minuto per minuto’: alle 10 di mattina del 2 giugno, al Liceo Classico arrivò una soffiata speciale al preside Luigi Biscardi da parte del fratello Aldo, noto giornalista sportivo, che gli rivelò che la promozione era ormai cosa fatta: 2-0 a tavolino col Casarano, respinto invece il ricorso della Nocerina che era a pari punti col Campobasso. In maniera irrituale, Biscardi uscì dal suo ufficio per annunciare a studenti e professori la bella notizia. E si scatenò la festa.

Serie B

Grazie a Molinari, la città, la regione, ebbero un moto di orgoglio, di riscatto, di crescita senza precedenti. La nostra terra, povera e umile, sfidò e spesso sconfisse ‘Golia’. Come non ricordare la vittoria sulla Juventus nello stadio nuovo di zecca fortemente voluto da lui. Oppure la sconfitta rifilata alla Lazio, quella alla Fiorentina. Il pareggio contro il Milan. E un rispetto generalizzato verso la squadra campobassana in quegli anni d’oro, 1982/1987. Quinquennio irripetibile.

 

Ecco, il presidentissimo fu l’artefice di tutto ciò. Senza il suo coraggio, la sua voglia di osare e di primeggiare, oggi non potremmo vantare il blasone che negli anni ottanta fu conquistato col sudore sul campo. Col sudore di gente attaccata alla maglia, con i molisanissimi Michele Scorrano e Raffaele Di Risio sempre in prima linea, e tanti altri che contribuirono a far vivere a Campobasso e dintorni la ‘Grande Bellezza’. Grazie presidente Molinari.

 

P.S. Che gli si intitoli lo stadio di Selvapiana.

commenta