Parla la sessuologa

Sesso e coronavirus, l’esperta: “Fate l’amore, riduce lo stress”. L’autoerotismo? “Ottimo contro l’astinenza forzata”

Fiorella Masucci spiega le implicazioni della pandemia da Sars Cov 2 sulla vita sessuale di coppie stabili, fidanzati e sulle relazioni occasionali. Dal distanziamento obbligatorio e le sue conseguenze sul naturale desiderio di socialità dell'uomo, alla rete come risorsa all'isolamento, in questa intervista proviamo a sciogliere anche qualche dubbio sui potenziali pericoli nascosti dietro un semplice bacio o i rischi di un rapporto fisico con persone che si conoscono poco.

Il Coronavirus ha cambiato molte abitudini. Comprese quelle sessuali. Col distanziamento sociale che resiste anche nella cosiddetta Fase 2 per molte, moltissime persone, avere un rapporto sessuale è diventato più complicato. Se non impossibile. Con tutti i divieti, le precauzioni anti contagio e soprattutto quel metro di distanza necessario con tutti coloro che vivono fuori dalle nostre mura domestiche in questo periodo, “c’è il fermo biologico” come scherza qualcuno. La rete, va detto, è stata una grande risorsa. Ma in tanti, pensiamo ai fidanzati rimasti fisicamente lontani per due mesi, non hanno potuto toccarsi, baciarsi, accarezzarsi. Riducendo così la loro relazione amorosa a un mero atto di autoerotismo. Non necessariamente meno soddisfacente. La stessa sorte è toccata (e tocca ancora) a tutti coloro che non hanno una relazione in cui si convive: la sola, ad oggi ‘autorizzata per decreto’ in cui è possibile fare sesso.

Di tutto questo abbiamo parlato con la dottoressa Fiorella Masucci, psicologa psicoterapeuta specializzata in sessuologia clinica.

Dottoressa ci illustri le implicazioni della quarantena sulla vita di coppia (affettiva e sessuale). Partiamo dalla classica coppia moglie/marito (o conviventi) per poi estendere il discorso a coloro che hanno stabili relazioni affettive (i fidanzati) e che, solo dal 4 maggio, sono tornati a vedersi. Questa distanza (e nel caso dei conviventi questa vicinanza stretta durante i due mesi di lockdown) in che modo può aver influito sulla relazione e sulla loro vita sessuale?

 “Una vita sessuale soddisfacente si costruisce nel tempo, all’interno di una relazione stabile il desiderio può subire delle oscillazioni sia in senso di un aumento che di una riduzione, a seconda della fase di vita, degli eventi esterni o dei cambiamenti interni alla persona.

Di fatto, le coppie stabili, coniugate o conviventi, possono aver sperimentato periodi in cui il desiderio era più elevato per passare ad altri in cui sembrava quasi nullo, pensiamo dopo la nascita di un figlio o a seguito di un lutto, anche se le risposte restano sempre molto individuali ma, è pur vero che se sono “impegnato” ad affrontare un grosso stress o un dolore difficilmente mi concederò momenti di piacere. Possono esserci fasi in cui la sessualità è vissuta come routinaria per poi avere un’impennata, ad esempio durante una vacanza.

Sicuro è che una sessualità costruita nel tempo con un partner che si conosce, con cui si è sperimentato e condiviso un immaginario erotico, fantasie e sperimentato un repertorio di risposte sessuali soddisfacenti, dovrebbe rappresentare un buon substrato, anche durante la quarantena. La sessualità non è scissa dalla relazione, pertanto più questa ha basi solide più si tenderà a preservare anche quell’area di intimità che contraddistingue una coppia “coniugale” da una di amici, fratelli eccetera.

Per le coppie che hanno dovuto vivere questo lungo lockdown, il tornare ad incontrarsi, dovrebbe avere anche il sapore di un’attesa tanto desiderata quanto stimolante per un ri-trovarsi sessualmente. Ma ribadisco, anche in questo caso la relazione farà la differenza. La vicinanza o distanza forzata sono variabili che possono rinforzare, distruggere o acuire amore o odio, sulla base della costruzione del rapporto nel tempo, della storia della coppia, del nostro stile di attaccamento che in un momento così critico potrebbe attivare modalità più o meno funzionali e della capacità di attingere a proprie risorse personali”.

 In che modo il distanziamento sociale condiziona altri tipi di relazione? Pensiamo per esempio a chi non ha un/una compagno/a stabile (ma anche a chi ha una relazione clandestina, adescava su internet o sceglieva le professioniste del sesso a pagamento) ma ha comunque una vita sessuale attiva. Oggi cosa è cambiato per loro e come si regolano?

“In momenti in cui l’istinto di sopravvivenza domina la nostra vita, come è accaduto in questa prima fase di lockdown, tendenzialmente tutti gli altri bisogni, come ad esempio quello dell’ “accoppiamento sessuale” restano silenti, fintanto che sperimentato un maggiore senso di sicurezza torniamo a soddisfare anche questo. Parlo in termini istintivi per far comprendere come, nel caso dei rapporti occasionali, oltre ad essersi ridotti per via del lockdown, dovrebbero aver perso un po’ del loro “fascino” a seguito della possibilità di un contagio e quindi di un alto rischio per la nostra vita. Questo non significa che non ci siano stati, soprattutto perché ci sono persone che amano il rischio, sfidano la morte a sprezzo della vita, ma parliamo di situazioni “clinicamente” significative, in quanto tendenzialmente l’essere umano cerca di contrastare il “principio di morte” e di preservare se stesso.

Laddove ci siano o si riprenda una vita sessuale in cui il partner è occasionale o varia spesso, il principio di base sarebbe scoraggiare simili condotte in quanto ad altissimo rischio di contagio, perché non si conosce lo stile di vita, le frequentazioni, le abitudini dello stesso o le sue modalità di proteggersi o esporsi al contagio.

Questo rappresenta un grosso fattore di incognita e ad altissimo rischio di contrarre il Covid19, oltre che altre malattie a trasmissione sessuale, gravidanze indesiderate, soprattutto laddove non si usano nemmeno i dispositivi di base, come il profilattico”.

Il sesso virtuale, altro grande tema: rimane virtuale visto che non ci si può vedere? E questo toglie o aggiunge qualcosa alla relazione online?

 “La tecnologia non va mai demonizzata laddove diviene, come è accaduto in questa fase emergenziale, una modalità per “sopravvivere” alla distanza fisica, alla mancanza, all’assenza di un contatto corporeo, alla possibilità di “dirsi addio” com’è accaduto a familiari ricoverati e poi deceduti, o a mantenere relazioni amicali, affettive significative.

Pensiamo ai nostri adolescenti, i quali si sono mostrati ad altissimo funzionamento, in un momento così restrittivo, con una capacità di resilienza che ha di gran lunga superato quella di molti adulti, perché più in grado anche di sfruttare i dispositivi tecnologici ed utilizzarli per sopperire alla mancanza. Inoltre, praticare del “sesso on line” con il/la partner con cui si ha una relazione significativa, in una condizione di quarantena, che ha tenuto lontano molte coppie, ha aiutato le stesse a mantenere attivo il desiderio, a soddisfarlo seppur con dei limiti e a rimandare all’altro la co-costruzione di un momento posticipato in cui lo stesso si sarebbe potuto realizzare dal vivo.

Anche la pratica dell’autoerotismo andrebbe maggiormente valorizzata, in quanto ottima per dedicarsi a noi stessi al di là e a prescindere dalla presenza/assenza del partner e soprattutto un’ottima modalità per sopportare l’astinenza forzata nel rapporto di coppia”

Può dare anche qualche consiglio legato alla salute? Che tipo di rischi ci sono (se ce ne sono) nel fare l’amore col proprio partner in questo periodo?

“Più che consigli è bene seguire tutte le linee guida delineate dal ministero della salute e da tutta la comunità scientifica in termini di auto-protezione e tutela dell’altro, quindi attraverso dispositivi come mascherine e distanziamento sociale, per evitare che tutto il lavoro finora svolto dagli operatori sanitari nel salvare vite e dalle persone che, sacrificandosi, si sono impegnate a ridurre il contagio, non vada vanificato.

Per quanto riguarda la vita sessuale, nelle coppie conviventi non è stata mai vietata, anzi il benessere sessuale è un ottimo antidoto per affrontare momenti di stress, laddove la si riesce a vivere in modo soddisfacente. Per i partner occasionali o rapporti promiscui il discorso cambia completamente perché fonte di contagio e quindi di pericolo per la propria e altrui vita”.

Chi è in isolamento perché positivo al virus Sars Cov 2 può avere una vita sessuale o deve astenersi?

“Come indicato prima, si devono seguire tutte le linee guida stabilite e in questo caso specifiche per situazioni in cui la persona fosse risultata positiva quindi vettore certo di contagio. Come in tutte le situazioni in cui siamo portatori di un’infezione, virus o altra malattia trasmissibile, l’astensione di contatti ravvicinati e a maggior ragione di rapporti sessuali, in cui c’è la massima intimità, con scambio di fluidi corporei, andrebbe evitato fino a guarigione completa ed accertata, sia che il partner sia convivente o no. In questa circostanza e se la persona sta bene, nonostante la positività, ci viene in soccorso l’autoerotismo, che è un’ottima pratica per sopperire all’astensione e mantenere attivo il desiderio sessuale, senza correre alcun rischio”.

E chi svolge un tipo di attività a rischio come per esempio un infermiere in ospedale?

 Intanto, va distinto l’operatore ad alto e a minimo rischio. A seconda del livello, tutti devono prendere precauzioni. Sicuramente i “sanitari Covid”, ossia quelli che lavorano ed operano in un reparto o ospedale Covid, sono più esposti al contagio pertanto dovrebbero usare tutte le precauzioni possibili ed indicate dalle linee guida, non solo nel praticare la sessualità ma riguardo, in generale, a tutti i contatti relazionali.

Gli operatori sanitari soprattutto quelli in prima linea, conoscono perfettamente i rischi, le modalità di contagio e anche tutte le precauzioni che devono attivare”.

E’ vero che i baci – in tempi di coronavirus – sono di gran lunga più pericolosi del sesso orale, anale e vaginale?

 “Questa domanda trova risposte nella conoscenza scientifica, nell’essere documentati sulle modalità di contagio e trasmissione del virus. Sappiamo perfettamente che lo stesso può passare anche senza un contatto fisico diretto ma se, a distanza ravvicinata, siamo raggiunti da goccioline di saliva provenienti dall’altro, purché infetto, senza aver adottato alcuna precauzione attraverso l’uso di dispositivi, quali mascherine o il distanziamento fisico, pertanto siccome il Covid19 è un virus ad altissimo contagio, non si può stabilire quale tra i comportamenti sopra elencati sia quello più pericoloso, perché purtroppo ciò che ci ha insegnato più di tutto questo virus è che la modalità più pericolosa è la “vicinanza” e sarà questa che, passata l’emergenza sanitaria, andrà ripristinata in termini più psicologici e sociali che fisici, perché è stata attentata la base del nostro desiderio ed istinto di “socialità” e vicinanza emotiva e corporea”.

Fiorella Masucci, 46 anni, è psicologa psicoterapeuta specializzata in sessuologia clinica.  Formata in EMDR (Tecnica terapeutica per lavorare sui Traumi) è una libero professionista, da 18 anni, e lavoro come psicologa presso ATS Campobasso – Servizi Sociali, da più di 11 anni. Supervisora presso il centro antiviolenza “Be Free” di Campobasso è anche psicologa Ania Cares per il Pronto Soccorso psicologico per le vittime della strada (progetto nazionale della fondazione Ania e l’Università “La Sapienza” di Roma) e psicologa Ania Cares plus per supporto psicologico agli operatori sanitari. Masucci è inoltre consigliera presso l’Ordine degli psicologi del Molise.

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