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Salto in C, Campobasso col fiato sospeso. Rimonta, 2° posto, riforma: e pensare che a novembre…

Una stagione intensissima, stoppata il 1 marzo da secondi in classifica alle spalle del Matelica. Nei primi giorni di giugno il Consiglio Federale della Figc deciderà su promozioni, retrocessioni ed eventuale riforma dei campionati che permetterebbe ai Lupi di accedere alla C. Ma senza i 18 risultati utili consecutivi, giunti dopo un inizio disastroso, e quel gol al 95’ a Notaresco di Cogliati forse si parlerebbe di altro… In ogni caso, il presidente Gesuè vuole ripartire da Alessandro, Cogliati Brenci, Dalmazzi e altre pedine importanti.

Strana la vita del tifoso del Campobasso. Ma molto, molto affascinante. Dalla polvere all’altare, dai bassifondi alla gloria, dai ‘quattro gatti’ alla folla dei bei tempi. Sembrava tutto apparecchiato per la festa, è servita una pandemia per rimettere tutto in frigo. Bottiglie di spumante comprese. Giusto per non disperdere la memoria: a novembre la prima in classifica, il Notaresco, aveva 17 punti di vantaggio sui Lupi e la contestazione imperava. Il 1 marzo l’ex capolista è stata agganciata grazie al 4-0 rifilato all’Agnone e la vetta era a soli 3 punti. Tutto cristallizzato. Sono passati quasi tre mesi.

 

Sembra la trama di un film thriller, denso di colpi di scena, suspance, cadute, riscatto, rimonta. Ecco, questa è la parolina magica che fa sognare concretamente la serie C: rimonta. Senza i diciotto risultati utili consecutivi, le dodici vittorie e i sei pareggi inanellati tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 sarebbe stato inimmaginabile ora candidarsi per un posto al sole. E vanno sottolineati pure i dettagli: ‘santo’ quel gol di Pietro Cogliati al 95’ a Notaresco, quel 3-1 che ha eguagliato la classifica avulsa tra le due squadre (all’andata 3-1 per gli abruzzesi a Selvapiana, ndr), permettendo così al Campobasso di farsi preferire a livello di differenza reti. E il secondo posto è in tasca.

 

Il presente è in forte evoluzione ma per capirlo e saggiarne l’essenza non bisogna disperdere la memoria. E ricordare quanto successo negli ultimi mesi aiuta a comprendere la voglia, l’entusiasmo, la smania di chi tiene per i colori rossoblù di poter finalmente lasciare la serie D. Ma occorre ancora prudenza.

 

Il presidente Mario Gesuè ha scaldato i cuori con la conferenza di sabato scorso. Il suo ribadire “ci sentiamo già una società di categoria superiore” dà la percezione dei programmi, che restano molto ambiziosi. E partono da un presupposto, altrettanto importante: “Se malauguratamente non riuscissimo a fare la serie C, punteremmo senza dubbio a vincere la D”. Ma nell’ambiente c’è molta fiducia che, o tramite ripescaggio, o tramite riforma dei campionati, a settembre si possa tornare tra i professionisti.

 

Le decisioni saranno prese in forma ufficiale dal Consiglio Federale della Figc in programma nella prima settimana di giugno. Le proposte giunte dal consiglio della Lega Nazionale Dilettanti sono state poche e precise: classifiche cristallizzate al momento dello stop, prima di ciascun girone promossa in C e ultime quattro in Eccellenza. Con richiesta di stilare una classifica per gli eventuali ripescaggi da effettuare. In tal senso, non è così sicura l’iscrizione del Matelica in categoria superiore e i rossoblù potrebbero essere promossi da secondi.

 

C’è in ballo altro, però. Ovvero, la tanto agognata riforma dei campionati che potrebbe vedere la luce questa estate. E si parla di questo, in sintesi: la serie A non si tocca e resta a 20 squadre, la B passerebbe a due gironi da 20, resterebbero tre raggruppamenti sempre da 20 in C. In questo caso, bisognerà per forza di cose fare molti ripescaggi e i Lupi sarebbero sicuramente dentro.

 

Da chi si ripartirà? Beh, innanzitutto da mister Cudini, che ha dimostrato di saperci fare pur con una partenza a handicap che avrebbe ammazzato un elefante. E sicuramente da tanti protagonisti sul campo. Come Danilo Alessandro, Pietro Cogliati (23 gol in quattro mesi e mezzo, ndr), Alessandro Dalmazzi, colonna difensiva, Leonardo Brenci, un vero ‘tuttocampista’. E ancora, Bontà, Candellori, Vanzan. È chiaro che molto dipenderà dalla categoria, ma i citati farebbero bella figura sia in D che in C. E il club vuole trattenerli.

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