Incontri e dibattiti sul web

Rotary, Interclub Molise online: “Coronavirus, passato presente e futuro”

I Rotary Club, i Rotaract e l’Interact molisani hanno organizzato sabato 23 maggio un Interclub regionale per riflettere sul tema del coronavirus che in questi mesi ha cambiato profondamente la quotidianità. Sulla piattaforma zoom, dove si è svolto l’incontro che ha visto la partecipazione di un vasto pubblico, si è parlato di coronavirus dal punto di vista sanitario e psicologico, con la testimonianza di medici specializzandi molisani impegnati anche in ospedali milanesi, particolarmente colpiti dal contagio.

L’evento, organizzato dal delegato zona Molise del Rotaract Tullio Viola, ha visto la partecipazione del professor Giancarlo Ripabelli, Ordinario di Igiene all’Unimol e coordinatore del Comitato scientifico per l’emergenza epidemiologica da Covid-19 della Regione Molise, la dottoressa Francesca Baralla, Psicologa Psicoterapeuta e ricercatore e dottore di ricerca dell’Unimol e due medici specializzandi, Fabio Cannizzaro specialista in Igiene e Medicina Preventiva dell’Unimol e Carlo Di Biase, specializzando in oftalmologia al San Raffaele di Milano.

Presenti all’incontro anche le cariche del Distretto 2090 del Rotary, il governatore termolese Basilio Ciucci, i presidenti del Rotary di Campobasso, Isernia, Agnone, Termoli e Larino, i presidenti dei Rotaract club di Termoli, Campobasso e Isernia, i presidenti dell’Interact di Isernia e l’Inner Wheel di Isernia e la Rappresentante Distrettuale del Rotaract Distretto 2090 Emma Cori.

Nel corso del lungo pomeriggio sul web, dove nelle ultime settimane le attività dell’associazione sono andate avanti con un occhio di riguardo verso la situazione attuale, il relatore Ripabelli ha analizzato il Molise dal punto di vista dei contagi sottolineando anche e soprattutto il grande sforzo messo in campo dai cittadini. “Sono stati ligi alle regole, le hanno rispettate e i fatti lo hanno confermato, nonostante i cambiamenti delle ultime settimane. La nostra regione ha registrato i primi casi positivi dopo qualche settimana dall’inizio del contagio al nord. A questo proposito – ha aggiunto nel corso dell’intervento che ha suscitato particolare interesse negli ascoltatori che hanno rivolto al docente anche una serie di domande – devo ricordare che bisogna sempre indossare la mascherina, i guanti e mantenere la distanza, anche di due metri perché significa mettere al sicuro non solo noi ma anche tutti gli altri”.

interclub rotaract molise

Un punto di vista psicologico è stato invece offerto dalla dottoressa Francesca Baralla: nel suo intervento l’analisi si è spostata sulla capacità dell’uomo di rispettare le regole e di essere in solitudine.Siamo nati per stare insieme, non per essere soli. Ho sentito studenti in Molise rimasti lontani dalle loro case, si sono autoconfinati come tanti: per proteggerci siamo costretti a essere non connessi. Per questo gli arcobaleni, le canzoni al balcone, l’inno ci hanno reso uniti, vicini, hanno garantito una dimensione umana e di vicinanza. Dobbiamo imparare a convivere con la paura – ha concluso la dottoressa non senza aver risposto alle domande di alcuni genitori sui comportamenti dei più piccoli nel periodo di quarantena – una sana paura per mettere in atto delle difese”.

Infine a prendere la parola sono stati due specializzandi molisani con una testimonianza dal punto di vista di chi, per certi aspetti, si è ritrovato a dover cambiare anche il suo lavoro e rispondere all’emergenza sanitaria. Fabio Cannizzaro, medico in formazione specialistica in Igiene e Medicina Preventiva all’Unimol e Carlo Di Biase, specializzando in Oftalmologia al San Raffaele di Milano, dove l’alto numero di contagi ha costretto anche i medici a dover rivedere i loro incarichi. “La mia vita in quelle settimane era cambiata – ha raccontato – perché gli ambulatori erano vuoti, le persone rifiutavano di venire a fare le visite, così siamo diventati volontari e ci siamo messi al servizio dell’emergenza per lavorare al progetto della biobanca utile a raccogliere i dati; per sei settimane siamo stati fuori da oculistica, poi siamo tornati al nostro lavoro dal 27 aprile”.

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