Campobasso

Polizia Locale, 41 aspiranti comandante. Pistole ai vigili, bagarre in Consiglio comunale

Il sindaco Roberto Gravina spiega che “si provvederà a breve alla nomina della Commissione di supporto tecnico al sindaco per la valutazione dei curricula e per i colloqui dei candidati ammessi”. La polemica è scoppiata sul capitolo 'pistole alla Polizia Locale': la maggioranza da qualche giorno ha ritirato la delibera, notizia che ha fatto esultare il Partito Democratico: "Ritiriamo la mozione" ha detto il capogruppo Trivisonno. Poi la discussione si è inceppata per un'ora. Assise aggiornata a lunedì.

In mattinata si è svolta la seconda ‘edizione’ del Consiglio comunale di Campobasso in versione interamente online. L’assise cittadina ha toccato diversi punti, salvo poi incepparsi sulla questione ‘armi alla Polizia Locale’: il sindaco Gravina ha ritirato la delibera in questione qualche giorno fa, il capogruppo del Pd ha sottolineato la vittoria del proprio partito che si è opposto all’eventualità fin dall’inizio. Ma andiamo per gradi.

 

Particolarmente sentito il capitolo riguardante il conferimento dell’incarico di direzione d’area della Polizia Locale. Sottoscrittore dell’interpellanza, il capogruppo di Forza Italia, Domenico Esposito, che ha posto alcune domande al sindaco: “Quante domande sono pervenute alla scadenza del bando del 3 aprile? A che punto è l’istruttoria e la valutazione dei curricula? Quali aspetti sono stati considerati in ragione del servizio chiamato a svolgere?”.

 

Roberto Gravina ha spiegato che “a causa del covid è stata disposta la sospensione dello svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego per 60 giorni a partire dal 17 marzo. Alla scadenza del termine, ovvero dal 18 maggio, è stata ripresa la procedura con l’ultimazione della fase di verifica del possesso dei requisiti da parte di coloro che hanno presentato domanda di partecipazione successivamente alla pubblicazione del bando avvenuta il 3 marzo. Sono 41 le domande pervenute”. Dunque, “si provvederà in tempi brevi alla nomina della Commissione di supporto tecnico al sindaco per la valutazione dei curricula e per l’espletamento dei colloqui dei candidati ammessi”.

 

Restando in tema, gli animi si sono surriscaldati e l’ingranaggio si è completamente bloccato sulla questione delle pistole per la Polizia Locale, che in un primo momento, come scritto nella delibera 81, poi ritirata, l’amministrazione avrebbe voluto acquistare tramite il programma ‘Scuole sicure’. La destinazione dei 29mila euro assegnati a Campobasso, di cui quasi la metà destinata alle armi, è cambiata: saranno utilizzati per aumentare le strumentazioni utilizzate dal personale della Polizia Municipale acquistando radio portatili.

 

Quindi in Prefettura sarà inviato un altro progetto: “Per rispettare le sensibilità del mondo della scuola, degli studenti e dei docenti, abbiamo deciso di dirottare quei fondi sull’acquisto di radio portatili visto che i nostri agenti ne sono sprovvisti e sono obbligatorie” ha detto Gravina all’epoca dei fatti. Per quanto riguardo le armi, saranno acquistate comunque perché “è un obbligo di legge”, con un altro capitolo di bilancio.

 

Un fatto che il Partito Democratico legge come una vittoria da intestarsi. “Appena appresa la delibera 81 – spiega il capogruppo Giose Trivisonno – abbiamo subito sollevato il problema. L’opinione pubblica ha svolto una funzione essenziale assieme ai giornali, ai social. Campobasso ha fatto sentire la sua voce assieme al nostro contributo, e così il sindaco è tornato sui suoi passi, ritirando la delibera. Per noi è una grande soddisfazione, anche perché ricordo che fui invitato a vergognarmi da parte di assessore e consiglieri. Salvo poi ritirare la delibera perché era sbagliato per la città associare la prevenzione all’acquisto di armi”.

 

L’annuncio che ha creato la bagarre: “Per questo – continua il capogruppo del Pd – ritiro questa mozione perché la mozione serve quando ci sono decisioni non in sintonia con la città. Vi risparmio così anche l’imbarazzo di votare sì a una mozione su una delibera ormai ritirata”. Sono le 12.15: non si andrà più avanti con i lavori nell’ora successiva. Il perché è presto detto: prima dell’annuncio del ritiro della mozione da parte di Trivisonno, il sindaco Gravina e il capogruppo dei Popolari, Salvatore Colagiovanni, si erano già prenotati per il proprio intervento. Qui si è sollevato un problema del tutto tecnico, contemplato ma non fino in fondo dal regolamento.

 

Trivisonno ha rivendicato il diritto di ritirare una mozione nei tempi e nelle modalità previste dal regolamento, dicendosi sicuro del fatto che “nel momento in cui si ritira la mozione il successivo dibattito decade”. Di parere opposto la maggioranza e l’opposizione di centrodestra. E il presidente dell’assise, Antonio Guglielmi, convinto di dover dare il diritto di parola a Gravina e Colagiovanni che si erano prenotati prima dell’annuncio del ritiro.

 

Si è andati avanti così, con la posizione dura assunta dal capogruppo di Forza Italia, Domenico Esposito: “Qui ci sono gli estremi per una denuncia per abuso di ufficio, chiamerò in causa tutti coloro che hanno reso possibile questa cosa. Sospendiamo, prendiamoci i tempi per i chiarimenti, alla riapertura della prossima seduta dovremo avere una chiara interpretazione supportata da chi può dirimere questa questione”. In precedenza, lo stesso Esposito aggiunge di non essere contrario “che parli chi si era prenotato, ma è una lettura parziale, a norma di regolamento prima andava messa ai voti la chiusura della discussione. Grave errore di forma e di sostanza, vi invito a tornare indietro. Chiedo che si invii tutto in Prefettura”.

 

La votazione per dare la parola a Gravina e Colagiovanni si svolge alle 13.15, al voto non partecipa Trivisonno in aperta polemica per la decisione assunta dal presidente Guglielmi. Questioni di regolamento, o di strategia. Fatto sta che per un’ora si è parlato soltanto di questo, con le proteste del sindaco, “ma basta”, e la risposta del capogruppo del Pd, “sindaco non perda la calma”.

 

Precedentemente alla questione ‘pistole’, sempre gli esponenti del centrosinistra, Salvatore, Chierchia, Trivisonno e Battista, hanno posto l’attenzione su una delibera di giunta relativa allo spettacolo teatrale ‘Stupefatto’. Una rappresentazione che sarebbe dovuta andare in scena il 30 marzo al Savoia al costo di 5682 euro, totalmente a carico del Comune. “Perché non si è coinvolta la Caritas come fatto nel 2016 per risparmiare un bel po’ di risorse e per affrontare il tema delle droghe diffuse tra i giovani?” hanno chiesto dai banchi del Pd e della Sinistra. “Evidentemente perché non si è voluta coinvolgere la Caritas attraverso un progetto del Comune”.

 

La risposta dell’assessore alle politiche sociali, Luca Praitano: “La delibera nasce da presupposti diversi da quelli che diedero vita alla collaborazione con Caritas nel 2016. Quello spettacolo si inseriva in attività di animazione della Caritas che si era impegnata quell’anno per parlare dell’uso delle droghe. In tal senso va vista. Nel 2020 non avendo ricevuto altre proposte più convenienti, ritenendo la prevenzione fondamentale si è pensato di sottoscrivere contratto con Itineraria teatro, costi a carico del Comune. Le attività dovevano concludersi a fine marzo ma non è stato possibile e saranno riprese con gli studenti”.

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