Termoli

Lode all’operaio: “Io che lavoro alla Fiat vi dico: basta odio, vogliamo ripartire come tutti”

Lettera di un dipendente Fca che racconta l'amarezza di vedersi considerato un fannullone raccomandato: "Conosco persone splendide che lavorano con dignità, con spirito di adattamento e sacrificio"

Sono dipendente FCA da quasi 14 anni, appena 3 anni prima del mio ingresso in fabbrica mio papà era andato in pensione dopo un trentennio di onorato servizio.

E tutto ciò che ho ricevuto in vita è stato grazie al suo sudore, alla sua fatica e alla maniacale dedizione verso un lavoro durissimo come quello dell’operaio metalmeccanico. E no, non mi sto vergognando di dire che è grazie alla FCA se ho sempre mangiato. Perché il lavoro è la più grande forma di dignità che l’uomo possa ricevere. Nessuna sviolinata verso l’azienda. Ha le sue problematiche, sta attraversando un momento delicato per via del Covid 19 ma al tempo stesso sta cercando di tenersi in piedi, di garantire la sicurezza ai propri dipendenti e di metterli in condizione di poter tornare a lavorare. Da una parte il rischio di contagio, dall’altra quello di essere sommersi dalle pendenze economiche. Non è facile per il dipendente come per il padrone ma una cosa è certa. Ce la stiamo mettendo tutta.

E poi mi tocca leggere da anni commenti inferociti di haters, di gente che ci dipinge come raccomandati, fannulloni, gente senza attributi, che si è venduta per un posto di lavoro, che ha lustrato scarpe a politici, vescovi, eminenti figure dirigenziali e sindacali pur di ottenere il posto in fabbrica. Posto che, non dimentichiamo – sempre secondo gli haters – non è tutta questa fatica.

Eh già, in passato mi è capitato di discutere a riguardo e sono stato sommerso di critiche. Mi hanno risposto camionisti, braccianti agricoli, lavoratori dei cantieri edili. Tutti quanti d’ accordo sul fatto che loro fanno un lavoro pesante e noi no.

Faccio una premessa. I paragoni sono sempre sterili. Perché il concetto di assoluto non credo sia applicabile alla realtà, meno che mai quella lavorativa.

È verissimo, non lavoriamo nei campi, né tantomeno nei cantieri, non guidiamo tir. Abbiamo un tetto sulle spalle, un contratto di lavoro che ci tutela da malattie, infortuni e rischi vari. Nessuno ha mai negato ciò. E di fronte a queste categorie ci inchiniamo con ossequio.

Ma non lavoriamo davanti a un PC, non abbiamo uffici climatizzati, non utilizziamo le connessioni a banda larga del datore di lavoro per pubblicare foto su Facebook né tantomeno i telefoni aziendali per farci selfie di gruppo.

Non abbiamo interminabili pause caffè né comodi orari.

I più fortunati si alzano alle 5 per venire a fare i turni di mattina.

Fiat, gli operai e il giorno del rilancio

Quelli con difficoltà economiche come malattie di figli o matrimoni finiti alle spalle vivono di notte e dormono di giorno.

Ho conosciuto gente che ha fatto turni di notte fissa per 30 anni e che non si è accorta manco che i figli fossero diventati grandi.

Questo articolo non è altro che una lode pubblica verso una categoria: quella dell’operaio.

Perché sono 14 anni che vivo in quell’azienda e benché abbia conosciuto tanta gente discutibile, falsa, ipocrita, opportunista, limitata e vuota (chissà, molti lo penseranno anche di me) ritengo di avere trovato anche splendide persone. Colleghi che chiamo AMICI (o amiche, ci sono anche donne).

Gente con cui spesso ho messaggiato notti intere.

Gente con cui esco (uscivo, prima del Covid 19).

Ho trovato stimoli, ho avuto modo di crescere come persona. Sono entrato poco più che ragazzino e ora mi sento uomo. Ho trovato piacere nel condividere le passioni comuni con chi è simile a me e curiosità e stimolo intellettuale nel confrontarmi con chi è lontano anni luce dal mio mondo.

La somiglianza nutre l’animo, la diversità lo arricchisce.

Ma ogni volta che viene condiviso sui social un articolo riguardo la nostra realtà lavorativa piovono commenti feroci verso di noi, addirittura auguri di morte.

La FCA è un piccolo mondo. Al suo interno c’è tutto, certo, ma ho conosciuto e conosco persone splendide che lavorano con dignità, con spirito di adattamento e sacrificio e che riescono a vivere una degna vita fuori da quei capannoni senza far mancare il piatto di minestra ai propri figli.

No, questa gente non merita questo.

Noi non lo meritiamo.

A tutti i bellissimi colleghi che hanno accompagnato i miei precedenti anni e che ieri hanno visto la dismissione di uno storico reparto come l’8v, a quelli che sono rimasti a casa ma che non mancano mai nelle mie giornate, a quelli attuali che mi hanno fatto sentire a mio agio dal primo momento in cui ci siamo visti dico realmente una cosa: grazie, siete persone splendide.

Perché in FCA c’è anche questo, e sono stufo di vedermi vomitare in faccia odio, rabbia, frustrazione, cattiveria gratuita e addirittura minacce di morte.

C’è un’Italia intera che vuole ripartire. Anche noi ne facciamo parte.

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