Campobasso

La vera ricostruzione, atti alla mano, dell’incursione rom al Cardarelli: nessuno sputo in ascensore, nessuna aggressione

L'intervento della Polizia ha evitato il peggio, ma sono stati vissuti momenti di forte tensione all'interno del presidio del capoluogo. I quattro rom, entrati per portare gli effetti personali ad un parente ricoverato in Malattie Infettive, hanno 'girovagato' tra il primo e il secondo piano. Per fortuna non hanno contratto il virus, ma l'episodio di ieri ha confermato che non sono più rinviabili le decisioni a tutela della salute e della sicurezza pubblica come il rafforzamento dei controlli e la struttura dedicata all'isolamento domiciliare dei positivi.

Non riuscivano a trovare un parente che, dopo aver contratto il virus, era stato ricoverato nel reparto dedicato alla cura dei malati di covid-19. Volevano portagli un borsone contenente degli effetti personali. Sono entrati e hanno iniziato a girovagare tra i vari reparti dell’ospedale: Ortopedia, Cardiologia e Urologia.

Si è svolto tra il primo e il secondo piano dell’ospedale di Campobasso il ‘giro’ dei quattro rom che ieri, poco dopo 13:30, hanno creato scompiglio all’interno dello stesso presidio sanitario tanto da rendere necessario l’intervento della Polizia.

Il giorno dopo l’episodio che ha creato momenti di tensione tra gli operatori sanitari del Cardarelli e avvenuto quando il numero dei contagi interni alla comunità è aumentato (ieri erano positive al coronavirus 72 persone, ndr), emergono nuovi dettagli di quanto accaduto.

Secondo le ricostruzioni investigative, tutto è cominciato all’ingresso principale dell’ospedale, unica struttura sanitaria del Molise in cui vengono ospitati i pazienti che hanno contratto il coronavirus ma nel quale vengono curate anche persone con altre patologie. Al Cardarelli continuano a funzionare regolarmente tutti gli altri reparti.

Quando ha visto una delle persone rom intenta a dirigersi verso l’ingresso principale, l’addetto della vigilanza di turno in quel momento gli ha chiesto di attendere. Probabilmente anche l’operatore non sapeva cosa fare in quel momento, se poter far entrare o meno una persona che poteva aver contratto l’infezione proprio dal parente già ricoverato in Malattie Infettive.

L’invito non ha impensierito più di tanto il rom che ha continuato per la sua strada dirigendosi comunque verso il reparto.

All’interno del Cardarelli si è ritrovato con gli altri tre conoscenti entrati probabilmente da qualche ingresso secondario lasciato imprudentemente aperto.

I quattro rom hanno quindi iniziato la ricerca del parente trasferito per le cure in Malattie Infettive. E non trovando subito il reparto in cui era stato ricoverato, il gruppetto ha iniziato a vagare nel Cardarelli. Quindi, come riferito da alcuni operatori sanitari in servizio in quel momento, sono arrivati in Urologia. Poi Cardiologia e Ortopedia.

Qualcuno ha pure provato a fermare quella ‘intrusione’ che spaventava per il probabile pericolo di contagio: “Ma dove andate?”. Con alcuni operatori c’è stata anche una accesa discussione. “Siete razzisti”, le parole che uno dei rom avrebbe pronunciato contro medici e infermieri. Sono volate delle parolacce, ma non ci sono stati sputi o atti di violenza, assolutamente, come invece riferito dalle fantasiose ricostruzioni di alcuni organi di stampa. A parlare è il verbale, gli atti “certi” alla base dell’indagine, che ha raccolto filmati e testimonianze.

Temendo che la situazione degenerasse, in un clima di crescente tensione, qualcuno ha preso il telefono e composto il numero del centralino del 113 per chiedere l’immediato intervento della Polizia giunta nel giro di pochi minuti sul posto con una pattuglia.

E’ a questo punto che i rom hanno abbandonato gli effetti personali che avevano portato al parente e si sono dati alla fuga facendo perdere le proprie tracce.

I poliziotti hanno ristabilito la calma, mentre in ospedale ci si è subito attivati per disinfettare gli ambienti in cui i rom erano stati: ad esempio, subito dopo l’incursione è stato sanificato il reparto di Urologia.

Al tempo stesso gli agenti hanno visionato le immagini delle uniche due videocamere di sorveglianza funzionanti all’interno del Cardarelli e poste a controllo degli ingressi principali per ricavare elementi utili all’attività investigativa.

Se il peggio è stato evitato, forse è pure anche perchè i quattro rom non sono tra i 72 positivi al covid. Tuttavia, l’episodio registrato nell’ospedale di Campobasso che ha creato agitazione e forte stress anche per il personale sanitario (che da tempo sta lavorando con turni massacranti per l’emergenza sanitaria) conferma che le decisioni sul presidio sanitario e sull’aumento della pubblica sicurezza in città non si può rinviare. Nè probabilmente può essere accantonata l’ipotesi di dedicare una struttura da destinare all’isolamento domiciliare dei rom positivi. In ballo c’è la salute pubblica della città, dei suoi residenti e di centinaia di operatori sanitari.

commenta