La ripartenza

La sicurezza in Fiat alla prova decisiva: termoscanner e kit di protezione a tutti, la fabbrica torna a pieno regime

In queste ore rientrano al lavoro quasi tutti i dipendenti della Fca di Termoli: in un video l'azienda spiega tutte le azioni intraprese per aumentare la sicurezza. Ma per gli operai resta la preoccupazione di viaggiare su pullman a rischio

Ancora qualche ora e tornerà a pieno regime lo stabilimento Fiat Fca di Termoli. Fra ieri e oggi infatti la maggior parte dei dipendenti che lavorano nei capannoni di Rivolta del Re sono stati richiamati al lavoro dopo l’eccezionale chiusura dal 22 marzo scorso e hanno trovato ad attenderli tutta una serie di modifiche che hanno notevolmente innalzato il livello di sicurezza per prevenire qualsiasi rischio di contagio da coronavirus.

Ma ancora tanto si può fare secondo i sindacati che, dopo aver apprezzato il lavoro dell’azienda, chiedono qualche piccolo ma importante miglioramento. Modifiche che vengono chieste anche per quanto riguarda i trasporti che oggi rappresentano probabilmente il maggiore dei timori per i circa 3000 dipendenti della Fiat di Termoli.

Intanto nelle scorse ore l’azienda ha diffuso un video esplicativo realizzato dal regista molisano Simone D’Angelo nel quale gli stessi dipendenti della Fca illustrano con parole e immagini che tipo di miglioramenti sono stati realizzati in queste settimane di chiusura a causa del covid-19.

Innanzitutto il passaggio al termoscanner con il quale ogni dipendente viene sottoposto alla misurazione della temperatura corporea. In caso di superamento dei 37,5° C infatti il dipendente viene fatto accomodare nei locali del triage e sottoposto a un secondo screening per un particolare percorso di sicurezza.

Nel caso in cui anche la seconda misurazione rileva una temperatura superiore ai 37,5° C al dipendente non è permesso l’ingresso in azienda. Proprio qui potrebbe stare una delle zone d’ombre dell’attuale normativa prevista dal Governo. È successo infatti alla Sevel di Val di Sangro nelle scorse che un dipendente è andato al lavoro con 38 di febbre ed è stato bloccato all’ingresso.

Quindi non c’è stata alcun tipo di contaminazione all’interno della fabbrica che produce il Ducato Fiat ad Atessa. Tuttavia l’uomo si è rimesso in autobus per rientrare a casa e questo ha fatto emergere quindi uno dei possibili rischi esistenti, dato che non c’è alcuna normativa che al momento obbliga l’azienda o lo stesso lavoratore a comunicare alle ditte di trasporto o all’azienda sanitaria del luogo un episodio simile. Per fortuna l’uomo, un operaio abruzzese, è stato poi sottoposto a verifiche e il tampone che gli è stato effettuato ha certificato la sua negatività al coronavirus.

Ma proprio in virtù di un caso del genere adesso i sindacati chiedono un maggiore coordinamento e l’obbligo di misurazione della temperatura anche all’interno dei pullman, cosa che attualmente non avviene.

Tornando invece a quanto illustrato dalla Fiat nel video, è stato spiegato che a ogni lavoratore, al suo arrivo in fabbrica, viene consegnato un kit che contiene due mascherine e un paio di guanti, oltre che un paio di occhiali protettivi soltanto per il primo giorno del rientro.

Inoltre un buon numero di dipendenti ha seguito un corso di formazione già nelle scorse ore e sono state distribuite delle brochure informative per la sicurezza. Sono state prese precauzioni anche per il mantenimento del metro di distanza, sia sulla catena di montaggio che nelle aree comuni come quella della mensa, i cui posti a sedere sono stati notevolmente ridotti, nonché per gli spogliatoi che adesso vengono utilizzati soltanto da un ristretto numero di dipendenti.

Gli operai sono invitati ad andare al lavoro già in tuta da lavoro della Fca, per non usare gli spogliatoi se non per particolari esigenze. Inoltre sono state riorganizzate le aree relax e sono stati sistemati anche gel igienizzanti in numerosi punti. Ogni dipendente, quando arriva sul posto di lavoro, ha infatti il dovere di sanificare la propria postazioni, sia negli uffici che in fabbrica. Chi è già tornato al lavoro certifica che la situazione è notevolmente migliorata rispetto al periodo precedente alla chiusura per covid-19.

Fiat ripartenza video coronavirus

“È stato fatto molto – testimonia Francesco Guida della Uilm – ma ci sono piccoli aspetti da migliorare: il primo è quello della velocizzazione degli ingressi, perché ad esempio oggi nonostante si sia rispettata la distanza di sicurezza, la fila arrivava ben oltre le aree delimitate per il mantenimento del metro di distanza. Inoltre chiediamo all’azienda di spingere ancora di più sullo smart working, così da fare in modo che chi può lavori da casa e si diminuiscano gli ingressi in azienda e di conseguenza anche le file.

Ci sono margini di miglioramento – prosegue Guida – ma è positivo che ci sia apertura da parte di tutti, sia l’azienda che le istituzioni hanno lavorato molto per migliorare la sicurezza. Adesso vedremo nelle prossime ore perché finora è rientrato al lavoro circa al 85% dei dipendenti”.

Guida afferma inoltre di aspettarsi nelle prossime settimane degli incentivi per il settore. “Sono convinto e fiducioso che arriveranno perché parliamo di un settore che fa registrare un calo di richieste del 97,5%”. Intanto fra gli effetti della chiusura del covid-19 c’è da segnalare che i lavoratori del settore motore 8 valvole verranno spostati alla lavorazione del settore 16 valvole, chiudendo quindi definitivamente l’era dell’ex motore Fire.

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