Ricomincio da tre

Il presidente: “Sarà dura ma ce la faremo a ripartire”. Il Molise tra i 3 ‘osservati speciali’ d’Italia

Il presidente della Regione esorta i molisani alla vigilia della ripartenza, manifestando ottimismo ma contestualmente invitandoli alla responsabilità. "Comportamenti imprudenti possono causare nuovi focolai". E il Molise, passato da un rischio 'basso' a uno 'moderato', lo sa bene. In Italia noi, la Lombardia e l'Umbria siamo gli 'osservati speciali'

Poche ore alla ripartenza, tra dubbi ed entusiasmo. I primi, certo più sfumati rispetto a solo pochi giorni fa, continuano a tormentare chi, da domani 18 maggio, dopo oltre due mesi di stop dovrà ripartire, consapevole che nulla potrà essere più come prima. Negozi, parrucchieri e barbieri, estetisti, ristoratori, gestori di lidi balneari, sanità e, da oggi, perfino preti. Nottetempo i rappresentanti delle Regioni italiane hanno trovato l’accordo col Governo, battendo – metaforicamente – i pugni sul tavolo – virtuale – della trattativa.

L’entusiasmo c’è, innegabile, tanto da sfociare in un ‘liberi tutti’ già da qualche ora. Come un tornare alla vita, anelato per tanto tempo. Ma ad inficiare l’ebbrezza della ripartenza ci sono le innumerevoli domande degli esercenti che – nonostante l’ultimo Dpcm e l’ordinanza regionale che a breve dovrebbe essere emanata, a meno di un giorno dal ‘pronti partenza via’ fatidico – non sanno bene come sarà nel concreto questa nuova fase della loro attività.

Ma c’è dell’altro per i molisani. E pende come una spada di Damocle sulle nostre teste. Se l’Italia (quasi tutta) viene giudicata dagli esperti (Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità) a basso rischio, ci sono tre regioni ‘osservate speciali’: la ‘flagellata’ Lombardia, l’Umbria e, appunto, il Molise (qui l’articolo del Corriere della Sera). Tutte le altre regioni presentano un indice di livello 2 mentre per noi il gradino è un po’ più in alto. 3, che tradotto significa rischio moderato. Sono ormai note le cronache molisane, che hanno fatto balzare il Molise da rischio ‘basso’ a ‘moderato’. Il focolaio Rom ha innalzato i contagi della nostra regione e, con essi, l’indice di riproducibilità del virus. 

In attesa di sapere come si comporterà la curva epidemica nei prossimi giorni, c’è una certezza: ogni settimana la tabella governativa verrà aggiornata, tenendo conto dei dati inviati dalle Regioni in base a 21 parametri indicati dal Ministero. Non c’è solo l’Ro e l’Rt (l’R0 in un arco definito di tempo), ma anche il numero degli accessi ai pronto soccorso, il numero di tamponi e tanto altro. Non si tratta di una tabella fine a se stessa: da come ci ‘collocheremo’ potrebbe essere rimodulato il piano delle riaperture.

 

Il presidente Donato Toma manifesta ottimismo e invia questo messaggio alle molisane e ai molisani alla vigilia della ripartenza. “Si riparte, c’è una gran voglia di ritornare ad una quotidianità che prima di questa pandemia nessuno era riuscito ad apprezzare fino in fondo. Sarebbe bello se tornassimo a goderci tutto ciò che questa meravigliosa terra molisana sa offrire: aria salubre, paesaggi stupendi tra colline, monti e mare, borghi incantevoli, luoghi incontaminati dove la natura, per fortuna, non è stata aggredita e violentata. Il Molise è tutto una cartolina. Lo so, qualcuno potrà obiettare che con la natura e le bellezze non si vive e che senza lavoro, senza sostentamento, anche una bellissima giornata di sole può diventare tenebrosa.

Potrei anche ribadire quello che abbiamo fatto come Regione, al netto di slogan e proclami, elencarvi uno a uno gli interventi che abbiamo messo in campo per i molisani, raccontarvi tutto l’impegno, la buona volontà che hanno guidato le nostre azioni, che non lasceranno solo nessun molisano. Ma mi rendo conto che tutto ciò potrebbe non bastare quando ci sono sconforto e sfiducia a ingrigire gli animi.

Ma è proprio in momenti come questi che la speranza, la tenacia, il coraggio, la volontà di cambiamento, il desiderio di migliorare la situazione, devono albergare in ciascuno di noi. Sarà dura, non lo nascondo, ma non impossibile. Se mi è concesso fare un paragone, dobbiamo ritrovare lo stesso spirito, la stessa forza che ebbero i nostri padri e i nostri nonni all’indomani della Seconda guerra mondiale, con un’Italia distrutta e da ricostruire pezzo dopo pezzo. Gli italiani di allora ce la fecero ad uscire dal pantano e sono fermamente convinto che i molisani di oggi ce la faranno a ripartire.

Dovrà essere una ripartenza filtrata dalla consapevolezza, maturata in ciascuno di noi in questi due mesi e oltre di confinamento, che non tutto potrà essere come prima, almeno per ora. Dovremo essere forti, attenti, concentrati, pazienti. Dovremo rispettare le distanze, usare la mascherina nei luoghi chiusi o dove il distanziamento non è possibile, lavarci spesso le mani, evitare gli assembramenti, mutare gli standard abitudinali, abituarci a rimodulare le nostre relazioni sociali, umane, economiche e lavorative.

Oggi abbiamo due certezze. La prima è che con questo virus dovremo convivere – speriamo per non molto tempo – e che esso è sempre in agguato, per cui comportamenti imprudenti possono causare nuovi focolai. Non possiamo sbagliare, né consentirci leggerezze, disattenzioni, sottovalutazione del problema. Lo dobbiamo a noi stessi e agli altri, perché se è vero che abbiamo visto la luce grazie al grandissimo rispetto che i molisani hanno avuto per le regole – e di questo li ringrazio – è innegabile che non siamo ancora usciti fuori dal tunnel.

La seconda è che la ricerca sta andando avanti e, rispetto all’inizio della pandemia, ci sono nuove conoscenze –  altre ce ne saranno man mano che si avanti –  sul fronte delle cure che si stanno dimostrando sempre più appropriate ed efficaci.

Care molisane e cari molisani, le parole, alle volte, non sono bastevoli a testimoniare i sentimenti più autentici e profondi che sono in noi. In me c’è  amore verso questa terra, verso questa popolazione. C’è la determinazione di pormi al loro servizio e di lavorare dando tutto me stesso. Sentimenti che, spero, arrivino a tutti voi. È più che certo: insieme raggiungeremo la meta. Credetemi, ce la faremo!”.

 

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