Sanità in crisi

Il Gemelli attiva il Fondo di integrazione salariale per alcuni dipendenti, Cobas sul piede di guerra: “Un’aberrazione”

Dalla struttura di Monte Vairano spiegano che l’impatto  dello strumento "sarà contenuto: si tratterà solo di una settimana a rotazione per ciascuno dei 90 dipendenti interessati dal provvedimento". Ma la confederazione per il pubblico impiego diffida i vertici e scrive alla Regione: "L'intento è di fare cassa pur continuando a percepire il budget dal servizio sanitario regionale"

Anche il Gemelli Molise ha attivato il Fondo d’Integrazione Salariale (Fis), strumento messo a disposizione dal Governo per contrastare l’emergenza Covid. “L’impatto – dicono dalla struttura di Monte Vairano – sarà estremamente contenuto, si tratterà solo di una settimana a rotazione per ciascun dipendente interessato dal provvedimento”. Sono 90 le unità che ne usufruiranno, al momento è di 50 su circa 400 dipendenti.

Sul piede di guerra i Cobas che in un’ istanza indirizzata alla Regione urlano allo scandalo rispetto alla decisione adottata dal Gemelli.

“Passata l’emergenza – si legge nella nota a firma di Cobas – Gemelli Molise fa ricorso al fondo di integrazione salariale, ossia la cassa integrazione della sanità privata. Intanto ha riscosso il 95% del budget regionale per le prestazioni in conto al servizio sanitario regionale”.

E dunque annuncia battaglia, chiedendo alla Regione, “che finanzia la sanità privata accreditata”, di intervenire senza indugio e bloccare il provvedimento.

Gemelli precisa che “oltre al sussidio Inps, l’ospedale integrerà con un’ulteriore 20 per cento e riconoscerà ai lavoratori assegni per nucleo familiare – si legge in una nota -, maturazione Tfr, ferie e contributi. Gemelli Molise, inoltre, anticiperà la quota dell’Inps per garantire continuità nel flusso del reddito del personale”.

Lo strumento è stato attivato, già da tempo, anche in altre strutture sanitarie molisane, con l’accordo delle Organizzazioni sindacali. “La Società, inoltre, aveva prima avviato un’indagine conoscitiva tra il personale ed aveva raccolto una buona percentuale di gradimento per l’utilizzo dello strumento”.

Al momento in Italia 6,7 milioni di lavoratori sono in cassa integrazione o in Fis. “Questa azione – spiegano i vertici del Gemelli Molise – si è resa necessaria in seguito ad una forte riduzione delle attività, avendo già applicato gli altri strumenti previsti dalla misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza Covid19, quali smart working, congedi Covid, smaltimento ferie arretrate etc. etc.”.

Ma Cobas insiste sull’anomalia e l’incongruenza di queste scelte e va giù duro. “Attualmente è in atto presso la Gemelli – spiega Cobas – la riprogrammazione delle prestazioni sanitarie, oltre al farsi carico di eventuali trasferimenti di pazienti dall’ospedale civile Cardarelli, come già avvenuto. Tutto ciò appare in netto contrasto con la richiesta di Fis, che vede il depauperamento delle forze lavoro e la differenza in lavoratori essenziali, in cassa ed esterni. L’aberrazione sta solo nell’intento, quasi esclusivo, di fare cassa, pur continuando a percepire il budget dal servizio sanitario regionale e facendo pagare gli ammortizzatori sociali all’Inps e danneggiando economicamente gli operatori e i professionisti a cui l’intera comunità sta affidando il futuro”.

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