L'allarme

I sindacati denunciano: “Il trasporto pubblico non rispetta le misure di sicurezza”

Cgil, Cisl e Uil in una missiva indirizzata a Toma, all'assessore Niro, ai due questori e al prefetto di Isernia segnalano gravi inadempienze sulle misure per il contrasto e il contenimento del Covid 19

Il Dpcm del 26 aprile prevede “Misure in materia di trasporto pubblico di linea” con specifiche direttive finalizzate a contrastare e contenere il diffondersi del Covid nelle attività di trasporto pubblico di linea terrestre, marittimo, ferroviario, aereo, lacuale e nelle acque interne.

Il presidente Toma con l’ordinanza numero 26 del 2 maggio scorso demanda al direttore del quarto dipartimento la revisione temporanea della programmazione del servizio erogato dalle aziende del trasporto pubblico locale, prevedendo  “l’utilizzo di un numero sufficiente di mezzi di trasporto idoneo a garantire il rispetto del protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid – 19 nel settore del trasporto e della logistica” sottoscritto il 20 marzo 2020.

Ma in una missiva che Cgil, Cisl e Uil hanno inviato al presidente della Regione, all’assessore regionale ai Trasporti, ai due questori di Campobasso e Isernia e al prefetto di Isernia, il sindacato scrive che “permangono gravi inadempienze da parte delle aziende di trasporto locale (tranne qualche rara eccezione) sulle misure per il contrasto e il contenimento del virus covid-19”.

Secondo i sindacati le violazioni riguardano “l’obbligo del distanziamento sociale a bordo dei mezzi.  Sugli autobus e sui tram occorre garantire un numero massimo di passeggeri, in modo da consentire il rispetto della distanza di un metro tra gli stessi, contrassegnando con marker i posti che non possono essere occupati”. A seguire “la sospensione dell’attività di bigliettazione a bordo da parte degli autisti e l’igienizzazione, sanificazione e disinfezione dei mezzi pubblici e delle infrastrutture nel pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie in materia”.

La quasi totalità delle imprese di trasporto molisane, ha provveduto a contrassegnare con marker, un numero di posti non occupabili dai viaggiatori, “sensibilmente inferiore rispetto a quello effettivamente necessario a garantire l’obbligo del distanziamento sociale di almeno un metro”. “Soltanto contravvenendo alle norme ministeriali vigenti – scrivono i sindacati – e quindi riducendo arbitrariamente il distanziamento sociale, è infatti possibile garantire, così come sta avvenendo in Molise, il trasporto finanche di 25 viaggiatori su un autobus da 12 metri. Tale discrasia è risultata particolarmente evidente e lampante soprattutto con la riapertura delle attività industriali allorché un gran numero di operai è tornato a riutilizzare i mezzi pubblici per raggiungere le rispettive fabbriche e sono conseguentemente emerse le sostanziali differenze tra le imprese di trasporto in termini di coefficienti di riempimento degli autobus, paradossalmente anche a fronte della stessa tipologia di mezzo”.

Inoltre per quanto riguarda la sospensione dell’attività di bigliettazione a bordo da parte degli autisti, “si riscontra a tutt’oggi l’inosservanza in Molise di detta prescrizione. L’attività di bigliettazione a bordo infatti, tranne casi sporadici, non solo continua ad essere regolarmente perpetrata, ma è oggetto persino di informazione pubblicitaria agli utenti da parte delle imprese”.

In fine secondo Cgil, Cisl e Uil “permangono forti perplessità rispetto all’ottemperanza da parte delle imprese degli obblighi concernenti le operazioni periodiche di igienizzazione, sanificazione e disinfezione dei mezzi pubblici e delle infrastrutture. E’ del tutto evidente la necessità di procedere costantemente ad una igienizzazione e disinfezione di tutti i mezzi in esercizio, con particolare attenzione ai corrimani, ai pulsanti di prenotazione fermata, alla postazione di guida, ed ogni altra parte generalmente in contatto con le mani. Così come andrebbe garantita con particolare intensità sia la sanificazione tramite ozono di tutti i mezzi in esercizio ma anche degli impianti di climatizzazione, intervenendo periodicamente su griglie, bocchette ed elementi filtranti affinché vengano scongiurati gli eventuali rischi connessi alla diffusione di virus attraverso i condizionatori di aria che, con l’arrivo della stagione calda, torneranno ad essere particolarmente utilizzati. Sarebbe inoltre auspicabile che le aziende di trasporto certificassero pubblicamente, nell’interesse degli utenti trasportati e dei lavoratori del settore, le operazioni straordinarie di sanificazione effettuate sui mezzi di trasporto”.

Una denuncia che le organizzazioni sindacali hanno ritenuto necessaria “stante anche l’indisponibilità manifestata dalla stragrande maggioranza delle imprese di trasporto locale a costituire il Comitato di Sicurezza Aziendale previsto espressamente dal protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.

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