L'appello di casartigiani

Estetisti e acconciatori, pressing per riaprire prima. “Più spese e meno incassi, così molti chiuderanno”

Casartigiani Molise, così come Confartigianato Imprese, preme per la riapertura anticipata di saloni estetici così come di quelli di barbieri e parrucchieri. "Il settore più penalizzato. Pronti a riaprire il 18 maggio, più si rinvia peggio è"

Fermi al palo, ancora probabilmente – stando al piano delle riaperture stabilito dal Governo – fino al 1 giugno. Oggi, 6 maggio, l’orizzonte temporale che separa queste due date appare insostenibile.

L’altro giorno vi abbiamo proposto le ‘voci di dentro’ del settore della bellezza, estetiste e parrucchiere che vivono sospese questo tempo senza lavoro. Oggi diamo voce alle Confederazioni che raggruppano anche i lavoratori di questo settore particolarmente falcidiato dall’emergenza Covid.

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Liberato Russo, responsabile di Casartigiani Molise, non ha dubbi che la categoria di estetisti, barbieri e parrucchieri ad oggi sia la più penalizzata. Perché? “Sono chiusi da due mesi, ma i problemi non si risolveranno nemmeno con l’apertura”. Si riaprirà, è vero, ma sarà tutto completamente diverso e a cambiare sarà proprio l’approccio al lavoro, oltre che i costi aumentati e le entrate ridotte.

“Si andava anche prima per appuntamento, ma la parrucchiera sapeva che aveva un tot di clienti e dunque di incasso. Ora invece sarà tutto rallentato, probabilmente dimezzato”.

La questione costi è tutt’altro che secondaria. Le Linee guida dei Piani anti-covid che i saloni di bellezza dovranno adottare necessariamente, onde tutelare la sicurezza di lavoratori e clienti, si traducono in spese nuove e ragguardevoli. Tra cartellonistica, adesivi per il pavimento, pannelli divisori, dispositivi di protezione, igienizzanti e quant’altro le uscite lieviteranno. “E sarà tutto a carico dell’azienda. Sembra ci sia la possibilità, per le spese relative ai dispositivi di protezione con importi fino a 500 euro, di poter fare una richiesta ad Invitalia per avere un rimborso, però ad oggi l’azienda dovrà anticipare la somma. E avendo avuto la chiusura così prolungata questi costi diventano insostenibili”.

A complicare ulteriormente le cose ci si mettono gli ‘abusivi’ che nonostante l’emergenza coronavirus, e le restrizioni che hanno nell’evitamento del contagio la loro ragion d’essere, si recano a casa delle clienti rimaste ‘orfane’ di acconciatori e centri estetici e lavorano a nero, in barba a qualsiasi regola. “Oltre il danno economico per questi lavoratori c’è pure la perdita del pacchetto clienti a causa degli irregolari”.

Le stime a livello nazionale – e naturalmente il Molise non farà eccezione – sono drammatiche, che siano quelle di Unioncamere o di Confartigianato la questione non cambia. “Personalmente mi preoccupa più la ripartenza che il periodo di chiusura in sé. Specie in determinati settori lavorare sarà drammatico. Molte aziende saranno costrette a chiudere i battenti, perché le entrate non saranno più certe ma le uscite saranno certissime”. Il riferimento è non solo ai professionisti del settore estetico ma anche a quello della ristorazione. In tutti questi casi si lavorerà giocoforza con un quantitativo di clienti notevolmente ridotto, e dunque è chiaro che il fatturato non potrà che assottigliarsi notevolmente.

Dunque riaprire in tempi rapidi è quantomai necessario. “Tutta la partita – afferma Liberato Russo – si gioca più sulla tempistica che sulla quantità”. Perchè non basta riaprire per risollevarsi dalla crisi. Ed è per questo che anche Casartigiani Molise, insieme alle altre sigle, sta facendo pressing e a livello regionale e a livello governativo. “Abbiamo chiesto alla Regione di intervenire, mettendo nero su bianco che serve nell’immediato una iniezione di fiducia con contributi a fondo perduto per le aziende”. I finanziamenti non sono abbastanza, semplicemente perché non sono risolutivi. Differire un pagamento non significa abbonarlo e in queste condizioni le imprese hanno bisogno di un aiuto ‘senza vincoli’.

Per di più la cassa integrazione, a fronte di tantissime richieste, è stata erogata a pochissimi. Ma se la ‘moneta’ non circola, affrontare i costi della riapertura con tutti i dispositivi richiesti diventa proibitivo se non impossibile.

La Regione a parole si è mostrata concorde, “ma finchè non vediamo pubblicati i bandi…”. La richiesta è stata anche quella di avere procedure snelle, con non troppi paletti che finirebbero per impedire di fatto l’accesso alla misura di sostegno a tanti operatori.

“Considerando che in Molise c’è un numero contenuto di casi rispetto ad altre regioni – conclude Russo – e dato per certo che le aziende seguiranno i protocolli del piano anti-covid, secondo me ci sono condizioni per poter aprire anche prima”. 18 maggio? È quella la previsione, una data rispetto alla quale gli addetti del comparto sarebbero assolutamente pronti. Anche il Presidente Toma pare essere su quella lunghezza d’onda, come ribadito anche ieri in sede di Consiglio Regionale. Pena la perdita di una bella fetta dell’economia locale.

 

Anche Confartigianato Imprese nelle scorse ore ha espresso la sua riguardo alla riapertura per acconciatori ed estetisti. “Sono inaccettabili 3 mesi di stop. Perdiamo 1,1 miliardi e sono a rischio 49mila addetti”, questo la previsione aggregata a livello nazionale. Incomprensibile e inaccettabile. “Con senso di responsabilità – ha affermato il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli – abbiamo elaborato e presentato tempestive proposte dettagliate (PROTOCOLLO BENESSERE) su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia, sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessità. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una incomprensibile dilazione per la ripresa nostre attività, con tutto il rispetto per i musei che non scappano, che non possono essere fruiti dagli stranieri e che non rischiano il fallimento. Del resto, al 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? No, non ci stiamo. Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo”.

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