Il nuovo cluster

Escalation di contagi a Campobasso, Pd: “Tamponi e test sierologici anche per contatti a rischio”

Effettuare tamponi e test sierologici non solo all’interno della comunità rom, ma anche tra tutti i cittadini che hanno avuto contatti sospetti. E’ la richiesta che i consiglieri comunali del Pd e della Sinistra rivolgono al sindaco Roberto Gravina in una nota inviata nella redazioni giornalistiche nelle stesse ore in cui l’Asrem ha comunicato ufficialmente che le persone positive al covid-19 sono 50 all’interno della stessa comunità rom. Casi che attestano il nuovo focolaio di coroavirus a Campobasso una settimana dopo l’inizio della fase 2.

“Siamo una comunità che ha rispettato le regole: la città di Campobasso non merita tutto ciò”, è la premessa di Giose Trivisonno, capogruppo dem a Palazzo San Giorgio, nella nota firmata assieme alle colleghe Alessandra Salvatore e Bibiana Chierchia, oltre ad Antonio Battista (Sinistra).La nostra è una comunità che merita di sapere e capire cosa sia realmente successo e cosa stia realmente accadendo, ferme restando le responsabilità evidenti di chi ha scelto di non attenersi alle regole (poste a tutela di tutti) e che, dunque, non può trovare giustificazione alcuna”.

Secondo i rappresentanti dell’opposizione, “le dichiarazioni rilasciate oggi dal sindaco, anziché chiarire, aumentano i dubbi sulla doverosa azione di controllo. L’impennata di contagi nel capoluogo di regione sta rigettando il Molise intero nell’incertezza del possibile riavvio. Da parte nostra, stiamo ponendo in essere gli atti amministrativi utili a rispondere all’esigenza di conoscenza dei fatti.

Nelle prossime ore, acquisiti tutti i dati necessari, saremo nelle condizioni di promuovere le azioni conseguenti, per garantire massima trasparenza, massima conoscenza e fornire il contributo utile per la pronta e attesa ripartenza”.

Infine il centrosinistra al Comune di Campobasso rilancia la proposta: “Tamponi a tappeto, non solo nella comunità che oggi vede aprirsi un nuovo cluster, ma per tutti coloro che hanno avuto contatti a rischio e, poi, a tutti i cittadini, con test sierologici”.

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