Basso molise

Chiese, ricostruzione post-sisma ferma. Sos Diocesi e Comuni

Che fine ha fatto la ricostruzione pesante del post-sisma 2018? Se lo stanno chiedendo la Diocesi di Termoli-Larino e i Comuni di Castelmauro, Acquaviva Collecroce, Montecilfone, San Felice del Molise e Montemitro che, in data 15 maggio, hanno scritto al presidente della Regione e, inoltre, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e ancora alla Prefettura di Campobasso, ai Consiglieri regionali e ai membri della Giunta, nonché alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Campobasso e alla Cei.

Chiedono lumi sulla ricostruzione post-sisma 2018 relativa agli edifici di culto della Diocesi del Basso Molise.

“Nel costante dialogo e confronto tra la Diocesi e le Amministrazioni comunali, registriamo rammarico e un persistente disagio da parte di alcune comunità colpite in modo significativo dal sisma del 2018, per la preoccupante disattenzione nei confronti della cosiddetta Ricostruzione Pesante e in particolare nei confronti degli Edifici di Culto, disattenzione ormai non più tollerabile.

In particolare citiamo i casi più rilevanti. Le Chiese attualmente chiuse nei comuni di Acquaviva C., Castelmauro, Montecilfone, S. Felice del Molise, Montemitro. Anche Chiese di altri comuni, inseriti nel cratere post-sisma 2018, hanno necessità di interventi di restauro e miglioramento statico.

I molti tentativi di incontri compiuti in questi ultimi due anni non hanno sortito alcun esito positivo: tutto ci sembra bloccato. Non sappiamo per quali motivi burocratici, amministrativi o economici il tema della Ricostruzione post sisma 2018 ci sembra completamente eluso o dimenticato.

Continuamente le comunità, specie quelle colpite in modo più grave, insistono per conoscere lo stato della situazione e i tempi necessari per poter riutilizzare i luoghi di Culto, che nei nostri piccoli centri rivestono un ruolo sociale e culturale, oltre che religioso, essenziale per la vita dell’intera comunità civile.

Sindaci e Curia Vescovile intendono farsi carico di queste proteste e sollecitare le pubbliche amministrazioni per avere risposte certe, in tempi ragionevoli”.

Dunque chiedono un incontro nel più breve tempo possibile con il Presidente Toma.

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