Il virus e la fase 2

Caos ospedali Covid: il commissario vuole aprire Malattie infettive a Larino, ma per la Asrem è impossibile

Mentre la fase 2 prevede anche una riorganizzazione sanitaria e da Roma si chiede alle Regioni di dotarsi di ospedali dedicati totalmente alla cura dei malati di coronavirus, in Molise si litiga sul destino del Vietri. Il commissario ad acta Giustini vorrebbe dedicare un'ala del presidio alla cura dei pazienti che hanno contratto il virus, ma per il direttore generale dell'Asrem Florenzano il progetto è irrealizzabile. Prima bisogna sciogliere i nodi legati al finanziamento del piano e al personale. "Il Cardarelli non può essere privato di un servizio essenziale", scrive.

Mentre il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ufficializza le ultime misure per la sanità (150.000 test sierologici, 9mila posti in più in posti in terapia intensiva, tamponi per le famiglie in cui ci sono malati di covid, 420 Unità speciali di continuità assistenziali per le cure a casa dei pazienti che hanno contratto il virus) che prevedono anche gli ospedali totalmente dedicati ai malati di coronavirus nelle varie regioni italiane, in Molise la strada è tutta in salita.

L’assistenza sanitaria nella fase due sta diventando una matassa sempre più difficile da districare, mentre il destino del Vietri diventa una sorta di casus belli. Ci sono opinioni divergenti sul presidio di Larino, all’interno del quale il commissario alla sanità Angelo Giustini vorrebbe aprire un Istituto o un Dipartimento di Malattie Infettive.

Il progetto è stato messo nero su bianco nel documento inviato al direttore generale per la Salute della Regione Molise Lolita Gallo, ai vertici Asrem Oreste Florenzano e Virginia Scafarto, al presidente Donato Toma, oltre che ai sette primari del ‘Cardarelli’ che lo scorso 16 aprile hanno chiesto soluzioni perchè lo stesso ospedale di Campobasso è al collasso. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria il presidio del capoluogo è stato l’unico ad accogliere e curare coloro che hanno contratto l’infezione. Dunque è necessario il ritorno alla normalità.

E il commissario alla sanità ora lo ricorda: “L’ospedale misto con pazienti covid-19 corre il rischio di penalizzare tutte le altre attività di cura per i pazienti no covid-19″, senza dimenticare che è a rischio pure “la sicurezza dei medici, infermieri e tutto il personale ospedaliero”. 

Sul punto, ricorda, lo stesso Ministero della Salute ha indicato la necessità di “creare e realizzare per ogni regione o più regioni insieme, un presidio sanitario specifico“. E a suo avviso il ‘Vietri’ ha i requisiti necessari per ospitare un Istituto o Dipartimento di malattie infettive e diffusive. Una convinzione che deriva innanzitutto dagli spazi a disposizione: attualmente nel presidio frentano, costruito da pochi anni e dotato di una superficie di circa 3000 metri quadrati, ci sono 40 posti di riabilitazione, altrettanti in rsa, un poliambulatorio, la Uti, un punto prelievo ed è attrezzato per la terapia iperbarica.

Rimarrebbero circa 1000 metri quadrati di superficie libera– sottolinea Giustini – in cui poter realizzare il Dipartimento di malattie infettive e diffusive” in cui saranno impegnati “infettivologi e o altre figure specialistiche”.

Angelo Giustini Commissari in Consiglio regionale

Tuttavia il finanziamento per la realizzazione del progetto e il reperimento del personale appaiono i principali ostacoli alla realizzazione del progetto. “I fondi dovrebbero essere ministeriali se da Roma arriverà l’ok”, le rassicurazioni del commissario alla sanità. Invece per l’Azienda sanitaria regionale si rischia di aggravare la situazione finanziaria del sistema sanitario regionale. In parole povere di produrre altro debito che aumenterebbe quello che già c’è.

Al tempo stesso non si può sopprimere al nosocomio di Campobasso il reparto di Malattie Infettive. Bocciata quindi l’ipotesi di delocalizzare la presenza degli infettivologi presso la struttura di Larino perché “significherebbe privare l’ospedale Cardarelli di un servizio indispensabile per la gestione delle attività ospedaliere e territoriali molto rilevante soprattutto in caso di alcune patologie come meningiti, encefaliti di sospetta origine batterico virale”.

Queste sono tra le argomentazioni che il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano espone nella lettera di risposta al commissario ad acta: a suo avviso il progetto di dedicare ai pazienti covid una parte dell’ospedale di Larino è irrealizzabile.

Florenzano Toma Scafarto coronavirus

Mancano poi una serie di requisiti richiesti da un decreto ministeriale che prevede per le Unità di malattie infettive e tropicale un bacino di utenza compreso tra il 600mila e 1,2 milioni di abitanti.

Anche la collocazione geografica del Vietri non è ottimale per Florenzano: la struttura covid deve essere raggiunta rapidamente, “supportata da collegamenti stradali, ferroviari e trasporto su gomma tali da poter permettere da parte dell’utenza interessata (che dovrebbe essere anche di fuori regione) di raggiungere con facilità lo stesso Istituto”.

Dunque, oltre a chiedere “un ulteriore approfondimento tecnico per l’attivazione di un Istituto o Dipartimento di malattie infettive in Molise”, Florenzano frena sull’ipotesi legata al Vietri: “La realizzazione di un ospedale con tali caratteristiche non permetterebbe nell’immediato di liberare gli spazi fino a ora dedicati presso il Cardarelli di Campobasso essendo i tempi di realizzazione molto estesi e quindi non funzionali alle attuali necessità”. 

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