Il mondo dello sport

Atletica, tennis e nuoto scalpitano per ripartire. Ma “serve l’ok del Ministero per utilizzare le strutture”

Il Decreto del presidente del Consiglio ha dato il via libera alla pratica degli sport individuali che riguardano gli atleti professionisti. “Ma prima di poter allenarsi negli impianti, che resteranno a porte chiuse, attendiamo la validazione da parte del Ministero” spiega l’assessore allo sport del Comune di Campobasso, Luca Praitano. Si va verso un contingentamento degli orari da concordare con il Coni e con le federazioni.

“Dal 4 maggio sarà possibile tornare a fare attività motoria e sportiva e gli atleti professionisti potranno allenarsi nelle strutture a porte chiuse”. Nel decreto del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, c’è un passaggio inequivocabile: si può tornare a fare sport, sia da parte degli amatori che dei professionisti. Ma osservando determinate norme di sicurezza, che riguardano soprattutto il distanziamento sociale. E allora, ok a corse nei parchi, per strada, via libera alle biciclette. Ma non tutto è così liscio.

Occorre un po’ di chiarezza soprattutto su un tema: la riapertura delle strutture che ospitano gli sport cosiddetti individuali. In realtà, a Campobasso sono ancora chiuse. E il perché è presto detto: si attende la comunicazione ufficiale da parte del Comitato tecnico-scientifico del Ministero che dia la validazione alle norme guida stilate dalle federazioni. Poi, il Comune in accordo con il Coni regionale programmerà attività e orari da rispettare.

Piscina Campodipietra

A spiegarlo è l’assessore allo sport del Comune di Campobasso, Luca Praitano: “In questi giorni mi sono confrontato con le diverse federazioni sportive. Il Decreto del presidente Conte permette lo sport individuale e parla di apertura delle strutture ad utilizzo esclusivo degli atleti professionisti. Nel caso dell’atletica, sono quelli che hanno stabilito un tempo minimo per la partecipazione ai Campionati Italia. E sono circa 5-6 attualmente. Noi vogliamo farli allenare nel modo più sicuro e vogliamo riaprire al più presto le strutture ma per farlo dobbiamo aspettare la validazione delle linee guida stilate dalle federazioni da parte del Comitato tecnico-scientifico del Ministero”.

Dunque, c’è la volontà di riaprire i campi, le strutture. Ma non prima che si abbia l’ok da parte delle istituzioni preposte. Si accennava all’atletica ma parlando di sport individuali non si può non pensare al tennis, al nuoto, ma anche al pattinaggio, alle bocce. Insomma, una serie di discipline che scalpitano e non vedono l’ora di poter ripartire.

Per quanto riguarda il tennis, per esempio, è forse lo sport che tiene più a distanza gli atleti. Sono in effetti diversi i metri che separano i singoli giocatori nel corso di una partita. Discorso simile vale per i nuotatori, impegnati nelle singole corsie in piscina e debitamente a distanza. O il pattinaggio e le bocce. Il problema per tutti è lo stesso: non si può ripartire con gli allenamenti individuali per gli atleti professionisti se il Comitato non dà il nullaosta.

Nell’attesa, si spera non lunga, ci si organizza. Si va verso un contingentamento degli orari di apertura delle strutture solo per gli atleti autorizzati che potranno allenarsi a porte chiuse. Ma questo sarà stabilito in accordo con il Coni e con le singole federazioni. È chiaro che non si potrà fare tutto ciò che prima della pandemia era normale. Il discorso riguarderà anche gli spogliatoi, che resteranno presumibilmente chiusi, aperto però almeno un bagno.

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D’altronde, i costi della sanificazione sono a carico delle società, salvo nuove disposizioni a riguardo. E per aziende chiuse da due mesi e che non incassano un euro da tempo diventa dura pensare di poter assolvere a tutte le norme di sicurezza richieste per tornare alla completa normalità.

Restano bloccati gli sport di squadra. In primis il calcio, almeno sul fronte della Lega Nazionale Dilettanti che ha prolungato fino al 17 maggio la sospensione di ogni attività e quindi anche degli allenamenti. Alcune regioni hanno emesso ordinanze più espansive rispetto al Governo, ma le stesse potrebbero venire impugnate.

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