Riunioni vietate

Assembramento politico per scegliere il candidato sindaco, arrivano i carabinieri. Greco denuncia: “C’era pure l’assessore Niro, Toma chiarisca”

L'assessore regionale sarebbe stato identificato assieme a una decina di persone che lungo la strada che collega Belmonte del Sannio ad Agnone avevano aperto una riunione politica per studiare le strategie elettorali in occasione delle prossime amministrative. Il gruppo però è stato segnalato dai carabinieri che sono intervenuti sul posto per identificare i partecipanti

E’ accaduto ad Agnone: incontro politico (probabilmente) con assembramento (sicuramente).

La notizia – che ha fatto presto il giro del centro alto molisano e subito dopo anche quello di tutti i social – l’ha rimarcata in un video di denuncia anche il consigliere regionale pentastellato  Andrea Greco.

Lui per primo ha ricevuto una serie di telefonate da parte di amici e conoscenti, curiosi di sapere se egli stesso fosse il consigliere regionale  sorpreso dai carabinieri a fare una riunione politica  assieme ad un’altra decina di persone del posto per definire la scelta sul candidato sindaco di Agnone.

Greco, a chi glielo ha domandato,  dopo aver chiarito che non era certamente lui l’autore dell’assembramento poi controllato e contestato dai carabinieri, si è preoccupato però di andare fino in fondo alla notizia. E dopo aver accertato finanche con Vittorino Facciola se era a conoscenza di qualcuno di Palazzo D’Aimmo presente ad Agnone per ipotetiche “riunioni politiche”, nel video dice: “Ho verificato che l’unico consigliere regionale visto passeggiare ad Agnone era il consigliere o assessore Vincenzo Niro”.

Quindi la sua denuncia: “Quello che è accaduto non sarebbe dovuto accadere”. Greco annuncia che chiederà conto in aula anche al presidente della regione Donato Toma nonchè al presunto consigliere trasgressore della normativa anticovid.

Secondo una prima ed ipotetica ricostruzione dell’accaduto, il raggruppamento politico è stato avvistato da alcuni passanti lungo la strada provinciale che collega Belmonte del Sannio ad Agnone. Da qui la segnalazione dei carabinieri che sarebbero intervenuti sul posto per identificare i partecipanti alla riunione.

Non ci sono conferme relative alla sanzione, ma che ci siano stati le verifiche e i controlli dei militari  questo è certo. 

E Andrea Greco chiede chiarezza a Toma. “Nonostante le ferree limitazioni imposte dal lockdown, l’assessore regionale Vincenzo Niro avrebbe preso parte ad un incontro di natura politica svoltosi ad Agnone la sera di venerdì 15 maggio. Al tavolo, seduto insieme a lui, ex amministratori del consiglio comunale di Agnone, cittadina che si appresta a tornare al voto dopo la caduta del sindaco Lorenzo Marcovecchio. Insomma, un incontro politico in un luogo chiuso, nonostante le restrizioni ancora in vigore.
In un momento come quello che sta attraversando l’intero Paese, chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni ha il dovere di dare l’esempio sul rispetto delle leggi. Dopo mesi di comunicati e dirette del governatore Donato Toma che invitava tutti a rispettare le regole, ora un rappresentante della sua maggioranza è il primo ad infrangerle? La vicenda merita un chiarimento. Lo si deve ai tanti molisani che tra mille difficoltà fanno fatica e sacrifici per andare avanti, lo si deve per rispetto ai tanti operatori della sanità che hanno fatto e fanno di tutto per proteggerci. Soprattutto per queste ragioni, tramite una interrogazione urgente, ho chiesto al presidente della Regione Molise di fare luce su questo episodio. Un fatto che, se confermato, sarebbe molto grave”.

Andrea Greco M5S

“Ritengo non sia tollerabile – continua Greco – che le norme e i divieti possano valere solo per alcuni, mentre ad altri è consentito violare le disposizioni delle autorità. Se l’incontro sarà confermato e se la presenza dell’assessore sarà accertata, l’unica strada percorribile resta quella delle dimissioni da parte di chi ha palesemente violato le regole, le leggi. Contravvenire a norme imperative da parte di rappresentanti politici-istituzionali rappresenta un’aggravante, almeno dal punto di vista etico, per il semplice fatto che, lo ripeto, il ruolo istituzionale deve essere esempio di condotte corrette per l’intera collettività. A Donato Toma il compito di chiarire fin da subito una vicenda che inevitabilmente potrebbe gettare fango sull’intera regione”. 

 

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