Campobasso

Vigili, i soldi per le pistole spesi per radio portatili. Il Comune corregge il tiro: “Armi acquistate con altri fondi”

Cambiano destinazione i finanziamenti concessi dal Ministero per le 'Scuole sicure': saranno utilizzati per acquistare altri strumenti che saranno a disposizione del personale di Polizia locale. Mentre sull'acquisto delle armi il sindaco Gravina annuncia: "Confermiamo la scelta perché è un obbligo di legge, ma sarà predisposto un altro capitolo di bilancio".

Non proprio un dietrofront come auspicato da più di qualcuno, centrosinistra compreso. Tuttavia c’è una novità importante sulle quindici pistole Beretta che saranno in dotazione ai vigili urbani: l’acquisto delle armi non verrà pagato con i soldi assegnati ai Comuni dal Ministero dell’Interno e inseriti all’interno del programma ‘Scuole sicure’, scelta che aveva provocato una serie di reazioni polemiche e creato allarme sul rischio di un ‘far west’ in città, in particolare davanti agli istituti scolastici.

Dotare di armi gli uomini della Municipale per contrastare episodi di microcriminalità – spaccio di droga e furti, ad esempio – tra i ragazzi: questo l’obiettivo della spesa decisa lo scorso 15 aprile dall’amministrazione guidata da Roberto Gravina anche sulla base delle indicazioni arrivate dagli stessi vigili che si sentono a rischio durante lo svolgimento delle loro mansioni su strada. Non è raro, del resto, che vengano minacciati o insultati dagli automobilisti indisciplinati che beccano una multa.

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Cambia quindi la destinazione dei 29mila euro assegnati a Campobasso, di cui quasi la metà (14mila euro) destinata alle armi: saranno utilizzati per aumentare le strumentazioni utilizzate dal personale della Polizia Municipale acquistando radio portatili, che consentiranno loro di svolgere meglio il loro lavoro e garantire la pubblica sicurezza. L’emergenza legata al covid e le restrizioni imposte dal Governo per contenere il propagarsi del virus hanno reso necessario un maggior coinvolgimento anche ai vigili urbani, impegnati come tutte le altre forze dell’ordine nei controlli sul rispetto delle restrizioni.

La giunta guidata da Roberto Gravina, dunque, ha deciso di correggere il tiro: “La delibera 81 (per intenderci quella che prevedeva l’acquisto delle pistole, ndr) è stata revocata e sostituita con una nuova delibera (la numero 95)”. Quindi in Prefettura sarà inviato un altro progetto: “Per rispettare le sensibilità del mondo della scuola, degli studenti e dei docenti, abbiamo deciso di fare una scelta diversa, dirottare quei fondi sull’acquisto di radio portatili visto che i nostri agenti ne sono sprovvisti e risultano essere comunque tra le dotazioni obbligatorie”.

E le pistole? Saranno acquistate comunque perchè “è un obbligo di legge”, ha ricordato il primo cittadino. Ma saranno utilizzati i soldi di un altro capitolo di bilancio.

Il sindaco inoltre ha ricordato che “solo il 5% dei fondi previsti per il progetto denominato Scuole Sicure può essere destinato per le campagne informative e di sensibilizzazione e, come del resto già era previsto precedentemente, svilupperemo questo aspetto del progetto avvalendoci di figure specializzate, ovvero uno psicologo e due assistenti sociali”. Una risposta al Pd che chiedeva proprio questo.

Ecco le iniziative programmate dal Comune: “Sono previsti, tra le metodologie che verranno utilizzate per il progetto, interventi di prevenzione e sensibilizzazione sul tema delle dipendenze nelle scuole, attraverso proiezioni di filmati sull’argomento e slide, dibattiti e questionari, illustrazioni delle diverse tipologie di dipendenze con cause, effetti e forme di recupero, nonché l’illustrazione dei vari servizi o strutture, strumenti e del personale coinvolto.

Ci sarà poi un intervento psicologico sul tema delle dipendenze nelle scuole volto ai processi di sensibilizzazione e prevenzione sulle dipendenze con l’obiettivo non solo di informare, ma di permettere ai ragazzi di sperimentare, entrare in contatto ed elaborare vissuti legati all’uso e abuso di sostanze stupefacenti e di conoscere il complesso ed articolato mondo delle dipendenze, attraverso la modalità esperienziale di giuochi d’aula come “role playing”, simulate e la somministrazione di questionari atti a rivelare le difficoltà e i bisogni principali su cui implementare, eventualmente in futuro, interventi sempre più mirati”.

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