Dopo il voto

“Sovvertita la legge con operazione disinvolta”, ma il Bilancio passa in silenzio. Toma prepara la (vecchia) Giunta

L'Assemblea regionale ha approvato il Bilancio nel silenzio generale del Molise sulla azzardata manovra politica operata dal presidente della Regione, che ha liquidato la Giunta e poi proposto un emendamento che ha modificato la legge elettorale con la complicità dei 5 Stelle. "Il Molise è pronto a ripartire", il commento di Toma che all'inizio della settimana nominerà i nuovi assessori. Fanelli: "Vizi così gravi che mettono dubbio la regolarità stessa degli atti del bilancio pluriennale". E a maggio il governatore dovrà schivare due ostacoli: la mozione di sfiducia del Pd (il 5) e l'eventuale pronunciamento del Tar sul ricorso degli eletti esclusi.

Alla fine è andata così come previsto: la maggioranza ha approvato stanotte l’ultimo documento all’esame del Consiglio regionale, il “Bilancio di previsione pluriennale per il triennio 2020–2022”. Dodici i voti favorevoli, 8 contrari. Michele Iorio è andato via prima della votazione per problemi personali. Prima ancora l’Aula aveva approvato il Documento di economia e finanza per il prossimo triennio e la Legge di Stabilità.

Soprattutto è passata nel silenzio e anche con la complicità di una parte dell’opposizione (il voto dei 5 Stelle con il centrodestra) il via libera alla manovra politica del presidente Donato Toma che in quattro e quattr’otto ha liquidato la sua Giunta e cancellato il meccanismo che aveva consentito ai consiglieri “supplenti” di prendere il posto  degli assessori in aula. In attesa del giudizio del Tar Molise sul ricorso presentato da Tedeschi e Scarabeo, l’azione (che molti hanno definito una spregiudicata manovra politica) non ha provocato grandi reazioni: tace la politica regionale, tacciono gli esperti di diritto e sono rimasti in silenzio anche i difensori della legalità. Evidentemente cambiare una legge elettorale con un semplice emendamento affidato a una maggioranza ad hoc, ridisegnata sulla base di una necessità del momento, è operazione che non merita alcuna reazione in un Molise che si dimostra più anestetizzato che mai.

Nel day after il presidente Donato Toma incassa il risultato, e al telefono esulta: “Maggioranza compatta al 100%, la discussione è andata avanti con fluidità, non abbiamo dovuto fare tour de force nonostante l’ostruzionismo di qualcuno”. Il riferimento è alle pregiudiziali presentate da Iorio prima e da Micaela Fanelli (Pd) poi per tentare di sospendere i lavori per il contestuale ricorso degli ex consiglieri e il pronunciamento dei giudici.

Avevamo bisogno di approvare il bilancio per i molisani: da oggi abbiamo messo in moto la macchina dei bandi e degli aiuti alle famiglie. Stiamo lavorando affinchè la prossima settimana i fondi arrivino”, aggiunge il Governatore che ieri sera (22 aprile) all’assise regionale ha pure annunciato di essere pronto a ricomporre la Giunta. “La settimana prossima – sottolinea – nominerò la Giunta al completo. Comunque non ho fretta, in questo momento la Giunta c’è (il riferimento è all’unico assessore esterno e senza deleghe Maurizio Tiberio nominato lunedì mattina, ndr) nel caso in cui sia necessario prendere decisioni urgenti. Aspetto di promulgare la legge di Bilancio, poi ci sarà la ricomposizione della Giunta”. “Ho bisogno della Giunta – insiste – per approvare il cosiddetto gestionale, spacchettiamo il bilancio”, ossia un passaggio chiave per mettere a disposizione dei dirigenti le somme previste per determinati capitoli di spesa e quindi per mettere in pratica le varie misure approvate. “Tra lunedì e martedì al massimo completiamo il tutto”.

Intanto la prima metà di maggio lo stesso Toma avrà di fronte due ostacoli: la sfiducia depositata dal Pd il 5 maggio, poi il 13 i giudici si pronunceranno sul ricorso. L’esito potrebbe far scoppiare una ‘bomba’.

Proprio dal Pd si registrano le reazioni al Bilancio: “Defr (Documento di economia e finanza, ndr), Legge di Stabilità e Bilancio pluriennale favoriscono condizioni di ingiustizia e incertezza. Tre “topolini”, al posto del “bazooka” per la ripresa economica e sociale del Molise, così come il Presidente Toma vorrebbe far credere. Il tutto aggravato da gravi profili di incertezza giuridica che si pongono come una spada di Damocle, in attesa delle decisioni del Tar e di altre vicende che spostano il piano da quello politico a quello del vaglio giurisdizionale e dei controlli, con il rischio reale che vadano invalidati tutti gli atti assunti dal Consiglio Regionale o di altre pendenze e incertezze varie”.

“L’unica, vera, capacità di Toma, quella di sovvertire la legge elettorale in vigore e far deflagrare una pericolosissima crisi istituzionale, nel disperato tentativo di ricomporre una maggioranza inesistente”, scandisce il capogruppo dem Micaela Fanelli.

Facciolla e Fanelli consiglio regionale sessione bilancio covid

Secondo gli esponenti democratici, “non c’è alcuna visione del futuro” sul bilancio approvato in Aula. “I conti non erano in ordine prima del Covid e non lo sono ora”. Fanelli accusa Toma di essere “il mago delle alchimie politiche”, soluzioni non sono arrivate neppure da Maurizio Tiberio, “già consulente economico e ora assessore”.

Inoltre gli atti approvati sono a rischio: “Vizi così gravi e lampanti che mettono dubbio la regolarità stessa degli atti del bilancio pluriennale”. Il Pd ha proposto sette ordini del giorno per tentare “di raddrizzare la rotta di questo Governo regionale che ha certificato tutti i suoi limiti e la sua inadeguatezza nel gestire sia l’ordinario che lo straordinario”. Ne sono stati accolti solo due: c’è l’impegno del Governatore ad aiutare le famiglie sui fitti universitari dei figli fuori sede e quello di accordare un contributo economico agli operatori sanitari impegnati nella lotta contro il Covid.

Probabilmente al termine della maratona sul bilancio i 5 stelle sono i veri sconfitti. Forse si sono accorti tardivamente  della strumentalizzazione di cui sono stati protagonisti: Toma ha convinto il capogruppo Andrea Greco a firmare l’emendamento che ha modificato la legge elettorale cancellando la surroga.

Tanto è vero che oggi ammettono: “L’abolizione della surroga, come avevamo previsto, non è segnale di cambiamento sul tema dei costi della politica, ma il modo utilizzato dal governatore per estromettere chi non è allineato al suo pensiero”.

Ma allo stesso il partito che ha fatto del taglio dei costi alla politica il suo cavallo di battaglia  esprime soddisfazione, sorvolando sul modo col quale il risultato è stato raggiunto. “Si potranno risparmiare circa 800.000 euro annui ed è ciò che conta. Soldi, tra l’altro, che Toma si è impegnato a girare anche in parte al fondo di sostegno ai molisani che soffrono di malattie rare o che devono sottoporsi a trapianto: fondo che al momento sarebbe pari a zero”. Tanto è vero che il centrodestra ha bocciato in maniera netta una serie di proposte presentate da Greco e soci, in primis il taglio alla busta paga di presidente, assessori e consiglieri.

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I 5 Stelle criticano “l’ingerenza politica di Toma sull’andamento dei lavori, i pochi, timidi interventi dei consiglieri di maggioranza sempre in difesa di sé stessi e il silenzio clamoroso di tutti gli ex assessori che dovrebbero aver preso parte alla stesura di questa Manovra. Finanche Toma è stato costretto a dire in Aula: “Questa legge non è la migliore che potevamo fare”. I molisani ringraziano”.   (S.P.)

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