In vista del 27 aprile

Sindacati chiedono intervento Regione: “Su autobus non più di 15-17 persone”

Un intervento urgente della Regione Molise per garantire la sicurezza sui mezzi pubblici in vista del rientro al lavoro di diversi operai lunedì 27 aprile. È la richiesta avanzata dalle segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro.

“La fase 2 del trasporto pubblico sarà costretta ad anticipare i tempi perché se è vero che fino ad oggi gli autobus e i treni continuano prevalentemente a viaggiare semivuoti, già da lunedì con la riapertura delle prime grandi fabbriche, lo scenario cambierà radicalmente e il Molise non rimarrà escluso da questa importante rivoluzione. È noto infatti che nel gruppo FCA sia a Termoli che nella vicina Val di Sangro (Sevel e indotto), una buona parte  del pendolarismo cosiddetto operaio si sposta dal Molise e raggiunge le fabbriche  avvalendosi prevalentemente dei mezzi pubblici delle aziende di trasporto molisane, fenomeno peraltro destinato a non arrestarsi dal momento che anche l’eventuale alternativa caratterizzata dall’utilizzo dei mezzi privati, impone gli obblighi del distanziamento sociale (in ogni autovettura si può viaggiare al massimo in due)” affermano i sindacati.

“Tornando al Molise – proseguono le organizzazioni sindacali – e dando per scontato che la chiusura anticipata dell’anno scolastico consentirà alle Regioni, in vista di una ipotetica riapertura comunque a settembre, di organizzare adeguatamente il sistema dei trasporti in funzione delle nuove regole, c’è da capire se le imprese di trasporto molisane si stiano adeguando o meno nel tutelare sia i viaggiatori da trasportare che il personale preposto all’espletamento del servizio”.

Secondo i sindacati “il primo problema attiene la sanificazione dei mezzi di trasporto. Continuiamo a sentire dichiarazioni e affermazioni anche rese pubblicamente da parte delle imprese che ci lasciano letteralmente basiti. La Sati ad esempio proprio nel corso di una riunione tenutasi per la costituzione del Comitato per l’applicazione e la verifica dei protocolli Covid, ha dichiarato di aver effettuato soltanto due cicli di sanificazione dei mezzi dall’inizio della pandemia. L’altra società regionale, ovvero l’Atm, ha invece dichiarato di effettuare tali operazioni ogni tre giorni. Premesso che queste affermazioni dovrebbero essere comprovate da apposite certificazioni pubbliche attestanti l’avvenuta sanificazione dei mezzi nell’interesse sia dell’utenza che degli stessi autisti, è il caso di ricordare che queste procedure, come è facile immaginare, andrebbero eseguite almeno con cadenza giornaliera. Addirittura nei casi riguardanti il pendolarismo operaio verso le fabbriche, alcune aziende di trasporto hanno già previsto di sanificare i mezzi fino a tre volte al giorno, in pratica in coincidenza con ogni cambio turno.

Altro tema è quello dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale che auspichiamo vengano resi obbligatori (per Decreto) per tutti i viaggiatori che utilizzeranno i mezzi pubblici e ovviamente anche per tutto i lavoratori preposti a garantire il servizio di trasporto a partire dagli autisti. A tal proposito e detto  dei gravi ritardi con i quali le imprese di trasporto hanno provveduto a fornire mascherine , guanti e gel igienizzante ai propri dipendenti esposti peraltro in prima linea al rischio contagio, abbiamo altresì l’impressione che ancora oggi vi sia un po’ di confusione nell’identificare quali siano effettivamente i dispositivi di protezione individuale (DPI) delle vie respiratorie che per intenderci non sono assolutamente le mascherine chirurgiche che in molti casi le stesse aziende hanno provveduto a distribuire ai propri dipendenti, spacciandole appunto per DPI.

Tornando infine al distanziamento sociale obbligatorio e alla imminente riapertura delle fabbriche, auspichiamo che vi sia una cabina di regia regionale che imponga e quindi non lasci libero arbitrio alle imprese di trasporto nell’interpretazione delle norme.  Per essere espliciti su un autobus extraurbano da 53/55 posti (così come riportato nell’esempio), non potranno viaggiare più di 15/17 utenti a meno che non si intervenga con modifiche strutturali sui mezzi, togliendo letteralmente la fila centrale dei sedili e creando quindi un distanziamento maggiore, ma tale operazione è consentita solo se espressamente prevista dalla carta di circolazione del mezzo stesso. Così come auspichiamo l’introduzione anche in Molise della bigliettazione elettronica e in generale di forme più moderne in grado di sostituire la ormai superata vendita a bordo dei titoli di viaggio che oltretutto non è più compatibile”.

Nel pomeriggio odierno è previsto un nuovo incontro con l’assessorato regionale ai trasporti proprio per parlare di fase 2 e di come il settore intenda organizzarsi rispetto alle nuove regole per l’utilizzo del trasporto pubblico.

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