Termoli

Senzatetto multato, in tanti si offrono di pagare la sanzione. Lui ringrazia ma ha deciso: “Farò ricorso”

Dopo l'episodio, raccontato da Primonumero, del senzatetto multato dalla Polizia perchè trovato 'in giro' nonostante i divieti anti-Covid, diversi hanno manifestato la volontà di pagare la sanzione. "Un gesto bellissimo", ci racconta emozionato il diretto interessato. Che però si è già attivato con un avvocato per fare ricorso. "Non ho detto tutto ma loro hanno capito benissimo la mia condizione"

Il caso della multa del giorno della vigilia di Pasqua ad un senzatetto – un termolese di 51 anni che da circa 2 non ha più una casa – ha sollevato un coro di polemiche ma anche una catena di solidarietà sorprendente. Erroneamente si è scritto che a comminarla fossero stati degli agenti della Polstrada ma non è così. “La Polizia Stradale è sempre accanto ai cittadini e in modo particolare ai disagiati. Detto ciò chi ha fatto il verbale ha applicato la legge e non va denigrato per questo”.

Non ha una casa ma non lo dichiara: multa di 400 euro. “Stava andando in Caritas per il pranzo”

Dopo l’articolo di Primonumero, in poco tempo sono arrivate al giornale e all’associazione La Città Invisibile offerte di persone disponibili a pagare di tasca propria (almeno in parte) la sanzione. 400 euro, ridotti a 280 nel caso di pagamento in tempi rapidi. Cifre che, ad ogni modo, l’uomo non poteva e non potrà permettersi di pagare stante la sua condizione economica e sociale. Pochi giorni dopo ne abbiamo parlato proprio con lui, il primo ad essere piacevolmente ‘frastornato’ dalla generosità di quegli sconosciuti che hanno preso a cuore il suo caso.

“Non me lo aspettavo, mi ha fatto un piacere immenso venire a sapere che c’era qualcuno disposto ad aiutarmi”. Il signor k, lo chiameremo così, ha dimenticato cosa vuol dire ‘ricevere’ e anche ‘chiedere’. “Ho dei parenti qui a Termoli, ma anche loro non se la passano benissimo e non andrei mai a chiedere loro dei soldi”. Se non fosse per le associazioni (Caritas e Città Invisibile su tutte) lui spesso non avrebbe di che mangiare. Perché i soldi che saltuariamente riesce a guadagnare sono insufficienti. Quel giorno, l’11 aprile, aveva appena terminato un piccolo lavoro che gli era valso 15 euro e si apprestava a fare dei piccoli acquisti e poi a recarsi alla Caritas per ritirare il suo pasto. Ma, come raccontato, gli agenti della Polizia lo hanno fermato.

Dell’episodio il signor k non si fa ancora capace. Ed è escluso che la ragione della sanzione fosse legata al non avere la mascherina perchè “ce l’avevo”. Perché non ha detto la verità? “Non lo so, ho pensato che se avessi detto loro del camion avrei rischiato di perdere anche quello”. Perché è vero, come vi abbiamo raccontato, che lui non ha detto tutto quel che c’era da dire sulla sua condizione (non ha fatto cenno neanche alla Caritas) ma – come è lui stesso a dirci – il dubbio è che i militari l’avessero perfettamente intuito. Anche perché poche ore prima gli stessi agenti lo avevano già fermato, nei pressi di piazza Monumento, e lui aveva spiegato che si stava recando ai Servizi Sociali del Comune per fare domanda di alloggio ‘provvisorio’ alla palestra della scuola Schweitzer, dove si è allestito un dormitorio per i senzatetto della città. Domanda che poi gli è stata effettivamente accolta, e da un paio di giorni infatti è lì la sua nuova sistemazione. Non è una casa neanche quella, “però si sta bene, c’è tutto”.

Dormitorio schweitzer

Il signor k, che al momento della stesura del verbale non ha battuto ciglio, ha maturato poi la decisione di ricorrere contro quello che definisce “un dispettuccio”. “Non erano di Termoli (i Poliziotti, ndr) e non li avevo mai visti prima. La verità è che non glie n’è importato nulla”. Ha dunque già contattato un legale, l’avvocato Laura Venittelli che con la sua Casa dei diritti ha scelto di dare consulenza e assistenza legale ai più ‘fragili’, che presenterà ricorso avverso la decisione. “Io mi sono già recato in Comune, ma mi hanno detto che non possono fare nulla e che il procedimento amministrativo andrà avanti”. Ma la paura dell’uomo è che, se non dovesse andare a buon fine il ricorso, lui sia incriminato un domani per non aver pagato la multa. Nella sua mente si affastellano scenari cupi costellati da una sensazione di impotenza. “Io non so e non voglio andare a rubare, ma quei soldi non li avrò mai e se li avessi mi servirebbero per altro, per mangiare prima di tutto. Uno come me come fa a pagare quella cifra!”.

Venuto a conoscenza della volontà di alcuni, perfetti sconosciuti, di aiutarlo, il termolese si è commosso. “È un gesto bellissimo, li ringrazio”, ci dice con l’emozione nella voce. Stupisce però ancor di più sapere che lui preferisce non accettare che siano altri a pagare la ‘sua’ sanzione. “Mi dispiace che altri debbano pagare, sono soldi che si sono guadagnati, e magari hanno famiglia”. La gratitudine e lo stupore sono forti, “non mi aspettavo assolutamente che potesse accadere una cosa del genere ma preferisco trovare un’altra strada”.

Dopo la lettura dell’articolo, alcuni non ci hanno pensato due volte a farsi avanti per pagare la sua multa. Tra questi Antonio, dipendente part-time alle Poste di Termoli, che da subito ha manifestato la volontà di contribuire, anche solo parzialmente, al pagamento. Lo abbiamo contattato e ci ha rivelato che non vede ‘straordinarietà’ alcuna nel suo gesto. “Per me è naturale dare qual che si ha in più – anche se poco – a chi non lo ha”. Cresciuto in una casa popolare, Antonio ammette candidamente che “quando io e la mia famiglia abbiamo avuto bisogno siamo stati aiutati e ci viene spontaneo farlo a nostra volta”. Un’attitudine a donare sperimentata nel quotidiano: “Quando cuciniamo qualcosa ne diamo una parte ai vicini, siamo abituati così”. La vicenda del senzatetto multato ha colpito molto Antonio. “In questa storia le Forze dell’Ordine avrebbero potuto essere meno inflessibili, specie se hanno capito chi avevano di fronte”. Antonio sa che i procedimenti amministrativi fanno il loro corso e che, in caso di mancato pagamento, per quell’uomo rimarrà ‘una macchia’. Non giustificata da alcuna colpa: “Lui si è mosso per necessità, non stava andando ‘a zonzo’”.

Come Antonio altri ragazzi si sono fatti avanti per pagare la multa del signor k. Forse è questo l’unico aspetto bello di questa pandemia: aver creato una ‘comunità’ laddove non c’era.

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