San martino in pensilis

Rifiuti speciali nelle campagne, Associazione Antimafia chiama la Dda: “I clan l’hanno già fatto, sempre in Molise”

Elvio Di Cesare, segretario nazionale dell’Associazione Antimafia ‘Antonino Caponnetto’ ha presentato un esposto indirizzato alla Dda e alla Procura della Repubblica di Foggia sul caso di San Martino

Arriva ai magistrati antimafia la vicenda del ritrovamento di discariche abusive di probabili rifiuti speciali nelle campagne di San Martino in Pensilis. Tre ritrovamenti avvenuti fra l’1 e il 3 aprile scorsi, che fanno pensare a metodi già utilizzati in passato dai clan della criminalità organizzata campana, ma non è da escludere la pista pugliese.

È a questo che fa riferimento Elvio Di Cesare, segretario nazionale dell’Associazione Antimafia ‘Antonino Caponnetto’, che ha presentato un esposto indirizzato alla Direzione Distrettuale Antimafia, alla Dda di Bari e alla Procura della Repubblica di Foggia.

“Di recente – scrive Di Cesare riprendendo la notizia – Carabinieri Forestali della Compagnia di Termoli hanno messo sotto sequestro tre discariche abusive di rifiuti, probabilmente industriali. Il primo ritrovamento risale a mercoledì 1° aprile, a ridosso della Strada Statale Bifernina, non lontano dal comune di Guglionesi; la mole dei rifiuti era tale che si è ipotizzato che, per il suo trasporto, si siano resi necessari fino a otto camion. Il giorno seguente è arrivato il secondo rinvenimento, nel mezzo della Statale 87: due camion di rifiuti speciali. Infine, il 3 aprile, nei pressi del confine pugliese, la scoperta dell’ultimo cumulo. Il forte sospetto che si tratti di scarti industriali, fa temere che quanto accaduto abbia come responsabili i clan della criminalità organizzata campana”.

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Fin qui, quanto già scritto da primonumero.it qualche settimana fa. Ma l’associazione Caponnetto fa un riferimento preciso. “Sarebbero diverse, anche nella odierna vicenda di traffico illecito di rifiuti, le analogie riscontrate con l’operazione Black-Land condotta dalla Dda di Bari nel 2014 che svelò un imponente traffico illecito di rifiuti. Essi venivano illecitamente sversati in aree diversificate ricadenti nelle regioni di Puglia, Campania, Basilicata e Molise, talvolta anche nei pressi di zone lacustri e corsi d’acqua di grande rilevanza paesaggistica e faunistica, protette. In taluni casi i rifiuti venivano incendiati subito dopo lo sversamento” scrive Di Cesare, che auspica quanto prima l’intervento della magistratura.

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La Procura di Larino è stata già informata da tempo del rinvenimento dei rifiuti e le indagini del Noe dei carabinieri sono state avviate. La speranza è che anche l’Antimafia faccia altrettanto. L’associazione Caponnetto reclama “penetranti indagini volte a scoprire se dietro questo traffico illecito di rifiuti, che sta creando allarme sociale ed ambientale nelle terre del Basso Molise al confine con la Puglia, si nasconda una organizzazione criminale dedita proprio al ciclo illegale dei rifiuti che annovera quasi sempre la presenza di infiltrazioni mafiose nelle ditte coinvolte”.

Di Cesare chiede di essere informato dell’evolversi della vicenda, e nel ricordare l’inchiesta ‘Black Land’, fa anche riferimento all’interrogazione di recente presentata dal senatore del M5S Fabrizio Ortis ai ministri Costa e Lamorgese.

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Si smuovono le acque su una vicenda che è passata un po’ sotto silenzio a causa dell’emergenza epidemiologica che è di una gravità assoluta e che dimostra ancora una volta come la criminalità organizzata abbia interessi in Molise e lo veda come territorio dove poter operare senza il disturbo di una opinione pubblica spesso distratta e impreparata.

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