Polemiche & emergenza covid

Pioggia di milioni ai privati della sanità, impegnati nel Covid solo sulla carta. La Regione paga il 95% del budget

Mentre l'ospedale di Campobasso è in affanno e resta ancora inascoltato il grido d'allarme dei primari, Angelo Giustini ha firmato un decreto che consente di saldare quasi tutto il conto a Neuromed, Gemelli Cattolica e ad altre strutture private che nella fase 1 dell'emergenza sanitaria legata al covid-19 sono state impegnate sol sulla carta. La denuncia dell'avvocato Massimo Romano: "Provvedimento iniquo e incongruo". Insorge anche il Movimento 5 Stelle che con Andrea Greco accusa: "L'ennesimo regalo ai privati".

Mentre l’ospedale Cardarelli di Campobasso è in forte affanno, come denunciato da sette primari in un documento inviato al presidente Donato Toma e al direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano, i privati accreditati con la Regione Molise riceveranno il 95% delle somme loro spettanti. E’ quanto prevede l’ultimo provvedimento firmato dal commissario ad acta Angelo Giustini, portato all’attenzione della pubblica opinione dall’avvocato Massimo Romano, fino a qualche anno fa consigliere regionale particolarmente battagliero e strenuo oppositore del governo allora guidato da Michele Iorio.

In pratica, secondo il decreto numero 26 dell’8 aprile, Neuromed, Gemelli Cattolica e tutte le altre strutture private che erogano prestazioni sanitarie e per questo vengono pagate dalla Regione Molise riceveranno quasi tutto il budget previsto, pur non essendo state impegnate in questa fase dell’emergenza legata al covid-19.

Certo, anche i privati sono stati coinvolti dal governo regionale nel piano per fronteggiare l’epidemia in base al principio, pronunciato dal presidente Donato Toma all’inizio della diffusione del virus, che “non esiste pubblico e privato, ma un’unica sanità molisana”.

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In quest’ottica, in uno scenario molto preoccupante come quello che si stava delineando a fine marzo e alla luce del crescente fabbisogno di posti letto, ai privati è stato chiesto di fare la loro parte mettendo a disposizione propri posti letto nel caso in cui la situazione fosse peggiorata e né il Cardarelli, hub covid regionale, né gli altri nosocomi come il San Timoteo di Termoli e il Veneziale di Isernia fossero stati in grado di accogliere pazienti infettati dal coronavirus.

Nella cosiddetta ‘fase 4’ Neuromed avrebbe attivato quattro posti letto di Terapia Intensiva (salvo poi chiedere all’Asrem il ricovero dei nove pazienti positivi al covid emersi il mese scorso). Il Gemelli Cattolica invece ha messo a disposizione tre posti letto di terapia intensiva post operatoria, oltre ad attivare un reparto covid con 13 posti letto. Discorso simile per Villa Esther di Bojano, la Gea Medica di Isernia e Villa Maria di Campobasso.

posti letto covid privati

Posti letto che per fortuna non sono serviti dal momento che le misure restrittive hanno funzionato, c’è stato un rallentamento del contagio e infine, prima di coinvolgere le strutture private, l’Azienda sanitaria ha preferito riportare in auge Larino e soprattutto Venafro. Al Santissimo Rosario sono ricoverati ad esempio i venti anziani delle case di riposo ‘Tavola Osca’ di Agnone e ‘Madre Teresa di Calcutta’ di Cercemaggiore risultati positivi al coronavirus.

Nonostante ciò, lo scorso 2 aprile i rappresentanti delle strutture private, oltre a confermare la disponibilità nella gestione emergenziale, hanno avanzato una richiesta esplicita durante il tavolo tecnico con la Direzione Generale per la Salute della Regione Molise, i vertici dell’Asrem e l’Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata: il pagamento delle spettanze dovendo “sostenere costi per il mantenimento degli assetti organizzativi e gestionali atti ad assicurare la propria attività sanitaria nell’ambito dell’emergenza covid-19”, come si apprende leggendo il decreto del commissario ad acta per la sanità.

Com’è andata a finire? La richiesta è stata accolta. Nel suo decreto, che modifica un precedente provvedimento che attribuisce una quota minore del budget, Angelo Giustini ha stabilito, a favore delle strutture private accreditate ospedaliere che partecipano alla gestione dell’emergenza covid-19, “il pagamento di una remunerazione mensile determinata nella misura del 95% dell’importo mensile corrisposto/da corrispondere nel primo bimestre 2020, riferito all’assistenza ospedaliera anche per consentire il mantenimento i requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici e, quindi supportare l’emergenza”.

Al tempo stesso i privati (Neuromed, Gemelli Molise, Villa Maria, Villa Esther, Gea Medica), che si vedranno corrisposte le somme di marzo e aprile, dovranno rendere disponibile i “propri posti letto da dedicare ai pazienti no covid e ai pazienti covid”.

La decisione di Angelo Giustini ha scatenato il putiferio dopo la denuncia di Massimo Romano che ha definito il suo provvedimento “incongruo e iniquo” dal momento che il decreto 26 “prevede un rimborso ‘orizzontale’ stabilito nella percentuale fissa, uguale per tutte le strutture interessate, pari al 95% del fatturato complessivo di ciascuna nel bimestre precedente, e non, invece, rapportato ai soli posti letto resi disponibili per l’emergenza”.

Massimo Romano

L’avvocato cita l’esempio dell’Ircss di Pozzilli: “Neuromed ha 145 posti letto e un budget per l’assistenza ospedaliera di circa 30 milioni all’anno, pari a circa 5 milioni a bimestre: quanti posti letto mette a disposizione per l’emergenza Covid? Secondo quanto riportato nel decreto 26, 4 posti di terapia intensiva. Quattro, non quarantaquattro o centoquarantaquattro. Traduzione: per una “disponibilità” di 4 posti letto su 145 totali (2,8%), Neuromed avrà diritto a percepire, per il bimestre marzo-aprile, presumibilmente il 95% di circa 5 milioni, pari a 4,7 milioni di euro, cifra che ricomprende anche la quota dell’80% di mobilità attiva riservata ai pazienti extra-regionali, estranei per definizione al piano di gestione dell’emergenza Covid del Molise, ma che, ciononostante, non è stata esclusa dal Dca. E che quindi, verosimilmente, pagheremo comunque, senza possibilità di rimborso”.

Andrea Greco M5S

Anche il Movimento 5 Stelle ha alzato il volume della radio con il capogruppo in Consiglio regionale Andrea Greco: “Si tratta di un’altra pagina nera per la nostra regione. Nonostante le attività delle strutture private accreditate siano di fatto sospese in questo periodo di emergenza, la Regione si sarebbe infatti impegnata a corrispondere loro il 95% dell’importo del budget per ciascun mese. Eppure un decreto legge dell’8 aprile prevede un tetto massimo del 70% per questi casi. Il rischio è quello di un vero e proprio regalo ai privati, l’ennesimo, mentre la sanità pubblica è in continuo affanno”.

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