di Antonio Andriani
Storiografici, cenni sul Molise,
un luogo provvisorio,
angusto purgatorio.
Qui chiedono ‘l rimborso
soltanto per un morso,
e ci vuole sfrontatezza!
Pochi eletti vagano ‘n paradiso,
loro i più abili con la menzogna,
hanno mille facce, ma nessun viso.
Da questa gente apprendere abbisogna
poi lasciare, nottetempo, la fogna.
Basta con la politica,
lei non fa mai autocritica;
rimossa dal registro
assieme a quel ministro
simile alla monnezza.
‘l virus che ha sfrenato l’inferno
odora di morte e la mascherina
serve, a subir cazzotti nello sterno.
Che fetido affare la Medicina,
meno dolorosa la ghigliottina.
Strani sono i bisogni,
poesie e li sogni
vissuti ad occhi aperti,
mica quelli sofferti.
Attendo la bellezza!
Scrittura vuol mani da contadino,
e difficile lavoro, sul terreno
argilloso, sin dal primo mattino,
quando pure ‘l mare si fa sereno
intorno all’orizzonte, saraceno.
Ho voglia d’un viaggio
breve, giusto l’assaggio,
magari fino al porto
turistico; assorto
m’abbandono alla brezza.
Con Cavalcanti, mo’ faccio un accordo
sperando non mi giudichi maldestro.
So d’essere levantino e balordo,
sì, gli chiedo di farmi da maestro,
per andare più sicuro a canestro.
Gand’amico di Dante,
il poeta volante
m’accompagna. Va Piano
nel futuro, lontano,
sul ponte la salvezza!
Andri270420 Parafrasi = la ballata, alla maniera di Guido Cavalcanti, è formata da quattro stanze di dieci versi ciascuna (endecasillabi e settenari), con schema della rima ABABBccddx; ripresa di sei versi corrispondenti alla sirma di ogni stanza, con schema Abbccx (l’ultimo verso di ogni stanza presenta sempre la stessa rima x), la bellezza di 46 versi. Il titolo, endecasillabo, è in rima con la lettera x. Per ciò che riguarda i contenuti, evidente e di certo comprensibile a chiunque.
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