Campobasso e termoli

Il Covid uccide bar e ristoranti: “In 3 settimane ho guadagnato 150 euro”. Imprenditori protestano e consegnano le chiavi ai sindaci

Dopo il flashmob di ieri sera, quando hanno acceso le luci dei loro locali, questa mattina - 29 aprile - a Campobasso e Termoli i piccoli imprenditori titolari degli esercizi commerciali hanno riconsegnato simbolicamente le chiavi ai sindaci. Molte attività rischiano di chiudere alla luce dell'emergenza legata al coronavirus e chiedono interventi urgenti. L'impegno del primo cittadino del capoluogo: "Quello che possiamo provare a fare è di velocizzare la burocrazia per permettervi di partire subito con stalli nuovi e in sicurezza"

La conclusione è chiara: rischiano di scomparire. Il Covid in un modo o nell’altro ha ucciso e continua a farlo. Sotto l’aspetto sanitario, ma anche sotto quello economico.

I titolari delle attività di ristorazione questa mattina (29 aprile), dopo il flashmob di ieri sera, hanno simbolicamente consegnato le chiavi dei loro locali ai sindaci. E’ successo a Termoli come a Campobasso, dove Roberto Gravina li ha aspettati in piazza Municipio e si è intrattenuto a lungo con loro per un confronto e uno sfogo fatto di allarme e disperazione.

I piccoli imprenditori che gestiscono bar, trattorie e ristoranti dopo l’analisi dei decreti e i passaggi in banca, hanno capito che se gli “aiuti” previsti serviranno solo a pagare tasse, affitti e riorganizzazione dei locali, molti di loro dovranno chiudere.

Un danno enorme per i territori, per l’occupazione e per una regione che ambisce ad essere terra di turismo.

La situazione è drammatica e lo diventa sempre di più in attesa di sapere passo dopo passo qualcosa di più concreto sul sostegno economico previsto a partire dalla Fase 2.

Emblematico il racconto di Angelo, dell’Osteria dei pazzi di Parco dei Pini a Campobasso. Da tre settimane fa consegne a domicilio e sta organizzando il locale anche per l’asporto ma “pensi – dice al sindaco -, io ho investito in queste tre settimane 700 euro di materia prima, ho guadagnato 150 euro. La somma per acquistare acqua utile in una settimana”.

Campobasso protesta commercianti coronavirus

Gravina annuisce e comprende. Capisce il disagio di tutti e quindi assicura estensione del luogo pubblico, sgravi fiscali, finanche quello della Tari “ma è chiaro – dice anche – che ci vuole un sostegno diverso per il reddito di queste famiglie perché, voglio ricordarlo, siamo ancora in piena emergenza sanitaria e dunque finché saremo costretti al distanziamento sociale e a tutte le precauzioni necessarie per evitare il contagio, non ci sarà più quella normalità anche conviviale cui eravamo abituati”.

Il rischio è che molte attività non riapriranno. Per questo il governo, e la politica tutta, compresa quella locale, devono intervenire fattivamente per salvare un pezzo importante del sistema produttivo molisano che è un settore trainante del turismo e dell’economia regionale.

Di questo Gravina è cosciente ma è anche consapevole, come in realtà lo sono pure i piccoli imprenditori che sono in cerchio attorno a lui, che “il momento è difficile e che forse una ripresa va studiata con qualche accortezza in più settore per settore“. Il sindaco assicura anche l’interlocuzione con la Regione “perché il presidente Toma ha programmato misure importanti per il sostegno al reddito e noi abbiamo già il bando – spiega il primo cittadino -. Ora vedremo anche quello alle attività produttive”.

Roberto Gravina Campobasso protesta commercianti coronavirus

“Nel frattempo – prosegue il primo cittadino di Campobasso – altra cosa che come Comune possiamo provare a fare è quella di velocizzare la burocrazia per permettervi di partire subito con stalli nuovi e in sicurezza”.

C’è da dire però che anche i municipi stanno cercando di capire con Roma come muoversi e su quali fondi si potrà contare qualora dovranno rinunciare o rinviare ancora le tasse. Perché “pensate – spiega Gravina – con il solito introito in meno del parcheggio a pagamento e di eventuali sanzioni per le violazioni al pagamento noi come comune rischiamo di avere un milione di euro in meno. Che si traduce in impossibilità di garantire alcuni servizi”.

Campobasso commercianti restituiscono le chiavi

Anche a Termoli gli esercenti si sono recati in Municipio per la riconsegna simbolica delle chiavi. Il sindaco di Termoli, nonché presidente della Provincia di Campobasso Francesco Roberti, ha incontrato in Comune una ristretta delegazione delle attività che ieri sera hanno protestato accendendo le luci nei propri locali per la manifestazione nazionale denominata ‘Risorgiamo Italia’ e che oggi hanno simbolicamente riconsegnato le chiavi dei rispettivi locali. Il primo cittadino termolese ha invitato a mettere da parte le polemiche e a continuare nel rispetto delle regole.

riconsegna chiavi esercenti al sindaco Roberti

“Il 4 maggio non è un liberi tutti” ha precisato il sindaco che ha chiesto la collaborazione dei cittadini e di rimando anche quella delle attività lavorative. “Dobbiamo abituarci a rispettare le distanze. Dobbiamo rimanere uniti e volere il bene della nostra città” ha dichiarato in presenza del presidente del Consiglio comunale Michele Marone e di alcuni esercenti.

riconsegna chiavi esercenti al sindaco Roberti

Ma il problema per le attività che costituiscono il fulcro della vita sociale e una fetta importantissima dell’economia rimane, si naviga un po’ a vista. Da una parte i sindaci che comprendono e sono solidali. Dall’altra la disperazione delle famiglie. Sta di fatto che il settore dei pubblici esercizi – bar, ristoranti, pizzerie, catene di ristorazione, catering, discoteche, pasticcerie, stabilimenti balneari – con 30 miliardi di euro di perdite è in uno stato di crisi profonda, con il serio rischio di veder chiudere definitivamente in Italia 50.000 imprese e di perdere 300 mila posti di lavoro.

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