La grande rinuncia

Il groppo alla gola e il “vero significato della preghiera”: il Venerdì Santo anomalo di Campobasso

Il vescovo, Giancarlo Bregantini, nonostante l’annullamento di ogni celebrazione collettiva, ha voluto fortemente un momento di riflessione davanti al carcere: “Commovente ascoltare la voce di chi soffre in questo posto”. La preghiera del detenuto Gary: “Gesù, strada facendo accompagnaci sempre nella nostra vita”. Presenti il presidente della Regione, il sindaco Gravina e tutte le autorità militari.

Emozione, voce rotta dalla commozione, groppo alla gola. Per chi è abituato da quando è nato a veder sfilare la processione del Venerdì Santo a Campobasso è stato inusuale ma carico di intensità e triste per certi versi assistere al momento di preghiera che questa sera, 10 aprile, si è svolto davanti al carcere cittadino. Il vescovo Giancarlo Bregantini ci teneva in modo particolare, per far arrivare comunque la parola ai campobassani e ai molisani che sentono la ricorrenza.

Struggente vedere arrivare padre Giancarlo da via Gazzani con la croce tra le mani, accolto dalla piccolissima folla radunata in via Cavour. Come accorata è stata la preghiera letta da un detenuto, Gary: “Gesù, nostro fratello, strada facendo ci accompagni sempre tra i sentieri della nostra vita quaggiù. Strada facendo, Madonnina cara, hai seguito Giuseppe alla ricerca di un posto per accogliere il Bambino, eppure un bambino non dovrebbe far paura a nessuno. Hai compreso che tuo figlio non era per te, eppure noi continuiamo a sentirci padroni dei nostri figli. La pandemia ci fa sentire in ansia per i nostri cari, abbiamo paura del futuro e di quando dovremo vivere fuori guadagnandoci il pane quotidiano. Fa, o Maria, che queste sofferenze sappiamo portarle a tuo figlio crocifisso per vedere la gloria di Dio”.

Gravina e Toma

Monsignor Bregantini si è rivolto alla città: “Avremmo voluto vivere questo giorno come gli altri anni, con tanta solennità, canti, processioni. Non è possibile, le normative per la nostra salute non l’hanno permesso. Ma questa sosta è preziosa, l’abbiamo voluta con tanta fede. Sentiamo che qui c’è un pezzetto del cuore di Dio. Questa sosta raccoglie tutte le soste di dolore di queste settimane, è una sosta vera, autentica, dove ci sono i segni antichi del Vangelo. Pensate a quanti cirenei in questi giorni hanno aiutato gli ammalati…”.

Toccante il momento in cui dall’altoparlante è partito l’Inno del maestro Michele De Nigris, quel Teco Vorrei che pizzica le corde del cuore, accappona la pelle e ci fa fermare tutti. Evidente la commozione sui volti di tutti, dal presidente della Regione Toma al sindaco Gravina al questore Conticchio, nascosti dietro le mascherine, che magari celano pure qualche lacrima inevitabile che si posa sul viso.

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