Nell'emergenza

Il Covid smaschera i figli tossicodipendenti. Lo spaccio rischia solo per coca ed eroina

Il traffico di sostanze stupefacenti non ha subito alcuna battuta d’arresto, anzi. Sono cambiate le modalità di spaccio: non c’è più lo scambio “face to face” e si traffica soltanto eroina e cocaina. Poca marijuana che invece si coltiva in luoghi di fortuna. Altro dato: in questo periodo di confinamento domiciliare molte famiglie hanno scoperto figli consumatori di sostanze. Picchi di accessi nel mercato illecito del “dark web”

Due cose non ha cambiato il Covid: lo spaccio di droga e il relativo consumo. Anzi, in alcuni circostanze, quest’ultimo è addirittura aumentato.

 L’allarme viene lanciato dall’Istituto Superiore di Sanità che riferisce: “è probabile che, in un periodo di confinamento domiciliare, i consumatori non vadano più alla ricerca di sostanze definite di socializzazione come le pasticche del sabato sera ma di prodotti da consumare in solitudine, come oppiacei sintetici o narcotici.

Lo stesso allarme trova conferma in Molise. Polizia e carabinieri – in un lavoro di indagine mai interrotto nonostante il coronavirus – stanno dimostrando quasi quotidianamente con arresti e sequestri un’impennata preoccupante del consumo di eroina seguito di pari passo da quello (in pool già prima del coronavirus) della cocaina.

A Campobasso come a Termoli e Isernia lo spaccio su strada insiste. Distanziamento sociale sì, ma al contrario di come accaduto altrove è cambiato quasi nulla. Alcuni eseguono consegne a domicilio ma la stragrande maggioranza pattuisce accordi sui posti dove trovare la sostanza e su quelli dove lasciare il denaro.

Accordi presi utilizzando i canali social, soprattutto Telegram che secondo ‘i più’ è di difficile controllo da parte degli investigatori.

I pusher si adeguano alle norme anticovid, “considerano le distanze e indossano la mascherina” ma di rispettare altre leggi come quelle contro il traffico e lo smercio di sostanze stupefacenti non se ne parla proprio.

Così anche adesso azzardano viaggi destinati in Puglia o nel  migliore dei casi fino a Campomarino dove – secondo i bene informati – insistono bande di rifornitori pugliesi che settimanalmente si preoccupano di portare in Molise la droga richiesta, poi da smistare per la piazza di Campobasso e dintorni. Poca marijuana (quella si coltiva sui balconi o in luoghi di fortuna al momento) e poca anche la richiesta di hascisc. Quasi mai si chiede roba sintetica. La domanda è per eroina e cocaina. Cocaina ed eroina. A go-go.

L’’emergenza coronavirus ha poi costretto ad un necessario faccia a faccia genitori e figli poco più che adolescenti ed ecco che molte famiglie, a Campobasso ma non solo, si sono ritrovate di fronte droga e alcol.

Qualche genitore dice di non aver mai immaginato che il proprio figlio o la propria figlia fosse dipendente da sostanze. Qualcun altro parla di “sospetti” a cui però non ha mai voluto credere perché certo di una situazione sotto controllo.

Una ‘canna’, una birra, un drink il sabato sera ,“cosa vuoi che sia? E’ un’età difficile in cui lo fanno tutti, e ogni tanto non fa male”. Questa la giustificazione comune di molte famiglie.

E oggi sono le stesse famiglie che in queste lunghe settimane hanno scoperto che quella ‘canna’ e quella birra hanno ridotto il loro ragazzo ad un tossicodipendente.

Quella ‘canna’ e quella birra non erano semplice goliardia né erano lo svago di una sera (qualora fossero necessari certi svaghi). Si sono trasformate in dipendenza. E in occasione del Covid sono venute fuori in tutta la loro violenza, degenerando in liti familiari, situazioni di difficile gestione e spesso fuori controllo.  Un’emergenza nell’emergenza che alla fine di questo momento, potrebbe costringere a rivedere al rialzo anche il numero di coloro che chiederanno aiuto al SerD (già fin troppo affollato) o alle comunità di recupero. Nel frattempo le richieste di aiuto riguardano gli uffici di polizia e quelli dei carabinieri. Nel frattempo le attività di indagine continuano riscontrando che lo spaccio, il consumo e l’abuso di sostanze non si è mai fermato. Neanche adesso.

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