I primi dei non eletti non entreranno più in Consiglio regionale al posto di chi viene nominato all’interno della Giunta regionale. Quella che con un termine tecnico viene definita “surroga” è stata cancellata stasera, 21 aprile, nella seconda giornata della seduta dedicata al bilancio grazie al voto della maggioranza del centrodestra e del Movimento 5 Stelle.
Una mossa decisa dal presidente Donato Toma contestualmente all’azzeramento della Giunta regionale seguita alle dimissioni di quattro esponenti rientrati ieri in via IV Novembre.
Il meccanismo di sostituzione degli assessori in Aula introdotto dalla legge elettorale approvata nell’ex legislatura Frattura aveva consentito l’ingresso di Paola Matteo, Nico Romagnuolo, Antonio Tedeschi e Massimiliano Scarabeo al posto rispettivamente di Vincenzo Cotugno (Orgoglio Molise), Roberto Di Baggio (Forza Italia), Vincenzo Niro (Popolari) e Nicola Cavaliere (Forza Italia).
I quattro consiglieri ‘supplenti’ non torneranno a palazzo D’Aimmo dopo l’approvazione dell’emendamento firmato da Toma e dal capogruppo 5 Stelle Greco che abolisce l’istituto della surroga, “un vero abominio concepito da questa assise”, sottolinea il pentastellato. “Finalmente abbiamo tagliato 4 poltrone in Consiglio regionale” e quindi “abbiamo ridotto i costi della politica”.
Inevitabile la reazione di Vittorino Facciolla, ex vice presidente nella Giunta Frattura: “Con questa operazione Toma ha svilito il Consiglio regionale, mortificato e calpestato chi si è candidato con lui e i molisani che li hanno votati”. Dunque, “altro che quattro poltrone tagliate, è il segno del peggiore degrado della politica”. Dello stesso avviso Micaela Fanelli e anche Michele Iorio, che ha votato “convintamente no”, e non per preservare le poltrone aggiuntive in Consiglio bensì per rimarcare che la legge non può essere piegata a uso e consumo delle necessità del momento.
Infine l’intervento del capo dell’esecutivo regionale che ringrazia i quattro consiglieri supplenti perché “hanno svolto un lavoro apprezzabile” e quindi esplicita: “Non è un’abrogazione contro le persone ma è un’idea di democrazia ed esercizio delle istituzioni diverse rispetto a quelle della Giunta e del Consiglio regionale durante la legislatura Frattura. Non è una sconfitta della democrazia”.
L’emendamento che prevede l’abrogazione della surroga passa con 18 voti favorevoli e 3 no. Contrari Facciolla e Fanelli del Pd, oltre a Iorio (centrodestra).
TAR RESPINGE RICORSO URGENTE DI TEDESCHI E SCARABEO
Il principio della prorogatio invocato nel ricorso presentato dai consiglieri Antonio Tedeschi e Massimiliano Scarabeo “non sembra trovare applicazione nel caso di specie, perciò la avvenuta revoca dell’incarico di assessore è sufficiente a far venir meno la causa di sospensione dalle funzioni di consigliere regionale ai sensi dell’art 15 della legge regionale n. 15 del 2017”. Il Tribunale Amministrativo del Molise, dopo la discussione nel pomeriggio, ha emesso il “verdetto” e ha deciso di non accogliere – quindi di respingere – l’istanza contro la Regione Molise.
TAR sentenza 21 aprile 2020 – LA SENTENZA
Il ricorso è relativo al reintegro in Consiglio Regionale del Molise di Roberto Di Baggio, Vincenzo Niro e Nicola Cavaliere, assessori “azzerati” dal Goveratore Toma che grazie al meccanismo delle porte scorrevoli hanno giocoforza rimandato a casa i consiglieri pescati tra i primi dei non eletti, fra cui appunto Tedeschi e Scarabeo, difesi dai legali Giuseppe Ruta, Margherita Zezza, Massimo Romano.
In sintesi: sospensiva non concessa, udienza di merito fissata al 13 maggio 2020 e una censura rispetto alla decisione di adire il Tribunale Amministrativo. “Il ricorso – scrive il presidente Silvestri – sembra afferire in realtà alla pretesa dei ricorrenti di mantenere lo status di consiglieri regionali, pertanto, in quest’ottica, si dovrebbe declinare la giurisdizione in favore del giudice ordinario”.
“Dal contenuto del decreto emesso poco fa si evince che il presidente del Tar è entrato nel merito della questione ritenendo il ricorso della controparte infondato per una serie di motivi di illegittimità” commenta l’avvocato Giacomo Papa, che difende il Governatore Donato Toma, vero bersaglio dell’istanza.
“Ci sono 4 pagine di motivazioni che hanno quasi il contenuto di una sentenza” aggiunge Papa.
Vero è anche che il collegio, il 13 maggio, sarà chiamato a decidere autonomamente. “L’udienza di oggi in audita altera parte per legge prevedeva di dover fissare un udienza cautelare collegiale. Dunque la data fissata al 13 maggio prossimo è un fatto espressamente normativo e atteso da ambo le parti – prosegue l’avvocato nel suo commento a caldo – Ma avendo il presidente affrontato i vari aspetti spiegando perché lo ha rigettato, la Regione è cautamente ottimista sull’esito del 13 maggio prossimo”.
Diversa la posizione di Tedeschi e Scarabeo, che annunciano la volontà di andare avanti nella battaglia per tornare sulle sedie dell’Aula, e hanno commentato così la decisione del Tar Molise: “Non essendo stata ravvisata un’urgenza tale da legittimare una imminente sospensione, la trattazione della fase cautelare è stata differita in sede collegiale per il prossimo 13 maggio anche ai fini di un maggiore approfondimento delle complesse questioni trattate. In breve: tutto rinviato alla fase cautelare collegiale per il prossimo 13 maggio. Non cediamo di un millimetro”.
Per ora Antonio Tedeschi, Massimiliano Scarabeo, Nico Romagnuolo e Paola Calenda sono fuori dal Consiglio regionale. Nè potranno rientrare, almeno secondo le logiche politiche. Il meccanismo della surroga infatti è stato abolito.
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