Il caso in parlamento

Il cluster di Pozzilli in Parlamento, Senatore 5S chiede indagini su “Ritardi e omissioni”. Neuromed smentisce: “Notizie false”

Un'interrogazione presentata ai Ministri della Salute e della Giustizia dal parlamentare di M5S Elio Lannutti chiede chiarezza sul cluster nato all'interno della struttura sanitaria di Pozzilli dove 9 pazienti sono risultati positivi al covid. Lo scorso 21 marzo, uno dei malati è deceduto e i carabinieri hanno acquisto atti nella clinica. Per il senatore "è opportuno effettuare accertamenti inviando il Nas al Neuromed e negli uffici della Regione Molise". La replica della clinica: "Una ricostruzione scollegata dalla realtà, Lannutti ne risponderà".

Cos’è successo al Neuromed nelle scorse settimane, quando sono stati accertati i primi casi di contagio? Perchè lo scorso 21 marzo, il giorno stesso in cui si è registrato il decesso di uno dei pazienti positivo al covid (un 83nne di Roccamonfina, provincia di Caserta),  i carabinieri hanno acquisito documenti dall’istituto di ricerca e cura? E ancora, come mai la sindaca di Pozzilli Stefania Passarelli, dipendente della clinica della famiglia Patriciello, avrebbe denunciato una studentessa di Scienze Infermieristiche per procurato allarme?

Il sospetto di un parlamentare pentastellato è che ci siano dietro “ritardi e possibili omissioni” sul cluster Neuromed, che è necessario appurare. E’ questo il succo dell’interrogazione presentata ai ministri della Salute e della Giustizia, Roberto Speranza e Alfonso Bonafede. La firma sullo scottante documento è di un senatore del Movimento 5 Stelle, Elio Lannutti, originario della provincia di Chieti ed ex esponente dell’Idv di Tonino Di Pietro. Nel silenzio generale della politica molisana, è lui che prova a scoperchiare una pentola bollente.

Lannutti M5S senatore

Tutto è iniziato il 21 marzo, quando sono stati accertati i primi pazienti positivi al coronavirus anche all’interno dell’Ircss di Pozzilli: persone asintomatiche e ricoverate nel reparto di Neuroriabilitazione, poi poste in isolamento. La sera, al termine di una giornata convulsa, l’ordinanza del presidente Donato Toma ha ‘blindato’ il focolaio di infezione: Venafro e Pozzilli, i comuni in cui si concentra gran parte dei dipendenti della stessa clinica, non si poteva più nè entrare nè uscire.

Al Neuromed però il contagio sarebbe iniziato prima, sostiene il senatore del Movimento 5 Stelle che nella sua interrogazione riferisce che già a metà febbraio una studentessa che frequentava il corso di infermiere presso Neuromed avrebbe già evidenziato “l’ipotesi di casi positivi di contagi da coronavirus originati da un paziente ricoverato nella struttura privata già all’epoca”.

Quella rivelazione inoltre pare sia costata cara alla studentessa di Scienze infermieristiche: “Sarebbe stata denunciata dal sindaco di Pozzilli, Stefania Passarelli, per procurato allarme”, ricostruisce Lannutti.

Il senatore mette in dubbio pure le modalità in cui si sarebbero svolte le prestazioni ambulatoriali del Neuromed che, in realtà, con una serie di comunicati stampa ha sempre precisato di aver interrotto le attività ambulatoriali il 12 marzo e di aver osservato tutte le precauzioni.

Infine, la visita dei carabinieri negli uffici della clinica per acquisire la documentazione: se ne parla anche nell’interrogazione, dove il senatore fa riferimento ad un articolo pubblicato su Primo Piano Molise il 22 marzo.

“Qualora risultasse confermata l’ipotesi del vistoso ritardo nella denunzia di possibili casi di contagio di coronavirus solo per salvaguardare l’immagine della Neuromed, ci si troverebbe di fronte ad un caso gravissimo da indagare in profondità per disvelare tutte le responsabilità del caso e per il concretizzarsi di ipotesi omissive che potrebbero aver determinato la diffusione di malattie contagiose, condotta punita dalla legge”, sottolinea il parlamentare che sollecita un’indagine da parte della Procura di Isernia. Anche sulla magistratura pentra ci sono ombre e criticità “segnalate nell’atto di sindacato ispettivo 4-00353 pubblicato l’11 luglio 2018 – ricorda Lannutti – e rimasto senza risposta”. Un atto nel quale sono stati denunciati intrecci sospetti tra la politica e la magistratura nell’area del Venafrano, feudo della famiglia Patriciello.

L’interrogazione punta dunque a sollecitare i Ministeri della Salute e della Giustizia su una serie di aspetti: verificare se ci sono stati “eventuali ritardi”  da parte di Neuromed nel comunicare i pazienti positivi al covid e fare chiarezza sui tamponi effettuati “a tutte le persone e alle famiglie collegate alla Neuromed, poste in quarantena a Venafro, Pozzilli, Isernia e Cassino”.

E poi ci sono i nodi più intricati da sciogliere. Il senatore chiede al ministro della Salute se intende “avviare gli opportuni accertamenti” inviando “gli ispettori e il NAS dei Carabinieri sia presso il Neuromed che presso gli uffici della Regione” e al ministro della Giustizia “di attivare i propri poteri ispettivi, previsti dall’ordinamento, per accertare eventuali criticità nella gestione degli uffici giudiziari di Isernia” e quindi far finalmente luce su quanto denunciato già due anni fa su quella che definisce “cognatocrazia” molisana.

Non si è fatta attendere la replica dell’istituto di Pozzilli che annuncia di aver segnalato alle autorità (Prefettura e forze dell’ordine) l’audio diffuso il 22 febbraio su whatsapp dalla studentessa siciliana che, appresa la notizia del presunto contagio all’Unilever di Pozzilli (in realtà mai registrato, ndr), “affermava, in preda al panico, di aver paura di un eventuale possibile caso anche in Neuromed”. Il contenuto dell’audio è stato “immediatamente smentito dalla clinica”.

Anche perchè “all’epoca, non esisteva alcun sospetto, né tantomeno casi di Covid 19 in Neuromed”. Anzi, “Neuromed ha applicato, dal primo giorno dell’emergenza, tutte le norme di sicurezza previste, anche oltre ogni limite. Solo il 18 marzo – precisa la clinica – sono stati accertati casi di Covid 19 in Neuromed, a seguito della nostra richiesta di effettuare esami su un paziente che evidenziava sintomi nel reparto di Neuroriabilitazione”.

L’istituto smonta tutte le criticità evidenziate dal senatore sottolineando pure che a scopo prudenziale e “per la tutela di tutti, avevamo già ridotto tutte le nostre attività a partire dai primi di marzo. Erano stati chiusi interi reparti e ambulatori, inoltre erano stati sospesi interventi chirurgici non salvavita. Tutto il personale era stato munito della massima protezione individuale, con controlli della temperatura all’ingresso e con la contestuale riduzione e controllo all’entrata dei familiari ammessi alle visite dei ricoverati. Peraltro i pazienti ricoverati rivelatisi positivi ai controlli erano asintomatici. Ed erano stati individuati, grazie alla nostra premura, dopo un attento lavoro di controllo diagnostico”.

Dopo aver dato la propria versione dei fatti, Neuromed dichiara che Lannutti arà querelato: “Ci riserviamo ogni azione contro la diffusione di notizie totalmente scollegate dalle realtà e pertanto infondate e deleterie” e il senatore “in altra sede sarà chiamato a dare spiegazioni sulle inesattezze temporali e sulla tendenziosità malevola delle sue affermazioni”.

Per la clinica c’è stata “una malevola e dolosa ricostruzione degli eventi nella loro scala temporale, insieme alla “colpevole” confusione realizzata”. Di qui la necessità di “ripristinare la verità dei fatti che dimostrano per intero la limpidezza assoluta delle nostre azioni”.

 

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