Emergenza covid

Il centrodestra boccia il taglio dell’indennità dei consiglieri: “Mossa elettorale, la carità non si ostenta”. “Vergognatevi”

A seconda delle cariche ricoperte i consiglieri regionali avrebbero dovuto rinunciare ad una cifra che va dai 2mila ai 3mila euro al mese per dare un segnale ai molisani e alle imprese in crisi. Ma l'emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle e illustrato da Patrizia Manzo viene bocciato dalla maggioranza nella terza giornata dedicata al bilancio nell'Aula di palazzo D'Aimmo impegnata nel dibattito sulla legge di Stabilità.

Un colpo di fulmine, più che un amore vero e proprio. L’asse Toma-Greco termina del giro di poche ore, il tempo di approvare ieri sera l’abolizione dell’istituto della surroga con i voti del centrodestra e dei 5 Stelle. Domani è un altro giorno, diceva la protagonista di Via col Vento. Tanto è vero che oggi, alla ripresa delle ‘ostilità’ in Consiglio regionale, il centrodestra boccia gli emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle.

Naufraga ad esempio la proposta sul taglio delle indennità dei consiglieri regionali per devolvere i risparmi in un apposito fondo di solidarietà regionale “per aiutare i molisani martoriati dall’emergenza covid, le partite Iva e i titolari di aziende e altre attività produttive”. Le stime per l’economia sono del resto catastrofiche: secondo i calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio, il pil italiano subirà una contrazione del 15% in appena un trimestre. 

L’emendamento prevede che dal 1 giugno 2020 fino al 31 dicembre 2021 ai consiglieri regionali, agli assessori, al presidente della Giunta e al presidente del Consiglio regionale è applicata una decurtazione del trattamento economico complessivo mensile pari al 65% del rimborso spese di esercizio di mandato e del 50% di tutte le indennità di funzione.

Quali sarebbero stati gli effetti sulla busta paga degli eletti? Attualmente i consiglieri regionali percepiscono in media, tra indennità di funzione e rimborsi per le attività politiche esentasse, tra i 13mila e i 12 mila euro lordi al mese: 6mila euro di indennità di carica, 4500 euro di rimborso spese per l’esercizio di mandato e una somma che va dai 3mila euro al mese ai 750 euro lordi per l’indennità di funzione. L’emendamento dei 5 Stelle puntava ad decurtare queste ultime due voci.

Dunque con il taglio temporaneo dello stipendio gli eletti avrebbero dovuto rinunciare, a seconda delle cariche ricoperte, a una cifra che va dai 2mila ai 3mila euro al mese.

“Già eravamo dei privilegiati prima, lo siamo ancora di più in questo momento di crisi”, dice Valerio Fontana intervenendo dopo che la collega Patrizia Manzo ha illustrato l’emendamento presentato alla Legge di stabilità oggi in discussione a Palazzo D’Aimmo. La consigliera, protagonista poi di un duro scontro con il presidente Micone (colpevole di non averle consentito la dichiarazione di voto in Aula), aveva portato l’argomento già in Ufficio di Presidenza di cui fa parte come vice presidente e nella capigruppo. “Il Consiglio deve dare un segnale di solidarietà ai molisani che già lo stanno facendo”, argomenta la Manzo. “Tagliamoci lo stipendio e inseriamo i soldi risparmiati in un fondo che possa aiutare i molisani in crisi”, le fanno eco i colleghi.

patrizia manzo

D’accordo il Pd perchè, sintetizza Facciolla, “siamo in un momento storico in cui ognuno di noi deve fare la propria parte”. A Roma, ricorda la Fanelli, il partito sta disponendo un prelievo forzoso sugli stipendi degli eletti. D’accordo alla decurtazione degli stipendi anche Michele Iorio. 

Per provare a raggiungere l’intesa con la maggioranza Greco propone di sospendere la seduta per modificare l’emendamento: “Non è una questione di appartenenze politiche, noi siamo disponibili a presentare un sub emendamento a questo emendamento che avrà come primo firmatario il presidente Toma. Non vogliamo strumentalizzare questo argomento”.

L’offerta del capogruppo 5 Stelle viene respinta dal Governatore: “Sono in imbarazzo. La carità è senza ostentazione – dice con una citazione – saremmo costretti ad ostentare e io non voglio ostentare. La maggioranza sta ragionando su come dare un contributo. Non mi piace questo modus operandi, mi sa di operazione elettorale”. 

Alla fine la Legge di Stabilità viene approvata e quasi agli sgoccioli dei lavori in Aula il presidente Donato Toma annuncia che è pronto a firmare i decreti di nomina degli assessori e ricomporre la Giunta regionale. 

Bilancio, dopo la maratona il voto in Aula. Rientrano in Giunta gli assessori azzerati

 

I LAVORI IN CONSIGLIO REGIONALE

La maggioranza boccia anche l’emendamento numero 82, sempre a firma dei 5 Stelle, che puntava ad eliminare le carte di credito della Regione Molise e utilizzate nelle missioni istituzionali dal presidente della Regione, dagli assessori regionali e dai consiglieri.

“E’ stata un’invenzione eccezionale”, sottolinea il presidente Toma in Aula. “Io la utilizzo come mi consente la legge” e ricorda che “in passato qualcuno ha fatto abusi ma ha pagato anche penalmente. La carta di credito deve essere utilizzata solo per scopi istituzionali”.

Bocciato pure l’emendamento per abolire le Comunità montane proposto da M5S  all’inizio del Consiglio regionale impegnato nel terzo giorno consecutivo nella sessione bilancio. Dopo aver approvato il Documento di economia e finanza per il prossimo triennio, ieri (21 aprile) l’esame e il dibattito sulla Legge di Stabilità che è andato avanti fino a tarda notte ed è ripreso stamattina poco prima di mezzogiorno.

Complessivamente sono stati presentati, sia dalla maggioranza che dalla minoranza, sul testo proposto dalla Giunta regionale, 20 emendamenti, 65 sub emendamenti e 2 ordini del giorno collegati. Tra questi anche quello firmato in un inedito tandem dal presidente Donato Toma e dal capogruppo del Movimento 5 Stelle Andrea Greco per l’eliminazione della cosiddetta ‘surroga’, ossia il meccanismo che consente ai primi dei non eletti di entrare nell’assise in caso di nomina ad assessore di un consigliere regionale. Le cosiddette ‘porte scorrevoli’ da ieri sera non esistono più, i consiglieri ‘supplenti’ estromessi da palazzo D’Aimmo Paola Matteo, Nico Romagnuolo, Antonio Tedeschi e Massimiliano Scarabeo non rientreranno. E nemmeno il ricorso presentato da questi ultimi al Tar Molise è servito: i giudici amministrativi hanno respinto l’istanza cautelare rinviato tutto al 13 maggio. 

Il Consiglio regionale cancella le “porte scorrevoli” per assessori e consiglieri. Il Tar respinge ricorso dei “supplenti”

Esulta il Movimento 5 Stelle per l’eliminazione dell’istituto della surroga introdotto nella legge elettorale approvata nella scorsa legislatura. I pentastellati Greco e de Chirico postano una foto su Facebook sottolineando il risparmio per le casse pubbliche molisane. “Vi risparmierete lo stipendio di quattro consiglieri regionali, circa 800.000 euro all’anno”, scrive nel post il capogruppo pentastellato.

Greco e Primiani

“Nulla contro le persone”, ma il meccanismo della surroga viene considerato da Greco “un’assurdità lesiva di ogni principio di buon senso prima che giuridico. La surroga permetteva a persone non elette dal popolo di entrare in Consiglio grazie ad una legge elettorale antidemocratica, scritta per aumentare il numero delle poltrone da poter spartire, a tre mesi dalla scadenza della scorsa legislatura”.

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