Il covid & l'economia

Dopo un mese riaprono i primi negozi: “Niente incassi, tante spese. Ma vogliamo dare un segno di normalità”

Ieri, 14 aprile, i negozi di articoli per bambini e le librerie di Campobasso hanno rialzato le saracinesche: i commercianti provano a ripartire dopo l'emergenza e le misure restrittive prese dal Governo per limitare a diffusione del virus. Qualcuno ha dovuto mettere i dipendenti in cassa integrazione, altri fanno i conti con le importanti perdite che subiranno. Ma non per tutti il covid ha comportato delle perdite: ci sono attività - come le Poste private - che hanno lavorato a pieno ritmo. "Molti genitori si sono rivolti a noi per spedire i pacchi ai figli che vivono al Nord", racconta Franco dal negozio di via XXIV Maggio.

Zero incassi in un mese, imposte e altre spese da pagare. Il futuro per i titolari dei negozi, reduci da anni di crisi del commercio, è nerissimo. Al pari dell’emergenza sanitaria, preoccupa il disastro economico che il cosiddetto lockdown dovuto al coronavirus provocherà su tantissime aziende, micro imprese e altre attività della nostra regione. Una fetta importante del pil molisano sta andando incontro ad una caporetto che probabilmente non ha precedenti nella storia degli ultimi 70 anni.

“I danni economici sono enormi“, sintetizzano i commercianti dei punti vendita che ieri – 14 aprile – hanno potuto rialzare le saracinesche. Negozi di vestiti per bambini e neonati, librerie, cartolibrerie hanno potuto usufruire di un allentamento dei vincoli stabilito dal Governo, il primo passo verso la fase 2, ma anche un modo per andare incontro alle esigenze delle famiglie in cui ci sono bambini piccoli.

Non hanno riaperto tutti: nei centri commerciali del capoluogo ad esempio le serrande erano abbassate. Né c’è stato l’assalto della clientela che qualcuno temeva: ieri pomeriggio i negozi erano deserti. 

“Ho ricevuto tante telefonate dai clienti che volevano sapere se avessi riaperto”, spiega la signora Rosamaria, titolare del negozio Bulli e Pupe di via Montegrappa a Campobasso. Per assicurare il rispetto delle condizioni igieniche, si potrà entrare due persone alla volta. Per questo l’attività inoltre dà la possibilità di fissare un appuntamento. “Io ho deciso di riaprire con l’orario normale anche per dare un segnale di speranza e di ritorno alla normalità dopo un mese chiusura – aggiunge Rosamaria – ma le spese da sostenere sono tante, il danno economico è importante per un negozio come il mio che si occupa principalmente di abiti da cerimonia per i bambini che hanno una comunione o con i battesimi, cerimonie che sono state annullate o posticipate a causa del coronavirus. Per questo, ci siamo pure messi a disposizione dei clienti che ora sono costretti a cambiare un capo di abbigliamento già acquistato”.

Qualcuno ha dovuto mettere i dipendenti in cassa integrazione. Altri stavano valutando se restare aperti tutta la giornata perché “i clienti sono pochi, qualcuno è venuto in negozio per una situazione di emergenza: aveva bisogno di intimo per neonati”, dicono dal negozio Pasquarelli di via Mazzini, uno dei punti vendita storici per l’abbigliamento dei più piccoli.

Campobasso negozio per bambini Pasquarelli

Il problema di tutti i commercianti – evidenziano i titolari del negozio – è che l’abbigliamento estivo arriva a gennaio e febbraio e il pagamento di questi prodotti avviene principalmente a marzo e aprile, proprio il periodo in cui siamo rimasti chiusi. Il danno c’è perché l’incasso per pagare la merce estiva avremmo dovuto farlo proprio in questo periodo”.

Orari limitati e dispositivi di sicurezza per garantire un accesso sicuro ai clienti nel negozio ‘Zucchero’. “Siamo consapevoli che ci vorrà del tempo per tornare alla normalità – sottolinea il signor Claudio – purtroppo ho dovuto mettere i dipendenti in cassa integrazione. Il danno economico è enorme” ma “al tempo stesso bisogna provvedere a saldare le spese con le banche. Io sono stato fermo due mesi”.

Campobasso fila la scolastica

Segnali di speranza dalle librerie. Non si sa se diventeremo un popolo di lettori dopo essere diventati tutti appassionati di corsa, come si ironizza sui social proprio in riferimento alle possibilità di uscire di casa per recarsi in questi punti vendita.

Campobasso la scolastica libreria

Riempie il cuore vedere la coda davanti all’entrata della storica libreria di via Pietrunto a Campobasso, ‘La Scolastica’, che è lì da ben 72 anni. Molti non vedevano l’ora di poter tornare ad acquistare libri. “Mi sono precipitato perché volevo assolutamente prendere l’ultimo libro di Carlo Lucarelli” confessa un ragazzo. Mentre una signora osserva da dietro alla vetrina perché si può entrare uno per volta. E poi ci racconterà che doveva acquistare “album e pennarelli per la figlia”.

Campobasso la scolastica libreria

Storie di ordinaria mascherina, oseremmo chiamarle. Che raccontano il lentissimo ritorno alla normalità. Il titolare della libreria, il professor Aldo Battista (nell’intervista video, ndr), è ottimista ma non troppo: “Come primo giorno è andata molto bene, c’è stato il botto proprio perché si era chiusi ormai da oltre un mese. Ma ora bisognerà vedere come andrà nei prossimi giorni, giustamente la gente resta a casa. Ma abbiamo avuto tante persone e diverse telefonate”. Sull’ultimo mese vissuto è categorico: “E’ stato un disastro a livello economico”.

Ma rivedere uno dei luoghi della cultura tornare a vivere mette di buonumore. “Se il Governo prevederà altri aiuti? Lo speriamo, la situazione è difficile e lo sarà per molto. Noi siamo tornati al lavoro con orari ridotti, da sette a quattro ore giornaliere. Vedremo cosa succederà”.

Campobasso negozio toner Italia

Ma non per tutti il covid ha comportato delle perdite: ci sono attività – come il punto vendita Toner Italia e Sailpost di via XXIV Maggio – che hanno lavorato a pieno ritmo. “Molti genitori si sono rivolti a noi per spedire i pacchi ai figli che vivono al Nord e che non sono riusciti a tornare al Sud”, racconta il signor Franco. “Inoltre abbiamo rifornito gli ospedali Cattolica e Cardarelli di Campobasso del toner. Insomma, non ci siamo fermati mai, di questo non possiamo assolutamente lamentarci. E molti che riaprivano oggi (ieri, ndr) sono venuti a rifornirsi da noi per la carta soprattutto”.

Piccoli segnali di un difficile ritorno alla normalità che la diffusione del covid 19 ha costretto ad azzerare da un giorno all’altro.

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