Parola al mondo del lavoro/3

Igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro. Come le aziende devono prepararsi alla Fase 2 per evitare la sospensione dell’attività?

Le informazioni e i suggerimenti della dottoressa Benedetta Marinucci, consulente in materia di Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e Sicurezza Alimentare di CONSA – Centro Studi e Consulenza Termoli nella Vetrina economica sul Covid-19 per Primonumero a cura della Confesercenti di Termoli

Per le aziende sono stati mesi difficili, ma per fortuna i segnali epidemiologici sono positivi e tutti pensano a come tornare a lavorare in sicurezza. Ma quali saranno le norme e le regole che dovranno rispettare le aziende? Cosa dovranno fare i ristoratori? E i parrucchieri? Quanti clienti sarà possibile far entrare? Come dovranno essere gestiti i dipendenti? Le domande sono tante e le risposte non sempre sufficienti ad oggi. In vista di nuove disposizioni e soluzioni, negli articoli di questa vetrina delle prossime settimane, verranno fornite alcune indicazioni tecniche specifiche per settore o attività, per aiutare le aziende a fare chiarezza e guidarle su come organizzare la ripresa. Tuttavia, a monte è necessario fornire innanzitutto alcune indicazioni preliminari per organizzare al meglio la riapertura.

 

La prima indicazione è sicuramente quella di non “vagare” sul web alla ricerca di indicazioni pseudo-veritiere. Il mondo sta affrontando un’emergenza senza precedenti causata da un virus di cui purtroppo si sa ancora pochissimo. Per questo la prima cosa da fare è reperire le informazioni solo da fonti realmente valide e ufficiali come:

  • Ministero della Salute
  • Istituto Superiore di Sanità (ISS)
  • Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL)
  • Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
  • Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC)
  • EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare)

Inoltre, vanno considerati come reali obblighi solo quelli contenuti in Decreti e circolari nazionali, regionali o comunali che devono essere scaricati direttamente dai siti istituzionali di riferimento. Infatti, spesso affidandosi alle fonti sbagliate o al “sentito dire” si potrebbero fare scelte che porterebbero ad uno spreco di risorse sia economiche che organizzative. Un esempio: in questi giorni sul web è molto diffusa questa foto che rappresenta un’idea sul possibile uso di plexiglass in un ristorante. Ad oggi nessun documento ufficiale riporta l’OBBLIGO di utilizzare una soluzione di questo tipo, che potrebbe generare anche un impatto molto diverso sui consumatori, divisi tra chi pensa che sia una buona soluzione che possa rassicurarli e chi invece la trova molto sgradevole. Per questo l’imprenditore che si appresta a dover investire risorse in soluzioni per la riapertura, dovrebbe quantomeno capire se e a riguardo di cosa sono realmente previsti obblighi.

 

L’altra considerazione fondamentale è che, come riportato nel Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto dal Governo e aggiornato al 24/04/2020, la prosecuzione delle attività produttive potrà avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione, mediante l’applicazione di procedure e regole di condotta. Per le aziende che non assicurino adeguati livelli di protezione mediante l’applicazione di protocolli aziendali di sicurezza anti-contagio, è prevista la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

Pertanto, ciascuna azienda deve fare una propria valutazione dei rischi e di conseguenza a partire da questa mettere a punto protocolli di sicurezza aziendali, a seconda di tanti e diversi fattori, tra cui:

  • tipologia di attività che svolge;
  • accesso della clientela nei locali di lavoro (ad esempio se c’è una zona vendita o somministrazione dove il cliente sosta, se ci sono aree o attrezzature riservate a prestazioni mediche o estetiche, o ad esempio se ci sono aree di sosta per il personale);
  • presenza di dipendenti e numero di essi in relazione agli spazi di lavoro;
  • dimensione e ubicazione dei luoghi di lavoro.

A tale proposito l’INAIL ha stilato un Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-documento-tecnico-coronavirus-fase-2.pdf

Il documento, indica la necessità di tenere in considerazione le specificità dei processi produttivi e le modalità di organizzazione del lavoro che nell’insieme possono contribuire alla caratterizzazione del rischio, che può essere classificato secondo tre variabili:

Esposizione: la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle specifiche attività lavorative (es. settore sanitario, gestione dei rifiuti speciali, laboratori di ricerca, ecc.);

Prossimità: le caratteristiche intrinseche di svolgimento del lavoro che non permettono un sufficiente distanziamento sociale (es. specifici compiti in catene di montaggio) per parte del tempo di lavoro o per la quasi totalità;

Aggregazione: la tipologia di lavoro che prevede il contatto con altri soggetti oltre ai lavoratori dell’azienda (es. ristorazione, commercio al dettaglio, spettacolo, alberghiero, istruzione, ecc.).

 

 

Per effettuare la valutazione del rischio e mettere a punto le regole aziendali di sicurezza anti-contagio, è necessario partire dai capisaldi riportati nel Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro aggiornato al 24/04/2020, scaricabile dal sito dell’INAIL.

Infatti nel documento si stabilisce che: “le imprese adottano il presente protocollo di regolamentazione all’interno dei propri luoghi di lavoro, oltre a quanto previsto dal DPCM dell’11 marzo 2020, applicano le ulteriori misure di precauzione di seguito elencate – da integrare con altre equivalenti o più incisive secondo le peculiarità della propria organizzazione, previa consultazione delle rappresentanze sindacali aziendali – per tutelare la salute delle persone presenti all’interno dell’azienda e garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro”.

I punti da definire nelle procedure e istruzioni aziendali sono:

1-INFORMAZIONE.

2-MODALITA’ DI INGRESSO DEL PERSONALE IN AZIENDA.

3-MODALITA’ DI ACCESSO DEI FORNITORI ESTERNI.

4-PULIZIA E SANIFICAZIONE IN AZIENDA.

5-PRECAUZIONI IGIENICHE PERSONALI.

6-DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE.

7-GESTIONE SPAZI COMUNI (MENSA, SPOGLIATOI, AREE FUMATORI, DISTRIBUTORI DI BEVANDE E/O SNACK…).

8-ORGANIZZAZIONE AZIENDALE (TURNAZIONE, TRASFERTE E SMART WORK, RIMODULAZIONE DEI LIVELLI PRODUTTIVI).

9-GESTIONE ENTRATA E USCITA DEI DIPENDENTI.

10-SPOSTAMENTI INTERNI, RIUNIONI, EVENTI INTERNI E FORMAZIONE.

11-GESTIONE DI UNA PERSONA SINTOMATICA IN AZIENDA.

12-SORVEGLIANZA SANITARIA/MEDICO COMPETENTE/RLS.

13-AGGIORNAMENTO DEL PROTOCOLLO DI REGOLAMENTAZIONE.

Le novità della versione del 24/04, rispetto alla precedente versione del 14 marzo, sono le seguenti:

  • L’azienda fornisce una informazione adeguata sulla base delle mansioni e dei contesti lavorativi, con particolare riferimento al complesso delle misure adottate cui il personale deve attenersi.
  • Il rientro in azienda dei lavoratori già risultati positivi al Covid-19 è condizionato dal rilascio del certificato medico di avvenuta negativizzazione del tampone.
  • in caso di lavoratori dipendenti da aziende terze che operano nello stesso sito produttivo (es. manutentori, fornitori, addetti alle pulizie o vigilanza) che risultassero positivi al tampone COVID-19, l’appaltatore dovrà informare immediatamente il committente ed entrambi dovranno collaborare con l’autorità sanitaria. L’azienda committente è tenuta a dare, all’impresa appaltatrice, completa informativa dei contenuti del Protocollo aziendale.
  • Nelle aree geografiche a maggiore endemia o nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti di COVID-19, in aggiunta alle normali attività di pulizia, è necessario prevedere, alla riapertura, una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, ai sensi della circolare 5443 del 22 febbraio 2020. (Si riportano parti di interesse del testo della circolare:

Pulizia di ambienti non sanitari. A causa della possibile sopravvivenza del virus nell’ambiente per diverso tempo, i luoghi e le aree potenzialmente contaminati da SARS-CoV-2 devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni prima di essere nuovamente utilizzati. Per la decontaminazione, si raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio 0,1% dopo pulizia. Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, utilizzare etanolo al 70% dopo pulizia con un detergente neutro.”).

http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2020&codLeg=73195&parte=1%20&serie=null

  • I detergenti per le mani devono essere accessibili a tutti i lavoratori anche grazie a specifici dispenser collocati in punti facilmente individuabili.
  • Nella declinazione delle misure del Protocollo all’interno dei luoghi di lavoro sulla base del complesso dei rischi valutati e, a partire dalla mappatura delle diverse attività dell’azienda, si adotteranno i DPI idonei. È previsto, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica, come del resto normato dal DL n. 9 (art. 34) in combinato con il DL n. 18 (art 16 c. 1).
  • Il lavoro a distanza continua ad essere favorito.
  • Rispetto del distanziamento sociale, anche attraverso una rimodulazione degli spazi di lavoro, compatibilmente con la natura dei processi produttivi e degli spazi aziendali. Nel caso di lavoratori che non necessitano di particolari strumenti e/o attrezzature di lavoro e che possono lavorare da soli, gli stessi potrebbero, per il periodo transitorio, essere posizionati in spazi ricavati ad esempio da uffici inutilizzati, sale riunioni.
  • L’articolazione del lavoro potrà essere ridefinita con orari differenziati che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e prevenendo assembramenti all’entrata e all’uscita con flessibilità di orari.
  • Attenzione alle modalità di trasporto per il raggiungimento del luogo di lavoro e del domicilio (preferenza per il mezzo privato o messa a disposizione, con le dovute cautele, di mezzi aziendali).
  • Alla ripresa delle attività, è opportuno che sia coinvolto il medico competente per le identificazioni dei soggetti con particolari situazioni di fragilità e per il reinserimento lavorativo di soggetti con pregressa infezione da COVID 19.
  • Collaborazione del datore di lavoro con le Istituzioni che decidano, in zone particolarmente a rischio, di adottare misure specifiche.
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