Stato-chiesa

Bregantini contro lo stop alla messa: “Governo poco attento a sfera religiosa”. Ma il Papa è con Contesondaggio

Il vescovo di Campobasso sposa la linea della Cei sconfessata da papa Francesco. Per monsignor Bregantini "poco e di sfuggita è stato il tempo riservato alla dimensione religiosa nella fase 2. Senza possibilità di celebrare messa viene compromesso l’esercizio della libertà di culto". Netta la presa di distanza del pontefice che stamattina ha detto: "Il Signore dia prudenza al suo popolo di fronte alla pandemia"

“In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”.

Sono le parole di Papa Francesco contenute nella sua omelia di questa mattina, martedì 28 aprile, durante la messa a Casa Santa Marta. Un appello, niente affatto velato, a rispettare l’estensione del divieto a celebrare messa dopo le recenti critiche della Cei, la Conferenza episcopale italiana, alle quali si è accodato “con profonda sintonia personale ed ecclesiale” anche il vescovo di Campobasso.

Solo ieri padre Giancarlo Bregantini esprimeva la propria contrarietà al blocco delle celebrazioni eucaristiche fino al 1 giugno (fanno eccezione i funerali con massimo 15 partecipanti).

“Prima di tutto – leggiamo nella nota stampa – mi rammarico perché, nella conferenza stampa (quella del premier Giuseppe Conte di domenica 26 aprile, ndr) accanto ad altre realtà altrettanto importanti, poco e di sfuggita è stato il tempo riservato alla dimensione religiosa nella fase 2, tanto attesa. Poi condivido l’opinione (della Cei, ndr) che sia stato compromesso l’esercizio della libertà di culto, dato che ‘nel decreto del Presidente del Consiglio si esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo’”.

Le misure del governo previste nel nuovo Dpcm sulla ripresa delle attività produttive e commerciali nel nostro paese hanno ribadito il divieto di assembramento nei luoghi di culto prevedendo, per ora, solo la possibilità di celebrare funerali coi parenti stretti.

Una decisione strettamente legata all’esercizio della libertà di culto che ha scatenato l’ira dei vescovi ‘sconfessati’ da Bergoglio, il quale ha sposato la linea del governo estirpando il seme di una lotta tra Stato e Chiesa che non ha precedenti nella storia recente.

Il confronto con la Cei è aperto, al vaglio l’ipotesi di far celebrare messe all’aperto.

“Mi auguro, fortemente che il protocollo, in fase di rielaborazione, tenga conto di tutto questo. Infatti, sempre abbiamo creduto alla fecondità del dialogo reciproco tra Stato e Chiesa, che crea ponti innovativi, carichi di futuro, poiché siamo cittadini e credenti. Con speranza” questo scriveva sempre ieri monsignor Bregantini spiegando anche che “ci sarà in tutte le comunità parrocchiali il massimo di attenzione e di prudenza, dal punto di vista sanitario, con tutte le attenzioni del caso”.

Sarà. Ma per ora la posizione del pontefice è molto netta e priva di fraintendimenti.

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