Test su abitanti, le percentuali

“Troppi pochi tamponi in Molise”, ma nelle altre regioni non va così meglio. Solo il Veneto stacca tutti

Fa discutere la (presunta) bassa entità del numero dei tamponi in Molise, motivo per cui - si asserisce - il numero di positivi è basso e stabile nelle ultime ore. Ma la verità statistica è un'altra cosa. Per questo abbiamo raffrontato il numero dei test eseguiti col numero di abitanti. Lo abbiamo fatto per il Molise e per altre 14 regioni italiane. Il Veneto si conferma un'eccezione virtuosa, ma dalle altre parti (da Nord a Sud) le percentuali non si discostano poi tanto dalle nostre

I positivi in Molise per più di 48 ore sono stati fermi a quota 222, alle 12 di oggi 8 aprile sono saliti a 224 (a fronte di 148 tamponi in più da ieri). Un numero che pare essersi quasi cristallizzato da più di due giorni a questa parte, a fronte dell’aumento (certo contenuto) del numero dei tamponi eseguiti. Ed è su questo che le polemiche, nel ‘campo’ politico e sui social, si sono innescate perché diversi asseriscono proprio che i contagi siano fermi perché i test processati sono troppo pochi.

Ma è proprio così? Per capirlo abbiamo fatto le percentuali relativamente a 15 delle 20 regioni italiane. Perché per fare un raffronto che possa dirsi tale va fatta la percentuale del numero dei tamponi eseguiti (per quello ci ha aiutato la tabella fornita dalla Protezione Civile Nazionale aggiornata al 7 aprile) sul numero degli abitanti della regione stessa (per quello ci ha aiutato Demo.Istat e abbiamo considerato gli ultimi dati disponibili – ancorchè provvisori – relativi a novembre 2019).

tabella protezione civile 7 aprile

Ebbene, partiamo dal nostro Molise. Con i suoi 1894 (dato fresco di stamane fornito dall’Asrem alle 12, quindi più aggiornato di quelli delle altre regioni che vi forniremo e che si fermano a ieri alle 18) tamponi e i suoi 302.714 residenti la percentuale è dello 0,62 (fino a ieri sera era dello 0,59%). ‘Bassissima’, si dirà. In effetti pare un numero irrisorio ma – come detto – confrontiamolo con quello delle altre regioni. E ricordiamo anche – sempre per amor di statistica – che si tratta di una media regionale, che dunque va ad annullare le differenze infraterritoriali che ovviamente ci saranno. Per esemplificare, a Campobasso dove i casi conclamati sono oltre 60 la percentuale sarà molto più alta che, ad esempio, a Miranda dove non si registra alcun caso tantomeno un focolaio.

La regione fanalino di coda di questa classifica è sicuramente la Campania: meno di 26mila tamponi ma su una popolazione che supera i 5milioni e 7mila abitanti. La percentuale è di appena lo 0,44%.

Dalla nostra analisi scopriamo che come noi (anzi un po’ meno) c’è la vicina Basilicata con il suo 0,57% di popolazione (che ammonta in totale a 558mila abitanti circa). Come noto la Basilicata viene subito dopo di noi quanto a numeri assoluti di contagiati in Italia. Dietro di noi c’è anche la Puglia che ha fatto oltre 23mila tamponi: su una popolazione che supera i 4 milioni di abitanti questo numero costituisce lo 0,58% della popolazione.

Un po’ meglio di noi ha fatto il Lazio (0,83%). Quasi 49mila i test su una popolazione di 5milioni e 864mila circa. Poi c’è il Piemonte, regione del Nord-Ovest del Paese particolarmente colpita dal Covid-19. Lì, su una popolazione di oltre 4milioni e 300mila abitanti, i test sono stati oltre 44mila fino a ieri. La percentuale è dunque dell’1,01.

Poi ci sono le Marche (altra regione particolarmente colpita dall’epidemia) la cui percentuale di tamponi rispetto alla popolazione residente ammonta all’1,1. A ruota segue il nostro vicino Abruzzo: quasi 15mila tamponi su 1milione e 300mila abitanti. Come a dire l’1,14 percento degli abruzzesi è stato ‘testato’.

Poco più distanti (ma sempre sotto l’1 per cento di differenza con noi) ci sono l’Umbria (1,51%) e la Toscana (1,52). E poi c’è la regione più colpita, la Lombardia, che ha superato i 52mila casi di contagio. I tamponi finora eseguiti sono poco meno che 160mila, ma la popolazione è di oltre 10 milioni. La percentuale è dunque dell’1,58%, quasi di un 1 per cento superiore a quella del Molise.

Ha fatto più test, in proporzione, l’Emilia-Romagna (1,68%). Ancor di più la Valle d’Aosta, l’unica regione più piccola di noi coi suoi 125.300 abitanti e che ha superato gli 800 casi totali. Lì la percentuale di tamponi è finora del 2,23.

Infine, tra le 15 regioni esaminate, c’è il caso Veneto, che a detta di molti rappresenta un unicum virtuoso in Italia. È la quarta regione per numero di contagi – dopo Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte – con i suoi quasi 12mila casi (dati di ieri 7 aprile, come detto). I tamponi eseguiti però sono quasi gli stessi della Lombardia (che ha oltre 40mila casi in più): 153mila e rotti finora. Ma anche in questo caso vediamo la percentuale sul numero di abitanti, quella che più conta: è del 3,13%, la più alta nel Belpaese.

Vittorino Facciolla, consigliere regionale del Pd, ieri su facebook ha accostato i pochi tamponi molisani degli ultimi due giorni con quelli che si fanno in media in Veneto in 15 minuti. Un raffronto capestro (sebbene non argomentato dalle percentuali che dovrebbero costituire la Bibbia di tutte le analisi), con la regione che ‘stacca’ tutte le altre. La nostra percentuale è indubbiamente inferiore, ma come visto (dati alla mano) non va poi così diversamente nelle altre regioni rispetto a noi.

Sicuramente in Molise, regione molto ‘anziana’, vanno attenzionati i circa 1800 anziani presenti nelle tante case di riposo (e i rispettivi operatori) disseminate sul territorio.

Ma ci chiediamo – senza avere la pretesa statistica di aver ragione – se il numero di tamponi non sia in qualche modo direttamente proporzionale al numero non solo di abitanti ma anche di contagi acclarati. Ossia, se il Molise ha il numero assoluto (non relativo, cioè rispetto al numero di abitanti) più basso di Italia (224, poco dopo c’è la Basilicata che fino a ieri aveva 291 casi) ed essendo i tamponi ‘mirati’ cioè eseguiti sui contatti dei contagiati, non sia una naturale conseguenza il numero minore di test eseguiti giorno per giorno. Detto altrimenti, più piccoli sono i numeri meno probabilità ha il virus di viaggiare e moltiplicare i suoi ‘ospiti’.

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