Il racconto del figlio

Torna al lavoro dopo 14 giorni di quarantena e riparte verso nord. “Papà l’ha fatto per noi”

C’è anche chi non può restare a casa perché obbligato dal lavoro a proseguire la sua vita normalmente, si fa per dire.

È quanto succede a un autotrasportatore molisano, ripartito oggi verso il Nord Italia, dov’era già stato nel periodo di isolamento del Lodigiano. Dopo due settimane di auto isolamento, ha ripreso la strada.

È il figlio Antonio a raccontare la sua storia. “Noi restiamo a casa ma c’è chi è chiamato a svolgere il proprio lavoro, soprattutto in questo difficile momento, per far sì che a tutti noi non manchi nulla. Ieri, infatti, mio padre è partito. Lui è un autotrasportatore, trasporta beni di prima necessità, soprattutto frutta e verdura. Nonostante siamo molisani e viviamo in una regione apparentemente bucolica e tranquilla, in questo momento siamo preoccupati più che mai.

Alle tante persone che sono letteralmente scappate dal Nord per rifugiarsi nelle proprie case, incuranti del danno che avrebbero potuto causare ai loro nonni, ai loro genitori, si contrappone chi è chiamato a partire e a svolgere il proprio lavoro, nelle zone più critiche in questo periodo.

Oltre a ringraziare tutto il personale sanitario che in questo momento non sta semplicemente eseguendo un lavoro ma una missione, ci tengo a ringraziare tutti gli autotrasportatori, tutti i camionisti che percorrono l’Italia in lungo e in largo per permettere a tutti noi di poter mangiare, di poter riscoprire la bellezza di cucinare insieme alle nostre mamme o alle nostre nonne.

Inoltre, voglio estendere la mia gratitudine e il mio affetto a tutti coloro che sono costretti a stare lontani dalle proprie famiglie.

Papà è tornato in Molise a metà febbraio e ha deciso di stare in quarantena volontaria in campagna, da solo, essendo stato nel lodigiano. L’ha fatto per il nostro bene”.

Adesso però una nuova partenza, mentre la famiglia resta a casa. “Papà e partito e non so quando lo rivedremo, forse tra un mese, forse tra due. Nel frattempo prego e spero che tutto vada per il verso giusto. Aspetto di sentire il clacson del suo camion, segno che tutto è andato bene e che è tornato a casa.

Da questa esperienza dobbiamo capire che siamo chiamati tutti a far parte di una grande squadra, un grande esercito, e dobbiamo essere consapevoli che tutti, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa affinché tutto torni alla normalità: #noichepossiamorestiamoacasa”.

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