Giorni cruciali

Toma: “Entriamo nella settimana decisiva, siamo in tensione ma pronti”. Via alle assunzioni di medici con procedura d’emergenza

Il Governatore del Molise chiarisce la sua idea di piano strategico per l’epidemia coronavirus con la terapia intensiva potenziata al Cardarelli, San Timoteo e Veneziale. Riapertura degli ospedali di Larino e Venafro utile “per ricavare spazi destinati al Covid19 negli altri presidi”. L’ospedale di Termoli riaprirà a metà settimana e da lunedì 16 marzo si parte con le assunzioni di medici in procedura d’emergenza.

L’ospedale San Timoteo di Termoli riaprirà mercoledì 18 marzo. Tutti i reparti torneranno operativi e tornerà a funzionare a pieno regime il Pronto soccorso. Il presidente del Molise Donato Toma, al termine dell’ennesima giornata di riunioni (che si tengono prevalentemente in videoconferenza) è cautamente ottimista. “Abbiamo avuto alcuni problemi dovuti alla sanificazione perché credetemi, di questi tempi non è facile trovare le ditte specializzate in questa procedura, sono richiestissime. Ma le operazioni stanno terminando e la Asrem sta riorganizzando i turni del personale. La buona notizia è che i medici sono tutti negativi e finora nessuno ha avuto sintomi, possono rientare. L’emergenza di Termoli è stata legata al rischio infezioni, come è noto, e non c’erano altre strade percorribili se non questa”.

Da oggi via alle assunzioni di medici in emergenza

Si parte oggi, lunedì 16 marzo, con la procedura in emergenza per assunzione di medici in Molise. Un iter che fa a meno di concorsi e taglia di netto la burocrazia che separa il momento della pubblicazione del bando e quello della presa in servizio. La Asrem molisana si augura di trovare medici disponibili. Toma ha ottenuto il parere positivo del commissario straordinario Angelo Giustini. “Non ce n’era bisogno, visto che c’è il decreto, ma ho ritenuto di dover coinvolgere il commissario Giustini e la Asrem ha acquisito anche il suo parere” chiarisce il presidente della Giunta. Il commissario Giustini fa parte dell’Unità di Crisi preposta all’emergenza Covid19, insieme allo stesso Governatore, ai presidenti delle Province di Campobasso e Isernia, al presidente Anci, dell’Ordine dei Medici, al capo del IV dipartimento Brasiello, al dirigente della Protezione Civile De Lisio, al direttore generale e sanitario Asrem Florenzano e Scafarto e ai prefetti di Campobasso e Isernia. Ogni giorno l’Unità di Crisi per il coronavirus si riunisce in videoconferenza alle ore 19 e il sabato e la domenica alle 17.

“Una settimana cruciale, siamo in tensione”

In questa settimana i contagi in Molise potrebbero aumentare. Non è una previsione catastrofista, ma una prospettiva realistica in considerazione del fatto che sono centinaia le persone rientrate dalle aree a rischio, le regioni del Nord segnate dalla presenza di numerosi focolai. L’ordinanza di Donato Toma impone a chiunque sia rientrato o rientri in Molise una quarantena di 15 giorni, oltre all’obbligo di segnalare la presenza alle autorità sanitarie.

“Le mie ordinanze stanno funzionando – aggiunge Toma – e non servono per punire la gente, servono per educare a comportamenti corretti nell’interesse collettivo”.

Sono 470 le persone tornate finora che si sono registrate, “la maggior parte con l’ondata di rientri tra il 6 e l’8 marzo” spiega il governatore. Questo è il motivo per cui “Entriamo in una settimana decisiva, la seconda dei 15 giorni dell’incubazione, quelli entro i quali possono manifestarsi i sintomi del Covid-19, anche se la casistica ci dice che nella maggioranza dei casi i sintomi si registrano 5 o 6 giorni dopo aver contratto il virus”.

Preoccupazione dunque, ma preparazione. “La riapertura di Termoli in questa prospettiva è essenziale, sia perché sgrava Vasto che finora ci ha dato un aiuto prezioso prendendo in carico i pazienti del Pronto Soccorso del San Timoteo sia perché, soprattutto, ci permette di liberare posti che servono a Campobasso, ospedale dedicato al Covid”.

In caso di boom di contagi ospedali da campo

Il governatore inserisce la riapertura degli ospedali parzialmente dismessi di Larino e Venafro in un sistema sanitario più ampio, che preveda la necessità di reperire posti letto di medicina generale e discipline non legate al coronavirus per ricavare spazio di terapia intensiva a Campobasso principalmente e poi anche a Termoli e Isernia. Tuttavia in una prospettiva di “emergenza catastrofica”, chiarisce a Primonumero il governatore Toma “dovremo utilizzare gli ospedali da campo, che si montano in pochissimo tempo e soprattutto non devono essere collaudati perché lo sono già. Dobbiamo pensare a spazi aggiuntivi come hanno fatto allo Spallanzani, dove è stato aggiunto un reparto al fianco della struttura, un’ala extra, perché non ci sarebbe il tempo di collaudare reparti nuovi. È chiaro – conclude – che il Vietri e il Santissimo Rosario sarebbero utilissimi, ma non per il Covid19 bensì per le altre discipline mediche meno impegnative. Ma se domani, faccio un esempio, dovessimo svegliarci con 80 pazienti gravi, che cosa potremmo fare? Non faremmo in tempo a riattivare Larino e Venafro e collaudarli, e il Covid non aspetta noi”.

“Gli spazi comunque li abbiamo – rassicura – se servono posti di terapia intensiva. Sto aspettando il nuovo decreto del quale ho la bozza per rimodulare l’accordo con i privati nella messa a disposizione di posti di intensiva. Il problema è che non si può improvvisare e bisogna essere pronti a qualsiasi scenario”.

La solidarietà

Il Molise, dice ancora Toma, potrà comunque contare sulla solidarietà delle altre regioni, così come le altre regioni possono contare sull’aiuto dato dal Molise. “Vasto ci ha aiutato e noi oggi abbiamo processato 80 tamponi per il laboratorio di Pescara, così come abbiamo restituito i tamponi che ci avevano prestato dalla ASL di Benevento lo scorso fine settimana. Così come accogliamo nel reparto di terapia intensiva del Cardarelli due pazienti gravi in arrivo da Bergamo. Sono sicuro che se ne avremo bisogno noi in futuro le altre regioni ci aiuteranno: questa è la logica con la quale bisogna ragionare oggi, in una situazione che coinvolge tutti e che ha bisogno di tutte le forze in campo”.

Sicuramente sarà anche l’occasione per ripensare, quando l’emergenza sarà passata, al sistema sanità nel suo complesso. “Gli strumenti li abbiamo con il patto per la Salute. All’inizio del mese prossimo, coronavirus permettendo, partirà la cabina di regia e anche i tavoli per le deroghe al Decreto Balduzzi”.

 

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