Per qualche minuto i balconi e le finestre dei palazzi si sono trasformati in curve e tribune dello stadio. Succede a Campobasso, in una annoiata domenica di ‘quarantena in casa’, senza calcio dopo lo stop ai campionati deciso per l’emergenza coronavirus, in diversi quartieri della città silente e deserta fino a poco prima delle 15. Poi, all’ora esatta, scatta il ‘tifo’ che riecheggia in lontananza e dà colore al pomeriggio.
In via Toscana ma anche in alcuni condomini del Cep e di via San Giovanni molti si organizzano addirittura con casse e altoparlanti per dar vita ai cori dello stadio, in primis ‘Nu scim pazz p l’ cavatiell’, da un’idea lanciata dal capogruppo comunale del Partito Democratico, Giose Trivisonno, ma anche tutti gli altri incitamenti ultras.
Insomma, momenti felici ma anche nostalgici per quell’entusiasmo che si era ormai sprigionato in città grazie agli ottimi risultati della squadra impegnata nel girone F del campionato di serie D. Attualmente il Campobasso è al secondo posto in classifica, a pari punti con l’ex capolista Notaresco. Un modo per esorcizzare il coronavirus e sperare di poter tornare presto a urlare “Lupi-Lupi” a Selvapiana.
Per ora il campionato è bloccato fino al 3 aprile. Gli sportivi devono solo incrociare le dita.
FdS
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