Le decisioni del governo

Restano aperti supermercati, farmacie, tabacchi, meccanici, edicole. Ecco l’elenco

La nuova stretta decisa dal Governo riguarda le grandi fabbriche che non hanno una produzione legata ai beni essenziali e anche molti uffici pubblici. Proseguiranno normalmente servizi postali, bancari e finanziari, oltre a produzione di carta, gomma, strumenti medicali, chimici, alluminio. Non chiudono i call center e i servizi di assistenza sociale.

“Chiuse da lunedì 23 marzo al 3 aprile le fabbriche e le attività non collegate ai beni essenziali da garantire”. Molti si sono chiesti e continuano a chiedersi: cosa significa nello specifico? La mia attività dovrò chiuderla? Devo continuare ad andare a lavorare in fabbrica? Interrogativi legittimi, considerando che sabato sera il discorso del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato generico e non è entrato nel dettaglio, anche perché non era prevista alcuna domanda da parte dei giornalisti trattandosi di una diretta su facebook.

Scarica la lista attivita che possono restare aperte

In ogni caso, bisogna partire col dire che la nuova stretta è arrivata. Era nell’aria, invocata da più parti, soprattutto dalle zone che sono allo stremo, su tutte la martoriata Lombardia. Il covid-19 non accenna ad allentare la morsa e allora, come e più di prima, “tutti a casa”. O quasi, perché chi garantisce beni e servizi essenziali continuerà a lavorare. Con le dovute protezioni e precauzioni. Resteranno aperte le attività che si possono dividere in quattro grandi fette: trasporti, farmaci, energia e agroindustria, servizi postali, finanziari e bancari.

Proseguono le coltivazioni agricole, la produzione e la vendita di prodotti animali e la caccia. Così come la pesca. Niente stop per le industrie alimentari e delle bevande. Come detto, non abbassano le serrande banche, poste, assicurazioni. Oltre a supermercati, farmacie, parafarmacie, tabacchi, edicole, imprese di pulizia. Chiuderanno le grandi fabbriche del Nord, oltre che quelle del resto d’Italia. E abbasseranno le saracinesche anche gli uffici della pubblica amministrazione non essenziali, esclusi quelli legati a sanità, difesa e istruzione.

Quali fabbriche continueranno la produzione? Ecco i settori: tessile (ma non abbigliamento), tessuti non tessuti (il materiale che serve le mascherine, ndr), spago, corde, reti e funi, carta, prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, prodotti chimici, farmaceutici, gomma, plastica, vetrerie, alluminio e semilavorati, apparecchi elettromedicali, macchine per la fabbricazione della carta e del cartone, di strumenti medici e dentistici.

Naturalmente, al fianco della produzione c’è anche l’attività di riparazione: attrezzatura non domestica per la refrigerazione e la ventilazione, strumenti medicali, macchine per le industrie chimiche, per l’agricoltura. E ancora, riparazione di apparati per laboratori, manutenzione aeromobili, treni, metropolitane, tram, filobus, manutenzione e riparazione di auto. Continua la fornitura di energia elettrica, gas, la gestione delle reti fognarie, smaltimento rifiuti, installazione di impianti idraulici, elettrici, di condizionamento dell’aria. Se mi si rompe il motore, posso portare l’auto dal meccanico, insomma.

Per quanto riguarda la vendita, commercio di accessori per auto per la sola attività di manutenzione e riparazione, ingrosso di carta, cartone, cartoleria, articoli antincendio, antinfortunistica. Va avanti ogni genere di trasporto, così come l’attività postale, i servizi dell’informazione, attività finanziaria e assicurativa, veterinari, vigilanza, ricerca scientifica. Non chiudono i call center e i servizi di assistenza sociale.

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