Campobasso

Padre e figlio in affari spacciavano a casa e al lavoro: per il giudice sono colpevoli

Arrestati il 31 agosto dalla squadra mobile di Campobasso, l'impianto accusatorio ha retto davanti al giudice per le udienze preliminari. Il più giovane ha patteggiato ad un anno e cinque mesi di reclusione. Il padre, gravato già da precedenti specifici, definirà la pena con il rito abbreviato

L’appartamento in via XXIV Maggio, a qualche centinaio di metri l’autolavaggio che gestivano. Apparentemente tutto nella norma: un padre e un figlio. Conviventi e colleghi.

Se non fosse stato per quelle segnalazioni giunte negli  uffici della squadra mobile che invece dietro a quella normalità hanno permesso di scoprire una fiorente ‘attività’ legata allo spaccio di droga e diventata un punto di riferimento per i tossicodipendenti di Campobasso.

Quindi l’arresto di entrambi, il 31 agosto scorso.

Questa mattina, terminate le indagini, sono comparsi davanti al giudice per le udienze preliminari che ha accolto la richiesta del patteggiamento di pena per il più giovane (condannato ad un anno e cinque mesi di reclusione, pena sospesa) e la definizione della condanna per il padre da stabilire con il rito abbreviato e a data da definire.

L’impianto probatorio, dunque, non ha offerto possibilità diverse. Il padre aveva precedenti specifici e dunque non avrebbe potuto patteggiare ma soltanto optare per un rito alternativo. Il figlio, incensurato, ha potuto riconoscere in parte le sue responsabilità e concordare la pena, evitando anche il carcere.

Era il 31 agosto scorso quando gli uomini della squadra mobile eseguirono i provvedimenti disposti dalla procura. La perquisizione prima nell’appartamento e poi nell’attività commerciale. I controlli incrociati condotti nei giorni precedenti e la chiusura  del cerchio su quello che è stato definito un “mercato familiare”.

Secondo le ricostruzioni della Mobile, i due avevano organizzato la loro attività di spaccio nell’autolavaggio (il cui titolare però è risultato estraneo ai fatti) e in questo modo arrotondavano i guadagni derivanti dall’attività lavorativa. Una fetta dei loro ‘affari’ era svolta in casa dove gli agenti hanno trovato la contabilità degli acquisti e di vendita dello stupefacente.

I due pusher furono trovati in possesso di 160 grammi di hashish e marijuana. E ancora: avevano tutto l’occorrente per il taglio e il confezionamento della sostanza stupefacente.

Inoltre, nel corso delle perquisizioni personale e domiciliare effettuate nei confronti dei due, sono state rinvenute diverse dosi già pronte per lo spaccio. Un altro quantitativo di droga (in parte ancora da tagliare, in parte già confezionata) era stato nascosto nel frigorifero tra gli alimenti assieme a una grossa somma di denaro che – secondo le ricostruzioni della Polizia – erano il guadagno dello spaccio. Gli agenti hanno trovato anche materiale per il confezionamento ed alcuni bilancini di precisione.

 

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