I comuni blindati

Montenero e Riccia chiusi per coronavirus: i timori e le domande nei “paesi rossi”

Strade deserte e serrande abbassate a Riccia. Per la prima volta annullati tutti i riti relativi alla devozione di San Giuseppe. Scatta l’isolamento per oltre 5mila residenti. A Montenero di Bisaccia situazione analoga: oggi le sartorie hanno chiuso.

Il coronavirus è qui. E’ anche qui. Ma potenzialmente più presente che altrove. Tant’è che dal 18 marzo un’ordinanza della Regione ha blindato Riccia e Montenero di Bisaccia. Qui non si entra e non si esce.

RICCIA

Il comune fortorino è chiuso. Chiusi per virus e isolato dal resto della regione e del Paese. Vite in sospeso in attesa di conoscere che ne sarà del loro futuro.

Serrande abbassate nei bar, nei centri ricreativi, nei negozi. Annullata la festa in onore di San Giuseppe prevista proprio oggi – 19 marzo – con il rito delle 13 pietanze. Una tradizione che inizia nei giorni prima di questa data e lo si percepisce dall’andirivieni delle donne tra una casa e l’altra, impegnate a preparare i cibi della devozione che saranno poi portati a tavola in onore del padre putativo di Cristo.

Oggi, a Riccia, si respira invece una quiete obbligata e doverosa. Si avverte l’amarezza della rinuncia e la consapevolezza che non c’è scelta per evitare il peggio.

Si esce per andare in farmacia o all’alimentari. E se tutti i residenti ormai indossano le mascherine, quasi tutti indossano anche i guanti.

Tutto sbarrato. Il sindaco è impegnato telefonicamente con la prefettura perché bisogna allestire le pattuglie a tutti gli ingressi del paese. Lo incrociamo all’uscita del suo Comune e racconta “di un momento difficile – si commuove, ha gli occhi lucidi, è provato da una situazione che preoccupa tutti indistintamente –. E’ un momento in cui è crollato il mondo addosso ad un Paese (e penso a tutta l’Italia) che stava provando a rialzarsi dopo il crollo economico. Ora, è stata colpita al cuore anche la nostra salute. Però – ingoia ancora le lacrime – ce la faremo. Riccia è un paese popolato da persone per bene e consapevoli, rispettose e forti. Sono sicuro che se non cediamo all’angoscia e all’inquietudine e tutti noi rispettiamo le regole che ci hanno accomandato gli esperti, usciremo presto da questo tunnel e torneremo ad essere più forti di prima”.

Comune di Riccia

Parole intense, ricche di sentimenti ed emozioni che ne definiscono la genuinità, quello di Pietro Testa. Che però abbandona presto la chiacchierata con noi perché lo attende invece una telefonata con la questura per organizzare i blocchi.

Sono 60 le persone sottoposte a quarantena nel comune fortorino. Tutto sarebbe partito dal medico del 118 di Campobasso positivo al Covid19 che a Riccia ha lavorato presso la postazione locale. Il secondo positivo invece è l’87enne padre del 55 enne sceso agli inizi di marzo da San Donato Milanese che “però sta bene, seppure ricoverato – ha sottolineato il sindaco – non ha febbre né tosse, anzi colgo l’occasione per salutarlo”.

Postazione 118 Riccia

In questo scenario i residenti si sentono smarriti. “E adesso che succederà?”, si chiedono in molti, soprattutto i più anziani. Succederà che ancor più di prima ognuno dovrà rimanere a casa. Perché l’emergenza proseguirà ancora per i prossimi giorni e non è escluso che possa obbligare le istituzioni preposte ad emanare nuovi provvedimenti. Per ora Riccia e Montenero restano isolati fino al prossimo 3 aprile.

MONTENERO DI BISACCIA

“Abbiamo 10 varchi di accesso qui a Montenero”, uno dei comuni con la maggiore estensione geografica del Molise. Il sindaco Nicola Travaglini, che ormai da giorni sta cercando di fronteggiare ininterrottamente una situazione drammatica e stamattina ha coordinato un tavolo d’emergenza (l’ennesimo), è esplicito: “Dieci strade di accesso e le forze dell’ordine sono quelle che sono. Come possiamo fare? Ci vorrebbe l’esercito”.

Montenero Travaglini e paese

Montenero è blindata in seguito all’ordinanza del governatore Toma, ulteriormente restrittiva rispetto alle norme già individuate dai decreti ministeriali. Qui sono 6 i casi di positività al Covid19 riscontrati dall’inizio dell’epidemia in Molise. Gli ultimi due riguardano una coppia, marito e moglie, entrambi ricoverati all’ospedale Cardarelli.

“Particolarmente preoccupante è la persistenza di un cluster di infezione nel comune di Montenero di Bisaccia, considerando la comparsa dei primi positivi la durata del periodo di incubazione della malattia e l’adozione delle misure di sorveglianza attiva e isolamento domiciliare adottati dal dipartimento unico di prevenzione”: questa la motivazione dell’ordinanza.

Una situazione, quella di Montenero, che preoccupa molto e quindi “serve essere più rigorosi nelle misure di contenimento e restrizione già in atto”.

Oggi Montenero di Bisaccia è deserta, è tutto fermo come in un tempo sospeso. Hanno chiuso, dopo settimane di attività, anche le sartorie. Alcune delle quali – spiega anche il sindaco Travaglini – “potrebbero decidere di riconvertire momentaneamente la produzione in mascherine”.

Tuttavia il problema si pone per i posti di lavoro. E una domanda comincia già a farsi strada. “Ma queste attività potranno mai riaprire?” E se non lo faranno, come faranno ad andare avanti le centinaia di lavoratrici impegnate nella fabbricazione di jeans e capi di abbigliamento?

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