L'emergenza

Manzo critica la gestione della comunicazione della Regione: “Evitare caccia all’untore”

La consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Patrizia Manzo critica la gestione della comunicazione dell’emergenza da parte della Regione Molise.

“Non posso far finta che non ci siano responsabilità – ammonisce la portavoce M5S – corto circuiti che alimentano allarme sociale, che scatenano il panico nelle comunità, specialmente le più piccole dove ci si conosce tutti. Ed è quello che sta accadendo in alcuni centri della regione, messi a dura prova dalle recenti notizie di contagio. Non solo Venafro e Pozzilli, Montenero e Riccia, ma anche tanti comuni dove i sindaci non sono messi nelle condizioni di poter agire, con l’unico obiettivo di salvaguardare la salute dei propri concittadini. Quello che è accaduto a Cercemaggiore, Vinchiaturo, Torella e Castropignano non può essere lasciato al silenzio dell’oblio. Ci sono precise responsabilità che vanno rimarcate e non per polemizzare, ma perché simili casi non accadano nel prossimo futuro negli altri comuni che potrebbero trovarsi nella stessa situazione difficile. Un effetto domino che il Molise non può permettersi, viste le dimensioni e l’età media dei suoi abitanti”.

Secondo Manzo “già di per sé è stato incomprensibile il ritardo (ben sette giorni), che in una realtà piccola come la nostra fanno la differenza in termini di rischio di contatti e contagi, con cui la Regione Molise ha attivato l’unità di crisi regionale rispetto alla circolare del Capo Dipartimento della Protezione Civile. Ma resta non ancora non adempiuta la gestione del flusso delle comunicazioni che, invece, è stato ben individuato e standardizzato dalla circolare e che deve essere seguito alla lettera. Tutto deve muoversi attraverso un ingranaggio molto preciso – sottolinea la portavoce M5S – affinché i sindaci sappiano, con tempestività, le conseguenti azioni da assumere. L’Asrem deve comunicare con i primi cittadini, deve fornire loro le informazioni necessarie per poter mettere in campo le azioni conseguenti. Se è vero che la Circolare del Ministero della Salute del 25 febbraio prevede che la procedura per la definitiva conferma di un caso Covid-19 è affidata all’Istituto Superiore della Sanità attraverso il suo laboratorio, non si può non prevedere dei passaggi intermedi per evitare la caccia all’untore. I sindaci non possono conoscere i casi di contagio attraverso il lavoro senza sosta dei giornalisti, che prima di pubblicare le informazioni di cui sono a conoscenza operano verifiche alla fonte e si attengono, purtroppo non tutti, al rispetto della privacy e della deontologia”.

La consigliera M5S accusa senza però indicare precisamente a chi si riferisce: “Accade così che nomi e cognomi vengano ‘sbattuti’ in prima pagina, alimentando la triste ma purtroppo collaudata caccia all’untore che dilaga fra la popolazione e crea disagi e disfunzioni difficili da sanare. Attenersi alla procedura corretta garantirebbe, appunto, anche il sacrosanto rispetto della privacy del paziente che non verrebbe esposto alla diffusione di dati sensibili, causata, a mio parere, dal cortocircuito istituzionale. E consentirebbe ai sindaci, che operano sul territorio, di tutelare la popolazione mettendo in campo azioni mirate, indispensabili ad evitare rischi enormi su comunità abitate prevalentemente dai soggetti più fragili, i nostri anziani, e programmare i servizi utili a sostegno di chi è in isolamento o in quarantena”.

L’esponente pentastellata chiede poi “a che punto è il lavoro del gruppo di studio e quali sono le risultanze alle quali sono giunti? Sottolineo, infine – conclude Patrizia Manzo – che la comunicazione tra i vari livelli istituzionali deve avvenire nel rispetto di quanto deciso a livello centrale, adeguandosi alle direttive e alle circolari perché non si vivano più momenti di cortocircuito come quelli che oggi tengono in apprensione migliaia di cittadini”.

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